La nostra recensione di Terrifier 3, ennesimo tassello ad altissimo tasso ematico di una delle saghe slasher più brutali degli ultimi anni sempre diretto da Damien Leone: se a Natale sono tutti più buoni Art il Clown diventa, per fortuna, ancora più sadico e spietato
Terrifier 3 non è un film per palati fini e stomaci forti. Di solito lo si dice un po’ per tutti gli slasher, ma qui non siamo tanto dalle parti di un Eli Roth che la violenza la mostra ma la stempera con il black humor. No, per Damien Leone la violenza è essa stessa una dichiarazione di intenti, un vero e proprio personaggio del film, alla pari di Art e delle sue vittime, che contamina chiunque o qualunque cosa entri in contatto con essa come un virus. E se David Howard Thornton ormai è un tutt’uno con il suo folle killer silenzioso, Lauren LaVera si dimostra sempre più attrice di grande talento e personalità.
Il massacro di Natale
Cinque anni dopo essere sopravvissuti alla furia omicida di Art il Clown (David Howard Thornton), Sienna (Lauren LaVera) e il fratello Jonathan (Elliot Fullam) tentano di ricostruire la propria vita e godersi il Natale, lui al college e lei con sua zia Jess (Margaret Anne Florence), suo marito Greg (Jason Patric) e la loro figlia Gabbie (Antonella Rose). Lo spietato clown però ha altri piani in serbo per loro, e questa volta verrà aiutato nel suo folle e brutale piano omicida da una nostra vecchia conoscenza: Victoria Heyes (Samantha Scaffidi), sopravvissuta al primo film e ora trasformatasi in una creatura demoniaca.
Un bagno di organi e budella
A dispetto di ciò che si è detto non è la sequenza iniziale di Terrifier 3 quella che dovreste temere. Certamente il tasso di gore è elevato e l’idea di un’intera famiglia massacrata a colpi di ascia fa rabbrividire (bambini compresi), ma tutto sommato non è uno dei momenti più cattivi e sadici del parterre orrorifico che Art il Clown ci riserva in questo terzo capitolo. Semmai la scena da cui partire è un’altra, coinvolge ancora una volta dei bambini e si svolge in un centro commerciale, durante il consueto scambio di regali natalizi tra Babbo Natale e una folla di ragazzini e ragazzine urlanti e ansiosi di scartare quei pacchi dall’aspetto invitante.
Vi basti sapere che le cose prenderanno una piega alquanto sinistra, ma a differenza della scena iniziale non ci verrà risparmiato nulla, la violenza entra completamente nel campo dell’inquadratura e con essa la minaccia che non ci sono più regole o intoccabili nell’incubo cinematografico di Damien Leone. Un incubo che espande il proprio lore, cioè la propria mitologia, accumulando come già nel secondo capitolo personaggi, minutaggio e ovviamente omicidi sempre più cattivi e raccapriccianti. Perché non c’è nessun bisogno di autocensurarsi quando il manifesto è così cristallino e chiaro, e quando soprattutto la violenza non ha solo una funzione diegetica ma tematica ed espressiva.
Terrifier 3 esagera, sempre e comunque, nel bene e nel male, perché la visione di Leone è legata alla grana grezza degli exploitation anni ’70, della carne che si fa viva, pulsante, del sangue che scorre a fiumi senza sosta tanto da (paradossalmente) arrivare quasi a depotenziare la violenza stessa. È proprio questo, forse, il limite maggiore di questa saga che però dalla sua dà vita a uno dei boogyeman più disturbanti e spaventosi di sempre. Art il Clown infatti è Male puro, i suoi sorrisi e le sue risa deridono la fanciullezza e la spensieratezza dei sorrisi infantili per tramutarle in una parodia oscura. Una vera e propria icona horror a cui David Howard Thornton offre una grande espressività facciale e corporale, capace di inquietare profondamente anche con un semplice movimento oculare.
Un simbolismo un po’ ingenuo ma efficace
Permane, sulla stessa linea del film precedente, la visione fortemente simbolistica della natura del Bene e del Male, nel senso che Leone non si preoccupa troppo delle sfumature e mette in scena uno scontro tra personaggi estremamente manichei e archetipici nel modo in cui vengono costruiti: il clown killer come demone infernale, la final girl dai tratti e dalle armi angeliche come guerriera divina. Intorno ad essi Terrifier 3 costruisce il proprio universo narrativo, un po’ goffo e ingenuo in certi momenti, ma non fastidioso ed efficace proprio perché serve da complemento alla carneficina.
E se lo stesso Thornton e Lauren LaVera rappresentano le due facce migliori di un cast altrimenti non memorabile è proprio perché la sceneggiatura eleva i loro personaggi a simboli della saga, costruendo tutta la struttura e le due linee di plot parallele solo ed esclusivamente per favorire l’atteso scontro finale. Che poi Leone sia anche bravo (pur con qualche limite) nel costruire la tensione superficiale e nell’arrivare al climax con una certa spinta propulsiva è tutto di guadagnato, anche utilizzando la perversione dello sguardo e l’incredibile trucidità degli omicidi come rampa di lancio sopra questa valle dell’orrore, della tortura e del sadismo più puri.
TITOLO | Terrifier 3 |
REGIA | Damien Leone |
ATTORI | David Howard Thornton, Lauren LaVera, Elliot Fullam, Samantha Scaffidi, Chris Jericho, Margaret Anne Florence, Jason Patric, Jenna Kanell, Antonella Rose |
USCITA | 7 novembre 2024 |
DISTRIBUZIONE | Midnight Factory |
Tre stelle e mezza
Vorrei davvero vederlo ma per colpa di sti cialtroni della midnight che continuano a scrivere falsamente che il film è 14+ quando in realtà il 30 ottobre è stato classificato 18+ dalla commissione non potrò andare perchè ovviamente la sala sarà presa d’assalto dai marmocchi che faranno casino e rovineranno la visione agli spettatori più adulti. Sarebbe veramente da denunciare sta ditta di cialtroni, spero che qualcuno segnali la cosa al ministero, SI DEVONO SOLO VERGOGNARE