Strange But True, di Rowah Athale con Nick Robinson, Margaret Qualley, Greg Kinnear, Amy Ryan e Connor Jessup, racconta in modo approssimativo la ricerca di una verità inaspettata, esplorando in modo slegato i dramma interiori dei personaggi.
Un punto di partenza poco funzionale
Il film Strange But True, di Rowan Athale, inizia con Melissa (Margaret Qualley) che si presenta nella casa in cui vivono la madre (Amy Ryan) e il fratello (Nick Robinson) del suo ragazzo, Ronnie (Connor Jessup). La ragazza è incinta e sostiene che il figlio sia di Ronnie, nonostante lui sia scomparso cinque anni prima, in un tragico incidente d’auto, quando si trovava con lei. La madre di Ronnie caccia Melissa di casa, ma non smette di indagare sulla sua assurda spiegazione dei fatti, finendo per scoprire che non tutti dicono il vero. Anche Philip, il fratello di Ronnie inizia a fare ricerche, sicuro che in ciò che dice Melissa c’è un fondo di verità. Coinvolgendo tutta la famiglia di Ronnie e anche la coppia che ora si prende cura di Melissa e della sua gravidanza, ognuno di loro cerca di capire cosa sia realmente successo, finendo per trovarsi in pericolo.
Un genere traballante
Il titolo del film già suggerisce che si avrà a che fare con qualcosa di strano e surreale, ma che ha un fondo di verità. Un thriller ambizioso, con la giusta dose di suspence e tensione, ma che sembra dover iniziare da un evento quasi soprannaturale per far realmente partire la storia. Tra tutte le persone che ruotano attorno a Ronnie e Melissa, forse sarebbe stato naturale e verosimile che la stessa Melissa indagasse e si chiedesse come fosse possibile rimanere incinta dopo cinque anni. E invece appare come l’unica persona disinteressata. Dai miracoli divini a quelli della medicina, fino all’istinto materno di fronte ad un bambino innocente, il film si riprende leggermente nella parte finale, in cui i nodi vengono al pettine, le tensioni familiari si allentano e aumentano quelle del tipico racconto thriller.

Una ripresa finale
La perdita di un figlio, di un fratello, di un primo amore, tutti elementi che funzionano e che creano l’alternanza tra passato e presente, ma che alla fine servono solo ad allungare una storia che prende una piega del tutto diversa. La tecnica, la seconda metà del film e la conclusione narrativa della storia funzionano, per non parlare delle interpretazioni di ottimi attori, tra cui Margaret Qualley, della serie The Leftovers e del film Once Upon a Time in Hollywood di Tarantino, Nick Robinson del tenn-movie Love, Simon e Connor Jessup, attore, tra l’altro, di serie tv come Falling Skies e American Crime. Come anche Amy Ryan e Greg Kinnear, perfette interpretazioni di genitori che affrontano in maniera opposta la morte del figlio.
Tra tecnica e narrazione
Tutto ciò che renderebbe Strange But True un ottimo film è però slegato dall’inizio del racconto, da dove parte la storia, che sarebbe forse stata più interessante con una linea di detection più marcata e collettiva, che non punta su gravidanze improbabili, ma più su frammenti confusi di un ricordo, su qualcosa che poi sia conforme a quella che è la verità. Un peccato insomma, considerando anche la regia che non confonde, nonostante i due piani temporali, e una fotografia simbolica, tra passato e presente, tra adolescenza e età adulta, con sogni e progetti che sono poi diventati solo ricordi lontani e dolori da sopportare. Ottimo il montaggio finale, anch’esso alternato, che crea la giusta tensione coerente con il genere.
Strange But True, di Rowan Athale, con Amy Ryan, Greg Kinnear, Margaret Qualley, Nick Robinson, Connor Jessup, esce nei cinema il 12 settembre distribuito da Notorius Pictures.