Alla Mostra del Cinema di Venezia 2024 conferenza del film The Order, con il regista Justin Kurzel e gli attori Nicholas Hoult, Jude Law, Tye Sheridan, Jurnee Smollett: ecco cosa hanno raccontato
The Order, diretto da Justin Kurzel e in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2024, è una coproduzione Usa-Canada e sarà distribuito sul Prime Video, e in alcune sale scelte dal 6 dicembre.
Presenti in conferenza stampa con Kurzel anche gli attori Nicholas Hoult, Jude Law, Tye Sheridan, Jurnee Smollett e lo sceneggiatore Zach Baylin.
Come vi siete confrontati con l’odio di cui si parla nel film?
N.Hoult: «Il mio personaggio è sicuramente malvagio, ma oltre la sua morale e la sua ideologia, era un leader carismatico. Ed è stato facile lavorare con questo gruppo».
J.Law: «Io penso che il film parli da sé. Non credo sia capitato a molti di conoscere qualcuno come Bob Matthews. Ciò che mi ha convinto di questo film è che non avevo mai sentito la storia. Il tema della famiglia e della comunità può far sentire le persone sicure. Mi sembrava un lavoro da dover fare ora, un pezzo del passato che potesse avere grande rilevanza in questo momento».
Justin come sei riuscito a catturare questo senso di realismo nel film?
J.Kurzel: «Molta dell’ispirazione viene dal mio amore per i thriller drammatici degli anni ’70, come “Il braccio violento della legge” o “Mississippi Burning”. Al giorno d’oggi fare questo tipo di film è diventato molto complesso, per me è stata una grande occasione. Abbiamo prestato molta attenzione alle ambientazioni, volevamo che gli attori si sentissero integrati al meglio».
C’è qualcosa che vorreste dire ai politici e al pubblico americano?
J.Kurzel: «Penso che il film sia molto peculiare nella maniera di raccontare quello specifico evento durante gli anni ’80. Sono stati fatti molti paragoni rispetto alla situazione politica attuale, penso che se un pezzo di letteratura o di arte in generale, del passato, riesce a dialogare così attivamente con il presente, sia indubbiamente una gemma nascosta».
Pensate che oggigiorno gli ideali americani siano in discussione?
J.Kurzel: «Questo film parla di un’ideologia diffusa e come può diventare estremamente pericolosa. Ci siamo concentrati nel voler raccontare come alcune ideologie possano arrivare a sfruttare persone che si sentono invisibili e non ascoltate, a loro vantaggio».
J.Smollett: «Vorrei solo aggiungere, la storia degli Usa è sicuramente complessa e questo livello di bigottismo si è visto nella nostra storia a più riprese. La cosa fantastica dell’arte è che possiamo esplorare il lato complesso dell’umanità per impararne, riflettere la società stessa e combattere per la giustizia».
Nicholas raccontaci il processo per questo personaggio…
N.Hoult: «Le scelte e le azioni del mio personaggio sono spesso incomprensibili, e questo è stato preoccupante. Il suo odio, le sue idee e pensieri, erano mossi da paura. La cosa più spaventosa era il fatto che potevi immaginare come questa figura traviasse le persone che incontrava con il suo charme e la sua manipolazione. Justin ci ha reso le cose più facili affidandoci dei “Manifesto” per i personaggi, era preparatissimo e ci ha semplificato molto il lavoro per personaggi così complessi».
Justin perché hai scelto attori inglesi per una storia così americana?
J.Kurzel: «Scelgo sempre persone con cui ho piacere a lavorare. Con Nicholas avevamo già lavorato insieme, con Jude abbiamo parlato spesso. I personaggi erano molto adatti e abbiamo fatto numerose conversazioni per definirli. Sono un grande fan di tutto il cast, ed è stato fantastico stare con loro sul set. Di solito non guardo il passaporto per il cast».
Nicholas come hai fatto a calarti in un neonazista?
N.Hoult: «Beh, la forza del film è nel fatto che questa è sì una storia americana, ma poteva succedere ovunque. Ho fatto molte ricerche per il personaggio, e come ho detto Justin ci ha dato una grande mano».
Tye e Jurnee com’è stato per voi lavorare ai vostri personaggi?
T.Sheridan: «Io penso che uno dei grandi valori del film stia nel tema della famiglia, e come le persone di un piccolo posto possano venire manipolate da ideologie del genere. Vivendo in piccole comunità queste ideologie si trasmettono per generazioni. Justin è stato un regista incredibile e questo progetto è stato entusiasmante».
J.Smollett: «Per me è diventato subito chiaro il fatto che molte delle storie che erano racchiuse nel film fossero molto personali, ho intervistato molti agenti, e portavo spesso del lavoro a casa. Ciò che ho amato della regia di Justin è il suo “less is more”, ha creato un ambiente dove potevi sentirti libero di esplorare, sbagliare, improvvisare. I temi erano pesanti ma ci siamo divertiti molto».