Sena, intervista: «Toni Servillo il mio singolo d’esordio, il cinema ispira la mia musica»

Sena
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Vi presentiamo la nostra intervista a Sena che ha debuttato con il singolo Toni Servillo

Il 20 settembre esce Toni Servillo, il singolo di debutto del progetto Sena, un’artista peculiare e atipica che ha deciso di mettere al centro del suo primo brano un attore incredibile della scena performativa italiana, Toni Servillo appunto. Dall’amore per il cinema alla passione per la musica, ecco che Sena, artista classe 1993, decide finalmente di farci ascoltare quello che ha dentro mettendo insieme le sue più particolari attitudini per creare così un brano senza fiato. Noi l’abbiamo intervistata!

Ciao Sena benvenuta, il 20 settembre è uscito il tuo singolo di debutto dal titolo Toni Servillo: come mai hai deciso di dedicare un singolo proprio a questo artista?

Ciao e grazie, in realtà è stato un po’ un caso, ovviamente Sorrentino è uno dei miei registi preferiti e apprezzo tantissimo Servillo che è un attore incredibile. L’ispirazione del pezzo è nata mentre guardavo “Loro” il film di Sorrentino, subito dopo averlo visto ho riflettuto sull’interdipendenza che si crea spesso in una coppia artistica, così come nelle relazioni personali. Ogni addendo di questa somma plasma l’altro e dall’altro è plasmato e spesso soltanto in questa dimensione di necessità ci sentiamo un’opera compiuta, per rimanere in tema cinematografico. Così è nata l’idea del ritornello “Come farebbe Sorrentino senza Toni
Servillo…”.

Quanto è importante per te il cinema nella tua produzione musicale?

Nella produzione musicale non so, onestamente non saprei quantificare, sicuramente alcune immagini tratte da film dei miei registi preferiti mi accompagnano o sono spunto per qualcosa fra quello che scrivo, come nel caso di questo brano. Ad esempio, la copertina del singolo, una foto di Francesco Colonnelli, è liberamente ispirata a una scena di uno dei miei film preferiti “I Tenenbaum” di Wes Anderson, cioè, per chi conosce il film, la scena in cui Richie Tenenbaum abbandona la sua carriera da campione di tennis e durante la partita si toglie le scarpe e rimane seduto in mezzo al campo, è una scena che mi rappresenta e mi ha sempre toccato molto e in più ha una fotografia incredibile.

Ti è mai capitato di scrivere una canzone e magari immaginare anche come potesse realizzarsi a livello scenografico?

Alcune volte mi capita di associare il brano che ho in testa ad un immaginario visivo, ad un video o a un certo visual di accompagnamento che ho in mente di realizzare, infatti, quando posso cerco di dare una mia idea anche scenografica, per videoclip e copertine, anche se mi affido a chi ha più competenze di me in questo ambito, cerco comunque di metterci del mio.

A chi ti ispiri da un punto di vista musicale?

Non mi ispiro a nessuno e probabilmente farei meglio a farlo, scherzi a parte faccio davvero fatica ad incasellare quello che scrivo in un genere o filone. Sono cresciuta con il cantautorato classico: De André, De Gregori, Guccini, Dalla, Fossati… e quello più di nicchia come Bertoli e Lolli. Ascolto l’indie della prima generazione, specie Le luci della centrale elettrica, Brunori, Dente, Dimartino, Truppi, Baustelle. Cristina Donà… Quando dico che l’artista vicino alla mia generazione che preferisco è Vasco Brondi tutti si stupiscono, perché il mio stile in realtà è molto diverso, ma credo che ognuno si esprima coi mezzi consci e
inconsci che ha e se tutti fossimo in grado di scrivere come i nostri idoli, ci sarebbero in circolazione un’infinità di “Imagine”.

Sappiamo che collabori con il programma televisivo di Canale 5 “Avanti un altro!”: ci sono stati degli episodi che magari ti hanno ispirato per la scrittura delle tue canzoni?

In realtà quello è semplicemente il mio lavoro ed è un mondo abbastanza distante da quello che scrivo, che invece rappresenta quello che sono io ed è il vero mezzo che mi permette di dire qualcosa, che magari non interesserà a nessuno (ma speriamo che a qualcuno sì!). La cosa che accomuna la mia esperienza in tv e il mio progetto musicale sono la scrittura, che è la mia passione da sempre e mi reputo fortunata a poter vivere facendo una cosa che mi piace e un lavoro creativo, perché in questo momento è un lusso non da tutti.

Lasciaci con un film di Servillo che ti ha segnato particolarmente!

Sicuramente “Il divo” credo sia il film più riuscito di Sorrentino e Servillo nei panni di Andreotti è epocale!

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