La nostra recensione di Solo Leveling – Reawakening, film riassuntivo della prima e anticipatore della seconda stagione dell’anime giappo-coreano: si confermano l’alto tasso di spettacolarità, la bontà del concept e il ritmo indiavolato ma i personaggi non hanno ancora mordente
Nonostante Solo Leveling – Reawakening sia stato diretto dal giapponese Shunsuke Nakashige con uno stile che ricorda altri prodotti nipponici, in realtà possiede un’anima per metà coreana a partire dall’ambientazione. Detto questo altro non è che un “greatest hits” dei momenti topici della prima stagione con una succosa anticipazione della seconda, e in quanto tale si porta addosso pregi e difetti della serie madre. Perché la creatura partorita dalla mente Chugong è quanto di più travolgente si possa trovare in termini di ritmo e pacing narrativi con una struttura da videogame perfetta per renderla accessibile anche ai non aficionados, anche se è costretta man mano a sacrificare introspezione e profondità.
La caccia continua
È passato più di un decennio da quando è apparso improvvisamente un percorso chiamato “cancello” che collega questo mondo a un’altra dimensione, e si sono risvegliate persone con poteri sovrumani chiamate “cacciatori”. I cacciatori usano i loro poteri sovrumani per conquistare i dungeon all’interno del cancello per guadagnarsi da vivere e Sung Jinwoo, un cacciatore di rango inferiore, è considerato il più debole di tutta l’umanità. Un giorno si imbatte in un doppio dungeon, uno di alto livello nascosto in uno di basso livello. Davanti a lui, gravemente ferito, si apre una misteriosa finestra di ricerca. In punto di morte Jinwoo decide di accettare la missione, la quale lo rende l’unica persona in grado di salire di livello.
Tra videogame e gioco di ruolo
A conti fatti Solo Leveling – Reawakening e tutta la saga in generale non sono così diversi da un’esperienza videoludica o da una partita a D&D. In un’opera in cui il personaggio principale parla principalmente di skills, di punti attacco o difesa, di modi per riacquistare salute il pensiero va subito alle dinamiche da gioco di ruolo in cui i personaggi vengono descritti con caratteristiche specifiche, hanno delle statistiche che li rendono più forti o più veloci, più scaltri o più intelligenti e che quindi ne rappresentano tutto sommato l’assetto identitario. Ecco, l’esperienza condivisa e l’intero mondo narrativo sono completamente o quasi forgiati su questo tipo di costruzione molto semplice, quasi schematica.
E d’altronde non c’è molto da fare quando parliamo di un film riassunto in cui gli eventi si susseguono ad una tale velocità da giustificare stacchi continui di arena, combattimenti spalmati su diversi livelli di fruizione (da quelli più fisici a quelli più psicologici, passando per i tranelli di qualche boss di fine “livello”), violenza anche abbastanza efferata ma sempre cinematografica e quindi innocua e un continuo rimpallo tra una dimensione e l’altra in cui le regole del gioco ci vengono esplicate continuamente da dialoghi un po’ troppo didascalici. Nonostante questo – o forse proprio per questo – la visione rimane divertente, anche in virtù di un’ottima animazione e di un buonissimo doppiaggio.
Solo Leveling – Reawakening è quindi il sunto ideale tra videogioco e gioco di ruolo, perché assorbe e miscela le dinamiche più coinvolgenti di entrambi i media per riproporre un racconto dal fiato lungo, in cui non c’è tanto spazio per approfondire i pochi elementi tematici perché un nuovo e più difficile livello con un nuovo e più difficile boss sta per arrivare. È quindi un divertissement nudo e crudo, che non ha l’ambizione di cambiare le carte in tavola quanto piuttosto quella di giocarsi al meglio quelle che ha già.
Personaggi cercasi
Chiaramente, per sua stessa natura, Solo Leveling – Reawakening soffre di una scrittura un po’ troppo sbarazzina, in cui i personaggi sono poco più che archetipi o pedine da spostare all’interno di una mappa per far sì che la narrazione possa proseguire. Sung Jinwoo rappresenta una parziale eccezione in questo senso, dato che comunque è l’unico personaggio ad avere un proprio arco di trasformazione, ma anche nel suo caso si ha spesso l’impressione di una costruzione un po’ troppo superficiale dei suoi conflitti interni, quasi da manuale e che fatica a trovare un approdo tematico.
È questo probabilmente il difetto più grande di un’opera di raccordo che funziona molto meglio se si conosce già il materiale e il mondo narrativo di partenza, ma che in virtù di un plot non particolarmente machiavellico e di una volontà di semplificazione di certe dinamiche e movimenti drammaturgici garantisce un paio d’ore piacevoli anche allo spettatore meno smaliziato. In ogni caso l’animazione dell’Estremo Oriente si conferma una fucina di storie e di mondi dal grande appeal internazionale, capace anche di assorbire degli elementi da Occidente per poi riadattarli alla propria sensibilità culturale.
TITOLO | Solo Leveling – Reawakening |
REGIA | Shunsuke Nakashige |
ATTORI | |
USCITA | 2, 3 e 4 dicembre 2024 |
DISTRIBUZIONE | Eagle Pictures |
Tre stelle e mezza