La nostra recensione di Strange Darling, opera seconda di JT Mollner divertente (ma non così sorprendente) su manipolazione e controllo dei sentimenti e dello sguardo, con una conturbante e acida Willa Fitzgerald e un glaciale Kyle Gallner oltre al ritorno di Barbara Hershey
Se Strange Darling potesse parlare urlerebbe pulp a pieni polmoni, a partire ovviamente da Quentin Tarantino e passando per i vari Walter Hill, Sam Peckinpah e Robert Aldrich. Però l’opera seconda di JT Mollner è anche legata a piene mani allo zeitgeist contemporaneo, perché in fondo parla di quel tema e di quegli argomenti ormai tanto cari alla sensibilità attuale: tossicità delle relazioni, controllo ,manipolazione emotiva e in questo caso anche di sguardo e di narrazione. Lo fa però con un twist (neanche così sorprendente se si fa attenzione ai segnali precedenti) che arriva proprio sul midpoint, a metà spaccata, e che rovescia le prospettive sui personaggi dei bravi Willa Fitzgerald e Kyle Gallner.

Lui e lei
La Signorina (Willa Fitzgerald) e il Demone (Kyle Gallner) dopo un incontro casuale decidono di passare la notte in un motel, dove la donna propone un gioco sadomasochistico in cui lui finge di essere un serial killer e lei la sua vittima. Ma ciò che sembra un semplice gioco di ruolo si trasforma presto in una danza mortale, quando la verità sul passato dell’uno e dell’altra cominceranno ad emergere, e il sangue scorrerà a fiumi non risparmiando la vita di nessuno.

Questione di prospettiva
Che Strange Darling non ce la racconti proprio giusta lo si può dedurre già prima del colpo di scena che arriva precisamente a metà film, e che ci introduce al quarto dei sei capitoli che lo compongono. Capitoli raccontati in una sequenza non lineare, così come non è lineare il cambio di prospettiva che avviene sui due protagonisti come se in qualche modo l’aspetto tematico e diegetico coincidessero totalmente. E in fondo ha senso che, in una pellicola in cui è proprio il ribaltamento del punto di vista a rappresentare uno statement preciso, la non linearità rappresenti l’unico vettore possibile di racconto, in barba alla struttura drammaturgica classica.
Qui invece si alternano i piani, gli sguardi (prima il punto di vista è femminile, poi diventa maschile e così via) e soprattutto le certezze, grazie anche ad una confezione che rifiuta la patina in favore di una granatura sporca accentuata dalle luci al neon, dai colori brillanti e dall’uso del 35 millimetri. Il risultato, manco a dirlo, è quello di un film che miscela la cattiveria della messa in scena tra pulp e commedia nera acidissima alla volontà di sovvertire tutti gli stereotipi di racconto, e in cui l’unica chiave di lettura possibile è data dall’impossibilità di fornire un giudizio aprioristico perché ottenebrato dal pregiudizio, mentre tutto il resto del mondo narrativo si colora di sangue e di morte.

Teso e divertente
Ma Strange Darling è soprattutto un divertente e teso film di genere che coi generi sa lavorare, che sa in qualche modo comprenderli e riadattarli alle proprie necessità anche a costo di abbattere le barriere tra questi ultimi. Aspetto di fondamentale importanza quest’ultimo, poiché è proprio la capacità di indossare sempre una nuova pelle a rendere quest’opera seconda così magnetica ed esilarante, affabulatrice al limite dell’ipnosi, anche al netto di qualche piccolo passaggio a vuoto di scrittura o di alcuni comprimari sottoutilizzati (anche se la grande Barbara Hershey ci regala una performance micidiale, nonostante il minutaggio risicato).
In un mondo che muta alla velocità della luce e in cui la verità, a volte, non è altro che il racconto di una bugia filtrato, Strange Darling è cinema di buonissima caratura che lavora sulla manipolazione e sulla decostruzione delle certezze, aiutato dalle prove di livello dei suoi due protagonisti (specialmente la sensuale e corrosiva Willa Fitzgerald) e in cui anche la violenza sfugge alle regole del gioco. Immerso in un’atmosfera retrò e bagnato dalle luci di Giovanni Ribisi questo lungo inseguimento a parti invertite ha le atmosfere del cinema anni ’70 e la sfacciataggine di quello degli anni ’90, in un curioso mash-up che parte da Peckinpah passando per Tarantino, senza dimenticare un certo cinema italiano.
TITOLO | Strange Darling |
REGIA | JT Mollner |
ATTORI | Willa Fitzgerald, Kyle Gallner, Madisen Beaty, Bianca Santos, Steven Michael Quezada, Ed Begley Jr., Barbara Hershey |
USCITA | 13 febbraio 2025 |
DISTRIBUZIONE | Vertice 360 |
Tre stelle e mezza