Sanremo 2025, Achille Lauro: «Il mio un brano a metà tra Elvis e il cantautorato romano»

Achille Lauro (foto Marcello Junior Dino)
Achille Lauro (foto Marcello Junior Dino)

Ecco cosa ha raccontato Achille Lauro nella conferenza stampa al Festival di Sanremo 2025 in cui partecipa con il brano Incoscienti giovani

Achille Lauro è stato protagonista in conferenza stampa al Festival di Sanremo 2025 in cui partecipa con il brano Incoscienti giovani e spiega il suo attuale momento e il futuro prossimo: «Ho preferito stare in disparte a lavorare sulla mia musica, all’estero puoi guardare il mercato italiano da fuori, le cose belle nascono quando hai il tempo per concepirle con calma, uscirà il disco di cui vado più fiero, seguito da un secondo sperimentale e tributo ai fan della prima ora, con sonorità americane.

Il Festival è una vetrina per presentare il proprio progetto, ho abbattuto certi pregiudizi su di me rivolgendomi a persone di età diverse, nel 2019 ero visto come un alieno su quel palco. Sono ambizioso, non voglio fare quello che si nasconde, ma al Festival ci sono dinamiche strane, chi non vince magari a volte ha più successo».

Parla del legame con il cantautorato della sua città: «Ho diversi miti e penso che ognuno abbia influito in parte a creare quello che sono, come Carmelo Bene. Questo brano è un incidente tra Elvis, Lave Maria di Schubert e il cantautorato romano che ho sempre amato, aveva un che di prezioso. Sono uscito a settembre con Amore disperato e ho colto un’accoglienza inaspettata che mi ha spinto a proseguire su questo filone».

Lo omaggerà pure questa sera nelle cover: «Guardo al futuro, non mi accorgo del presente e non rimpiango il passato, lo analizzo con sguardo malinconico. La canzone parla di sentimenti profondi, in amore serve lasciarsi andare e anche avere la forza di dire basta. Elodie è un interprete che vive le canzoni e ritengo, da autore, che fare l’interprete è un compito più difficile, è più complesso entrare in un vestito che non è il tuo. Far tuo un vestito che non è tuo è più complesso».

Confronta poi il Festival targato Amadeus e questo con la conduzione e la direzione artistica di Carlo Conti: «Sono due Sanremo e due grandi sfide diverse. Il primo doveva crescere, c’era il rischio che diventasse obsoleto, il secondo deve mantenerlo a tali livelli. Un festival che blocca un paese per una settimana e incide così tanto nelle classifiche è qualcosa di anomalo, paragonabile solo al Super Bowl per l’impatto che ha».

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