Il Teatro Eliseo cambia: Roger sostituisce Morte di un commesso viaggiatore

Il Teatro Eliseo cambia: Roger sostituisce Morte di un commesso viaggiatore

Il Teatro Eliseo ha deciso di effettuare un cambio di programma: Roger, il monologo scritto e diretto da Umberto Marino e interpretato da Emilio Solfrizzi, sostituisce Morte di un commesso viaggiatore.

A seguito della grande attenzione che sta riscuotendo lo spettacolo Roger e del concomitante annullamento dello spettacolo Morte di un commesso viaggiatore (interpretato da Alessandro Haber e Alvia Reale), la direzione ha deciso di attuare il seguente cambio di programma: Roger, il monologo scritto e diretto da Umberto Marino e interpretato da Emilio Solfrizzi, previsto da domani al Piccolo Eliseo, verrà spostato dal 24 al 29 marzo sul palcoscenico della sala grande.

Teatro Eliseo Morte di un commesso viaggiatore - Alessandro Haber
Morte di un commesso viaggiatore: Alessandro Haber
Foto di Alessio Ciaffardoni

Note di regia

L’azione si svolge interamente su un campo da tennis e rappresenta un’immaginaria e tragicomica partita tra un generico numero due e l’inarrivabile numero uno del tennis di tutti i tempi, un fuoriclasse di nome Roger. Chi si trovasse a dare un’occhiata al testo letterario e poi al monologo teatrale che ne ho tratto, troverebbe una grande differenza con lo spettacolo che vedrà: tutto l’apparato realistico, compresi oggetti di scena ed effetti sonori, sulla scena non c’è. Man mano che insieme a Emilio Solfrizzi mettevamo in scena il testo ci siamo resi conto che potevamo elevare la posta della nostra scommessa puntando a una rappresentazione completamente affidata alla centralità della parola e dell’attore. Mi sono ricordato del “cuntastorie”, una arcaica forma di attore totale siciliano di cui racconta Pitré, un attore di strada provvisto di tre panche per il pubblico e di due spade, unici supporti per raccontare e rappresentare al suo pubblico l’intero ciclo della tavola rotonda.

Così, forte dell’interprete che avevo, ho cominciato a togliere e a semplificare, fino a che in scena sono rimaste solo le poche righe bianche che disegnano un campo da tennis e due sedie, quelle sulle quali, nei cambi campo, i tennisti si riposano. Appena siamo stati in grado, da molto presto, abbiamo cominciato a ospitare degli spettatori. Prima due, poi quattro, dodici, trenta, per mettere a punto e verificare gli effetti comici e quelli drammatici. Gli spettatori ci hanno detto che avevano visto il campo, l’arbitro, la palla, la racchetta, i colpi e, fidandoci di loro, affrontiamo una verifica più vasta e impegnativa, sperando che la metafora, prima nascosta e poi svelata, che il testo contiene trovi in questo modo la strada per arrivare al cervello e al cuore del pubblico che vorrà condividere con noi questa esperienza.

Umberto Marino

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