RoFF17: Era ora, recensione della dramedy con Edoardo Leo sull’importanza del tempo

Era ora - Barbara Ronchi ed Edoardo Leo (foto Vision Distribution)
Era ora - Barbara Ronchi ed Edoardo Leo (foto Vision Distribution)

La recensione di Era Ora, dramedy sul valore del tempo diretta da Alessandro Aronadio con protagonisti Edoardo Leo e Barbara Ronchi, presentata alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public

Edoardo Leo e Barbara Ronchi sono la coppia sposata protagonista di Era Ora, una commedia con forti venature drammatiche che riflette sul tempo e sulle occasioni perdute. Diretta da Alessandro Aronadio, che torna a lavorare con Leo dopo Io c’è, è stata presentata nella sezione Grand Public della 17ª Festa del Cinema di Roma.

Anno dopo anno

Dante (Edoardo Leo) è un perito che lavora per una grande compagnia assicurativa, è sposato con Alice (Barbara Ronchi) che fa la disegnatrice per bambini e, soprattutto, è un ritardatario cronico. Ed è proprio grazie ad uno dei suoi innumerevoli ritardi che si sono conosciuti, durante una festa di Capodanno di qualche anno prima. Suo padre Marcello (Massimo Wertmüller) vive invece in una grande casa di riposo e deve lottare contro una forma di Alzheimer in stato avanzato, mentre il suo migliore amico Valerio (Mario Sgueglia) è un insegnante che vive alla giornata, senza preoccuparsi troppo del futuro. Il giorno dopo il suo 40° compleanno Dante si risveglia credendo che sia tutto come al solito, ma scopre che Alice è incinta di una bambina. Com’è possibile? Basteranno pochissimi minuti prima che Dante realizzi che è trascorso un intero anno che lui ha vissuto ma che non ricorda, come se il tempo fosse andato in avanzamento veloce, e che quello è il giorno del suo 41° compleanno. Mentre alla fine di ogni giornata Dante salterà di anno in anno e il suo mondo andrà sempre più in pezzi, dovrà cercare di rimettere le cose a posto per fermare questa cavalcata inarrestabile del tempo.

Era ora - Edoardo Leo e Massimo Wertmuller (foto Vision Distribution)
Era ora – Edoardo Leo e Massimo Wertmuller (foto Vision Distribution)

Tempus fugit

Quella di Dante non è una classica storia alla Groundhog Day, in cui il tempo si riavvolge di giornata in giornata perché il protagonista possa rivivere più o meno gli stessi momenti; qui accade esattamente il contrario. In Era ora Dante si trova nella condizione di essere costretto a rincorrere il tempo, in un meccanismo che prevede una posta in gioco molto più alta e molto meno controllo. Non solo il protagonista mancherà di vivere pezzi importantissimi della propria vita (come ad esempio la nascita della figlia), ma si renderà sempre più conto di essere parte di un ingranaggio che non funziona come dovrebbe e non solo per quanto riguarda i salti temporali. È la vita stessa di Dante infatti quella che si sta sgretolando sotto i suoi piedi, a partire dal suo matrimonio con Alice fino al rapporto con il padre o il suo migliore amico. Paradossalmente invece il suo lavoro va sempre meglio, poiché è l’unica cosa a cui Dante sembra tenere davvero.

Era ora - Edoardo Leo (foto Vision Distribution)
Era ora – Edoardo Leo (foto Vision Distribution)

Il potere dello star fermi

Dante corre, Dante corre senza sosta. Corre talmente tanto che ha dimenticato quanto sia importante, di tanto in tanto, fermarsi a riprendere fiato. E dato che il destino è cinico e spietato, la pena data dal contrappasso per analogia sarà che il tempo corre insieme a lui, più di lui. L’odissea (o in questo caso la discesa all’inferno) di Dante in Era ora è un viaggio all’interno della sua interiorità, un percorso necessario ed inevitabile che lo porterà a comprendere finalmente quali vorrà che siano le priorità della propria vita. Per farlo però sarà necessario rallentare, dare valore a quel tempo che prima utilizzava come merce di scambio per una maggiore stabilità economica e professionale. In un mondo che il tempo sembra volerselo mangiare, in cui scadenze e appuntamenti scandiscono il tempo di ogni giornata, quello del restare fermi è quindi un atto incredibilmente coraggioso e dirompente, l’unico rimedio che forse abbiamo per riscoprire il piacere delle cose che stiamo lasciando per strada. Come i primi passi di nostra figlia, un giro sulle montagne russe con il nostro migliore amico o una colazione fatta lentamente, assaporando fino all’ultimo morso di un pancake.

Il valore dei legami

Le nostre vite sono fatti di legami, alcuni duraturi e altri meno, ma tutti fondamentali per definire chi siamo o cosa vogliamo. Se Alice quei legami li cerca e li accoglie fino in fondo, Dante sembra darli per scontati o non ritenerli così importanti. Ecco che allora il rapporto col padre Marcello è fatto di frecciatine, di parole dette a mezza bocca, di recriminazioni per errori passati sui quali Marcello non ha più alcun potere. Ed ecco che l’Alzheimer, che lentamente sta decimando i ricordi e la personalità di Marcello, diviene una metafora potente sulla possibilità di fermare il tempo anche attraverso quegli stessi ricordi, per poterli poi osservare da lontano con uno sguardo diverso e rinnovato. Con meno acredine, meno pregiudizi e più comprensione verso le azioni di coloro che ci hanno feriti e provare così, se non a perdonare, quantomeno a lasciar andare. Ed è in questa rappresentazione così sincera e precisa del valore dei legami che tiene prigioniero il tempo, che Era ora ci dice qualcosa di importante.

Era ora - Barbara Ronchi (foto Vision Distribution)
Era ora – Barbara Ronchi (foto Vision Distribution)

L’arte come salvezza

Alice è un’artista e, come tale, ha la possibilità di manipolare il tempo attraverso la sua arte. Il suo percorso all’interno del film è perfettamente opposto a quello di Dante, perché lei ha già tutti gli strumenti di cui necessita. Gli sguardi tra Edoardo Leo e Barbara Ronchi (bravissimi entrambi) che cambiano nel corso degli anni, le loro parole, i loro gesti rappresentano quelli di una relazione che cresce, si incrina, sembra sul punto di spezzarsi del tutto ma poi riesce a rimanere ancora parzialmente integra. E se Alice riesce a trovare rifugio nella sua arte per raccontare e fotografare questi cambiamenti, Dante sarà costretto a trovare una chiave di volta diversa: il dialogo, l’ascolto, la comprensione che fin lì gli sono mancati saranno le armi che avrà a disposizione non per annullare la sua “maledizione”, ma piuttosto per accoglierla come una benedizione o come un regalo del destino. In fondo il tempo è di tutti, ma non appartiene a nessuno.

Era ora. Regia di Alessandro Aronadio con Edoardo Leo, Barbara Ronchi, Massimo Wertmuller, Mario Sgueglia e Francesca Cavallin in uscita prossimamente nelle sale distribuito da Vision Distribution.

VOTO:

Tre stelle e mezzo

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