RoFF17: Life is (Not) a Game, recensione del documentario sulla street artist Laika

RoFF17 - Life is (Not) a Game - Laika
RoFF17 - Life is (Not) a Game - Laika

La nostra recensione di Life is (Not) a Game, presentato oggi alla Festa del Cinema di Roma 2022: il documentario opera prima di Antonio Valerio Spera racconta uno spaccato di cronaca attuale attraverso le opere e lo sguardo della street artist Laika 1954 

Life is (Not) a Game è stato presentato oggi alla Festa del Cinema di Roma 2022. Il regista Antonio Valerio Spera entra nella studio dell’artista romana per documentare il processo creativo dietro le celebri opere di Laika 1954 che costituiscono dei diretti atti di denuncia contro la violenza e il razzismo.

Divieto di affissione Art.663 C.P

Laika 1954, questo è il suo nome d’arte completo, è una street artist romana. Le sue opere sono affisse in gran parte delle strade di Roma, visibili fino a che non vengono staccate e questo di solito accade poche ore dopo la loro affissione clandestina. Non si tratta solo di performance ma di veri e propri atti di denuncia estremamente provocatori ed ironici. Attraverso le creazioni di questa “attacchina”, così ama definirsi, il documentario ripercorre due anni di storia recente ponendo l’accento su temi attuali come la pandemia e le sue conseguenze, l’aborto libero, gli scontri, il caso di Patrick Zaki… per poi compiere un viaggio lungo la “rotta balcanica” per dare voce ai migranti, dimenticati dal mondo.

RoFF17 - Life is (Not) a Game - Laika 1954
RoFF17 – Life is (Not) a Game – Laika 1954

Laika 1954

All’interno del documentario viene dedicato uno spazio, seppur marginale e conclusivo, alle immagini del cane Laika che nel 1957 è stato mandato nello spazio dall’Unione Sovietica. La storia di questa cagnolina ha ispirato la scelta del nome d’arte ma anche un po’ la sua filosofia che si rifà allo spazio in quanto punto di vista da adottare per osservare meglio il corso degli eventi e capire cosa ci aspetta, non prima però di essersi immischiati nei fatti. E questo è quello che mostra il documentario e che fa Laika 1954 in quanto attivista politica. Il film infatti dopo aver toccato molto da vicino aventi attuali attraverso immagini, servizi di cronaca e viaggi sul posto, mostra l’artista indossare una tuta da astronauta e recarsi sotto il Parlamento europeo con un’opera molto forte intitolata, Future e una provocazione diretta «voi riuscite a vederlo?». Il concetto dello spazio richiama anche la sua volontà di non porsi limiti e l’anonimato, oltre ad essere parte integrante della sua performance, è funzionale proprio a questo obiettivo. All’interno del documentario la voce di Laika è alterata e ovviamente è sempre coperta dalla sua maschera e dal suo iconico caschetto rosso. La paura del regista era legata al fatto che si potesse perdere il contatto con il pubblico e che potesse diventare un documentario freddo. Ha deciso quindi di sostituire delle interviste formali a selftape che l’artista ha girato in autonomia e in totale libertà espressiva, senza vincoli. Ne consegue la sensazione di entrare quasi in confidenza con lei.

RoFF17 - Life is (Not) a Game - Antonio Valerio Spera
RoFF17 – Life is (Not) a Game – Antonio Valerio Spera

Life is (Not) a Game

Life is (Not) a Game, oltre ad essere il titolo del documentario è anche un’opera che Laika ha realizzato sulla rotta balcanica e che ha deciso di attaccare su uno dei muri del rifugio di questo gruppo di migranti. Ha intrapreso questo viaggio perché, quando ha deciso di voler toccare questo tema ha capito che un muro non sarebbe stato uguale all’altro e che fosse necessaria un’azione più forte. Il “game” è la definizione, da parte della polizia, del tentativo dei migranti di attraversare il confine con la Croazia ma indica anche l’animo giocoso di Laika che traduce in una sprezzante ironia, molto presente nelle sue opere. Nel titolo del film il “not” è messo tra parentesi perché nasconde un’ambivalenza, propria anche dell’artista.

L’arte e la critica sociale 

La pandemia ha condizionato la vita di tutti. Per Laika ha significato non poter più vivere l’esperienza adrenalinica di attaccare le sue opere clandestinamente in giro per le strade e decide quindi di trasformare le sue creazioni in post da pubblicare. L’effetto è sempre lo stesso e la potenza rimane invariata, cambia solo la modalità di condivisione. Il documentario si apre proprio sul fenomeno Coronavirus e sul razzismo iniziale verso la popolazione cinese. Laika decide di esporsi affiggendo l’opera, #Jenesuispasunvirus, che diventa un vero e proprio contenuto virale. Il secondo tema che viene trattato è la detenzione di Patrick Zaki attraverso l’affissione del poster, L’Abbraccio, nei pressi dell’ambasciata egiziana a Bologna. L’artista si espone anche su temi come l’approvazione della legge per l’aborto in Argentina, la particolarità di questo caso è che Laika decide di donare l’opera all’ambasciata argentina recandosi personalmente sul posto. Un altro tema affrontato è quello dello sfruttamento dei braccianti nei campi a cui questa volta dedica un murales permanente rendendo la denuncia ancora più potente. La narrazione di queste tematiche si conclude con un’intervista a esponenti specifici di ogni argomento.

RoFF17 - Life is (Not) a Game - Laika 1954
RoFF17 – Life is (Not) a Game – Laika 1954

Life is (Not) a Game non è il classico documentario celebrativo sulla vita e carriera di un artista ma vuole essere un film di denuncia che ha come protagonista Laika 1954 e le sue creazioni. La macchina da presa segue l’artista in tutti i suoi spostamenti, compresi i blitz notturni per la città ma non è mai invadente. La musica scelta non è pomposa ma rispecchia l’animo dinamico e irriverente dell’artista.

Life is (Not) a Game. Regia di Antonio Valerio Spera con Laika 1954. Uscita Gennaio 2023, distribuito da Kimera Film e Morel.

VOTO:

4 stelle

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