La recensione di Ritratto di famiglia, commedia scritta e diretta da Roschdy Zem: il sottile confine tra sincerità e cattiveria, per un bell’esempio di cinema francese
Senza filtri
Moussa (Sami Bouajila) è sempre stato gentile, altruista e presente con la sua famiglia. Al contrario di suo fratello Ryad (Roschdy Zem), noto presentatore televisivo, che viene rimproverato da chi lo circonda per il suo egoismo. Lo difende solo Moussa, che per lui ha una grande ammirazione. Una sera Moussa sbatte violentemente la testa cadendo e subisce un trauma cranico. Irriconoscibile, inizia a parlare senza filtri e dice a parenti e amici scomode verità. Finisce per litigare con tutti, tranne con Ryad…
Una storia parzialmente autobiografica
Ritratto di famiglia (Les Miens nel titolo originale) è la commedia diretta da Roschdy Zem e da lui scritta in collaborazione con Maïwenn. Il cineasta ha delineato la sua storia partendo da una vicenda autobiografica, ovvero un incidente occorso al fratello che ha avuto l’effetto di disinibirlo e renderlo ferocemente schietto. A Moussa, interpretato con precisione da Sami Bouajila, accade esattamente la stessa cosa: il suo carattere mite si trasforma e lo spinge verso il sottile confine che esiste tra sincerità e cattiveria. La famiglia ne subisce gli effetti rimanendo attonita. Non è semplice per nessuno accettare i suoi giudizi diretti e per nulla diplomatici, i quali innescano inevitabilmente una serie di dinamiche che vanno dalla commedia al dramma con naturalezza.
Un bell’esempio di cinema francese
La parte più riuscita di Ritratto di famiglia sono proprio i personaggi e le dinamiche che si creano tra di loro. Ognuno ha una storia e un carattere ben definito, ognuno è in grado di farsi portavoce di una generazione e di una classe sociale. Ad essere immortalata è una famiglia francese come tante – poco importa la sua origine étrangère -caratterizzata da affetto, litigi, crisi, tolleranza, incomprensioni. È da questo che deriva l’anima farsesca della commedia, capace di essere vivace ma al tempo stessa anche riflessiva. Un bell’esempio di cinema francese, ben scritto e animato da dialoghi brillanti in cui nulla è davvero superfluo.
Crollo e rinascita del sistema familiare
Presentato a Venezia 79, la pellicola ha la capacità di scavare nell’animo umano in un modo che non potrebbe essere più concreto. Supportato da un valido cast in cui brilla la stessa Maïwenn, Roschdy Zem traccia i contorni di una famiglia in cui è facile immedesimarsi. La sua è una coralità intelligente in cui l’attacco alla borghesia è leggero ma acuto, che riesce a capovolgersi proprio quando la rotta sembrava ormai tracciata. Che sia per cattiveria o per realismo, Moussa scoperchia il cosiddetto vaso di Pandora e ciò che ne esce fuori è un’incredibile quantità di non detti che rischia di far crollare l’intero sistema familiare. Eppure è proprio allora che i membri della famiglia avranno l’occasione di fare il salto di qualità. E lo faranno.
Ritratto di famiglia. Regia di Roschdy Zem, nel cast insieme a Maïwenn, Sami Bouajila, Rachid Bouchareb, Meriem Serbah, Abel Jafri, Anaide Rozam, Nina Zem, Carl Malapa e Lila Fernandez, al cinema dal 31 agosto 2023 distribuito da Movies Inspired.