Searching, di Aneesh Chaganty è un thriller ad alta tensione, con un’idea vincente trasporta lo spettatore all’interno della vita dei protagonisti, quella di internet e dei social, una realtà di cui non si è mai abbastanza a conoscenza.
Una duplice scomparsa
Il film Searching, diretto da Aneesh Chaganty ruota attorno alla vita di David Kim (John Cho) e alla disperata ricerca della figlia Margot (Michelle La) che una sera scompare misteriosamente. Margot ha sedici anni, lei e suo padre hanno un buon rapporto, anche se non parlano spessa di quello che provano per quanto riguarda la morte della madre di Margot, avvenuta qualche anno prima. L’unica cosa che può fare David per ritrovare sua figlia, oltre ad informare la polizia, è cercare degli indizi sul suo computer, attraverso i social network. Da qui la particolarità del film che si svolge interamente sullo schermo di un portatile, a volte di un telefono o della televisione, ma pur sempre uno schermo, principalmente quello del computer di Margot.
L’ambivalenza
Aneesh Chaganty, oltre a creare un thriller avvincente, ricco di indizi e colpi di scena, mostra un mondo dominato dalle tecnologie e dai social, da quelli più comuni e riconoscibili, ad altri in cui diventa sempre più chiaro che gli strumenti virtuali a disposizione sono capaci di creare una realtà alternativa, un’altra vita. È possibile conoscere di più qualcuno se si riesce a guardare sul suo computer o sul suo telefono, come fossero una scatola nera pieni di segreti, ma non solo, perché senza questi strumenti David non sarebbe riuscito a sapere quello che è successo a Margot.
Una straordinaria regia
Searching, titolo che richiama la voce che appare sul web prima di digitare il nome di un sito (in italiano Cerca), è un altro elemento a favore del particolare modo in cui è girato il film. Ogni indizio deriva da una pagina web che viene aperta, da una finestra sui social, video o foto in cui c’è molto di più di quanto si possa immaginare. Lo spettatore, al fianco di David, scopre con lui cosa si cela dietro la scomparsa della figlia, impara o riconosce la miriade di possibilità che dà internet con una sorta di stupore e inquietudine, fino a chiedersi se le persone siano davvero così dominate dai social da vivere su quelli la loro vita, più che nel mondo al di fuori.
Alta tensione
Il film non esce mai dallo schermo perché è solo sul computer che David Kim e la stessa detective a capo dell’indagine (Debra Messing), possono trovare degli indizi. Sono le telefonate e le ricerche a portare David vicino alla verità, una verità inaspettata. La regia particolare di questo film funziona anche per la storia che è proprio grazie alla tecnologia che viene risolta, quella che si usa tutti i giorni. Searching segue le regole del thriller classico, nonostante un leggero calo a metà, si riprende subito spiegando perfettamente tutto ciò che a tratti, poteva sembrare inverosimile. Rischiava di farlo, ma nel corso della storia tutto acquista un senso.
Riflessioni amare
Searching è davvero un ottimo thriller e un ottimo esperimento filmico, anche se non il primo, con una straordinaria interpretazione di John Cho che riesce a trasmettere al pubblico la sorpresa e l’ansia verso le nuove tecnologie. Anche il messaggio del film, nonostante ci sia più di una tematica, è che per quanto ci si lamenti dei social e di internet, o per quanto li si difenda, non si può più vivere senza. Non utilizzarli può vuol dire, in certi casi, essere fuori dal mondo. Anche il consiglio di farne buon uso, non ha senso, perché i social network sono nati per un motivo specifico. Ma a volte, come succede a David, sono essenziali e senza di questi la scomparsa di sua figlia sarebbe rimasta avvolta nel mistero.
Searching diretto da Aneesh Chaganty, con John Cho, Debra Messing, Joseph Lee, Michelle La, Sara Sohn, Roy Abramsohn, esce nei cinema giovedì 18 ottobre distribuito da Warner Bros Entertainment Italia.