Roma, recensione del film di Alfonso Cuarón, vincitore del Leone d’Oro a Venezia

Cleo roma cuaron

La nostra recensione di Roma, il film di Alfonso Cuarón presentato alla 75ª Mostra del Cinema di Venezia e vincitore del Leone d’Oro: un’opera frutto di un artista che sa esattamente cosa vuole dire e come vuole dirlo

Diciassette anni fa, Y Tu Mama Tambien uscì nelle sale messicane e fu presentato in occasione della 58ª Mostra del Cinema di Venezia, dove fu premiato per la Migliore Sceneggiatura e con il Premio Mastroianni al suo protagonista Gael Garcia Bernal. Dopo  quasi 20 anni il suo talentuoso regista Alfonso Cuarón è tornato in patria per girare il suo nuovo capolavoro.

Cuaron Roma
Cuarón e Yalitza sul set.

“It’s not what it’s about, it’s how it’s about it” – R. Ebert

Il regista ha confermato che il 90% del film è tratto direttamente dalla sua infanzia. Una pellicola violentemente realistica, nella quale gli eventi, scontrandosi l’un l’altro, plasmano le vite e le emozioni dei diversi personaggi. Dal punto di vista prettamente visivo, non esiste un altro film come Roma. Si riafferma fin dalla prima sequenza l’indiscusso talento del regista. Ogni singola inquadratura di quest’opera potrebbe essere sezionata e studiata a parte. La vicenda narrata, seppur tratta da eventi reali, è fittizia, tuttavia, tramite il superbo utilizzo del bianco e nero e un tono incredibilmente realistico, allo spettatore sembra quasi di rivivere l’infanzia stessa di Cuarón. Non ci sono molti primi piani, né carrellate in avanti. Così facendo, il regista pone una barriera tra la pellicola e lo spettatore, relega a quest’ultimo il ruolo di osservatore obiettivo, che può solo assistere alla narrazione, talvolta dolorosa, ma non può agire o intervenire in nessun modo.

Non solo una vicenda personale

Con Roma sbirciamo in un mondo in cui la vita è imprevedibile, talvolta fragile e brutalmente imparziale. Il regista costruisce una narrativa in cui il dislivello fra le diverse classi sociali è marcato ed evidente. Città del Messico, 1971, al centro della storia vi è Cleo, una domestica indigena mesoamericana, al servizio di una tipica famiglia borghese, di cui fanno parte il Dottor Antonio, la moglie Sofia, quattro figli e un cane. La pellicola racconta il consueto con l’inconsueto. Non solo dal punto di vista pro-filmico, con una composizione e una serie di tecniche cinematografiche meticolosamente studiate nel dettaglio, fra le quali spiccano dei piani sequenza che lasciano senza fiato lo spettatore, ma anche dal punto di vista narrativo. Se nella prima parte Cuarón presenta una vita quotidiana relativamente tranquilla, arriviamo a un punto della narrazione in cui le cose prenderanno una piega inaspettata per Cleo e per la famiglia stessa. Il dramma è insieme personale e collettivo. Il disagio e l’angoscia invadono la famiglia borghese e la città nella sua interezza, con tensioni sociali e militari, che sfociano nel massacro del Corpus Christi. In una scena assistiamo perfino ad un terremoto che scuote le fondamenta di un edificio, andando ancor di più a sottolineare come un’esistenza tranquilla può essere annientata in qualsiasi momento.

Cuaron riprese
Cuarón a Città del Messico per le riprese di Roma.

La notte è più buia subito prima dell’alba

La pellicola termina lasciando poche consolazioni alla nostra protagonista. La forza predatrice degli uomini che sono entrati nella vita di Cleo e Sofia, le ha lasciate profondamente ferite. Nonostante l’affresco di una vita pericolante e incerta, Cuarón con questo film elogia la capacità dell’essere umano, e in particolar modo delle donne, di superare tramite una strabiliante forza d’animo, anche le situazioni più ardue e problematiche. E questa è solo una delle numerose caratteristiche che rendono Roma uno dei film più belli della storia.

(recensione di Marco Romagnoli)

Roma è l’ultimo film di Alfonso Cuarón, con Yalitza Aparicio, Marina de Tavira, Diego Cortina Autrey e Nancy Garcia Garcia. Uscirà sulla piattaforma Netflix entro la fine dell’anno. La data non è stata ancora annunciata. In più è prevista anche un’uscita nelle sale in diversi Paesi, fra cui l’Italia.

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