Sanremo 2023, conferenza Leo Gassmann: «Le amicizie con Bennato e Zanotti mi hanno reso più forte»

Leo Gassmann - foto Simone Biavati
Leo Gassmann - foto Simone Biavati

Ecco cosa ha raccontato Leo Gassmann, tra gli artisti in gara al Festival di Sanremo 2023 con il brano Terzo cuore, nella conferenza stampa il giorno dopo la sua prima esibizione

Leo Gassmann è tra gli artisti in gara al Festival di Sanremo 2023 con il brano Terzo cuore, in apertura della conferenza stampa del giorno dopo la sua prima esibizione ci dice: «Terzo cuore parla di un amore eterno destinato a non essere mai dimenticato. È il nostro cuore di scorta che non smetterà mai di battere e del quale è difficile fare a meno. Quando tutto sembrerà andare male ci sarà sempre il ricordo di un amore che ci darà la forza di reagire e di andare avanti. Uno dei principali problemi del pianeta è di non poter studiare, metabolizzare e interpretare il mondo intorno a te e questo provoca paura. I social abbattono stereotipi ma sono divisivi. Il tormento della nostra generazione è molteplice, dalla guerra ai nostri confini fino alle disparità economica e alla crisi climatica»

Quinto dopo la prima classifica provvisoria con i voti decretati dalla Sala Stampa: «Ci tenevo a ringraziare la critica, per me è un piacere essere ben accolto. Sono felice di avervi convinto perché Zanotti per me è un fratello maggiore, un amico che ha creduto in me sin dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti, è una persona davvero umile e dedica la sua vita alla passione per la musica. Quando dicono la classifica è lacerante perché partono dall’ultimo ma fa parte del gioco, è un onore essere in mezzo ai grandi nomi».

Il 24 febbraio uscirà La Strada per Agartha, il suo nuovo album, all’interno un brano davvero speciale: «Nel disco si trova il pezzo Caro Lucio ti scrivo, di risposta a L’anno che verrà, a cui tengo molto perché si ispira alla mia vena più cantautorale che voglio proteggere e riflette molto in effetti sulle paure della nostra generazione, l’ho scritto durante la pandemia e mette in primo piano la necessità di reggersi sui giganti del passato».

Ci racconta poi che rapporto ha con i suoi genitori e cosa ha fatto in questi ultimi tre anni: «I miei genitori erano molto orgogliosi di me, mi hanno scritto dopo l’esibizione di ieri sera. Sono il primo fan della mia famiglia, nella vita ho scelto di fare un’altra cosa, ho sempre cercato di farla con rispetto e con pazienza, è un percorso lungo, ho fatto il Conservatorio, loro sono stati bravi perché ero la seconda generazione di figli d’arte, a livello umano mi hanno trasmesso dei valori e mi hanno consigliato di vedere la musica come una passione e di concentrarmi anche sugli studi, mi sono laureato lo scorso anno, mi ha fatto stare bene e vedere la musica come una necessità e non come un lavoro. Sono stati tre anni difficili dopo il primo Sanremo, la vita mi ha premiato sul lungo termine in fatto di impegno, ci ho messo tre anni per lavorare al disco, non avevo fretta, ho fatto le mie esperienze. Mi sono iscritto tuttora all’Accademia di Cinema, sto studiando, lo faccio perché mi piace allenarmi, conoscermi, ascoltarmi. Il teatro ha una forma terapeutica, ti cura l’anima.»

Un percorso artistico lungo, tanta gavetta e adesso i risultati si vedono: «Ai miei coetanei dico di avere dialogo, confronto, di circondarsi di colleghi che siano anche amici, tutte le correnti di intellettuali e di artisti erano anche un gruppo di amici. Bennato mi sta raccontando tanto, mi racconta che un tempo i cantautori andavano a cena insieme per parlare, scrivere insieme. Non abbiate paura di sperimentare e di creare qualcosa di unico. Nei momenti bui tutto passa se hai l’affetto di chi ti vuole bene»

Edoardo Bennato non si è mai avvicinato al Festival né come autore né come artista in gara ma lo accompagnerà nella serata delle cover: «L’ho chiamato, ero in macchina e stavo andando in studio, li ho fatto questa proposta, mi ha detto subito di sì e sono rimasto sorpreso. Ci siamo rivisti a Napoli, ho visitato il quartiere dove è nato e cresciuto. Mi ha spiegato di avere accettato perché siamo simili, abbiamo gli stessi valori e lottiamo per le stesse cause. Canteremo brani che avremo il filone della pace, cercheremo di rappresentare questo messaggio»

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