La recensione di Studio Battaglia, legal dramedy di Rai 1 tratto dalla serie originale The Split: la vita di una famiglia di avvocatesse si intreccia con i matrimoni (e soprattutto i divorzi) dei loro assistiti
Una famiglia di avvocatesse
Nella famiglia Battaglia le avvocatesse non mancano e sono le migliori di Milano: a partire da Anna (Barbora Bobulova), che lascia il prestigioso Studio Battaglia della madre Marina (Lunetta Savino) – in cui lavora anche la sorella Nina (Miriam Dalmazio) -per un nuovo incarico allo Studio Zander. Qui ritroverà Massimo (Giorgio Marchesi), vecchio flirt dei tempi dell’università, a cui all’epoca aveva preferito Alberto (Thomas Trabacchi), diventato poi suo marito. Il cuore del racconto sono proprio le donne Battaglia: tre divorziste e una futura sposa, la sorella Viola (Marina Occhionero). Quattro donne in fasi diverse della vita, ognuna coi propri sogni e turbamenti, unite da un amore profondissimo e da un’invincibile ironia che le ha sempre salvate, anche quando tutto sembrava crollare. Proprio come quando venticinque anni prima il padre Giorgio (Massimo Ghini) se n’era andato. Giorgio, che adesso è tornato.
Super cast italiano
Barbora Bobulova, Lunetta Savino e Miriam Dalmazio guidano un super cast tutto italiano in cui spiccano anche Giorgio Marchesi, Thomas Trabacchi, Carla Signoris e Massimo Ghini. La coralità è parte integrante di Studio Battaglia (qui la conferenza stampa di presentazione con il cast), una serie tv sofisticata che risulta impreziosita dal continuo botta e risposta tra i suoi buoni interpreti. Le vicende personali e professionali dei protagonisti risultano rigorose e si spingono verso i toni esterofili della serie originale – The Split – dalla quale è tratta l’intera vicenda. Volendosi attenere alla definizione di “legal dramedy”, non sembra mancare nessun elemento: la parte legale, il dramma e la commedia (nella quale, come prevedibile, si fa notare immediatamente proprio Carla Signoris).

Un punto di vista femminile
È sufficiente guardare pochi minuti di Studio Battaglia per capire che il punto di vista prevalente sia quello femminile. Non solo perché le protagoniste sono donne forti, con pregi e difetti ma in fondo risolte, pronte ad assumersi le proprie responsabilità. Si tratta di un racconto al femminile in ogni sua sfaccettatura semplicemente perché è quella l’ottica di riferimento, come spiegato dalla stessa Lisa Nur Sultan che ne ha curato la scrittura: “Studio Battaglia è un’arena in cui portare avanti un racconto contemporaneo e sfaccettato delle relazioni […], desideri, insoddisfazioni e aspettative che hai a 25, 35, 45 e 65 anni, e di come questi cambino con l’età. […] Parla di rapporti uomo/donna, educazione dei figli, sesso, desiderio di maternità, padri separati, corsi prematrimoniali, insomma… di vita. Un vero prestige drama popolare, con l’ambizione di dire cose nuove sul tema più scemo, allegro e doloroso di tutti: gli affari di cuore”, ha dichiarato.
Ristrutturazione della famiglia tradizionale
In un racconto decisamente moderno che strizza l’occhio allo stile dei legal a stelle e strisce, Studio Battaglia affronta un lungo caso orizzontale (la separazione dei Parmegiani) oltre ai numerosi casi di puntata. In essi è chiaro l’intento di mostrare le famiglia moderna, che nel corso dei decenni ha subìto vere e proprie ristrutturazioni a seguito di cambiamenti nella legislatura e nei costumi in generale. Largo quindi a unioni civili, accordi di riservatezza, tutela dell’immagine, famiglie omogenitoriali, congelamento degli embrioni, uso dei social media, eredità digitale e molto altro ancora. Il tutto infiocchettato in un’estetica rigorosa, fatta di studi legali impeccabili e abitazioni da rivista d’arredamento. Il rischio è quello di peccare di autenticità, ma in fondo è il 2022. E si vede.

Studio Battaglia è una produzione Palomar con Tempesta, in collaborazione con Rai Fiction. Scritta da Lisa Nur Sultan e diretta da Simone Spada, la serie tv va in onda su Rai 1 a partire da martedì 15 marzo per quattro prime serate. Nel cast: Barbora Bobulova, Lunetta Savino, Miriam Dalmazio, Giorgio Marchesi, Marina Occhionero, Michele Di Mauro, Thomas Trabacchi, Carla Signoris e Massimo Ghini.