Rendez-Vous, il Festival del nuovo cinema francese, torna a Roma all’Arena Nuovo Sacher, dall’1 al 6 luglio 2020, con un’edizione speciale en plein air. Tra le anteprime Roubaix, una luce di Arnaud Desplechin e Papicha di Mounia Meddour.
Rendez-Vous, il festival del nuovo cinema francese, torna a Roma all’Arena Nuovo Sacher, dall’1 al 6 luglio 2020, con un’edizione speciale en plein air, nel rispetto delle norme. Iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, la manifestazione è realizzata dall’Institut français Italia, co-organizzata con UniFrance. Il responsabile del progetto è Benoît Blanchard e la direzione artistica è affidata a Vanessa Tonnini. BNL – Gruppo BNP Paribas, per il decimo anno consecutivo, è sponsor principale della rassegna. Il festival beneficia anche del sostegno della Fondazione Nuovi Mecenati – fondazione franco-italiana per la creazione contemporanea – di Brioni, dell’Hotel St Regis Rome, di Yves Rocher, di France 24 e Air France, vettore ufficiale.
I grandi autori del cinema francese
Ad aprire questa edizione speciale, il 1° luglio alle 21.30, nella cornice dell’Arena Nuovo Sacher, è l’anteprima nazionale di Roubaix, una luce, l’ultimo lungometraggio di un cineasta amatissimo in Italia: Arnaud Desplechin, cui il festival, appena due anni fa, ha dedicato un focus speciale. Il film, in Concorso a Cannes 2019, distribuito da No.Mad Entertainment, sarà nelle sale in autunno.
In un’edizione che vede grandi autori ed autori emergenti cimentarsi e ridar nuova linfa al cinema di genere, anche Arnaud Desplechin si insinua in questo solco, con un’opera noir attuale e potente che sorprende per il radicale cambio di registro e per la profondità dei risultati. Considerato la quintessenza del cinema d’autore francese, il regista si cimenta, per la prima volta, con il reale e con un genere che non gli è familiare come il polar. A fare da sfondo e ispirazione alla storia, la sua città natale, ritratta nel malore di una profonda decadenza economica.
Partendo da un fatto di cronaca, ben raccontato da uno sconvolgente documentario di Mosco Boucault per France 3, Desplechin realizza un thriller sociale teso, febbrile e spirituale, animato dall’intensità teatrale dei suoi protagonisti: Léa Seydoux, Sara Forestier, Roschdy Zem, che per la sua intepretazione ha ottenuto i premi Lumière e César
Convinto che la finzione guadagni a essere uno specchio di indagine di quell’enigma che è il reale, il cineasta crea un noir che trascende elegantemente le strutture di genere per scandagliare gli abissi dell’essere umano e la miseria del mondo di oggi. «Per la prima e unica volta nella mia vita – spiega il regista – ho solidarizzato con due criminali: ho voluto riconsiderare le parole crude delle vittime e delle colpevoli come la più pura delle poesie».
Il cinema è donna
Secondo i dati del CNC, il numero di film diretto da donne, in Francia, negli ultimi dieci anni è aumentato del 62%. A confermare questo trend in crescita, un altro dato importante : il 40% delle opere prime prodotte nel 2019 sono dirette da cineaste.Per dar conto di questo cinema « al femminile plurale » composto di un caleidoscopio di voci eclettiche, lo speciale RDV ne offre una selezione variegata.
Tra gli esordi dirompenti della stagione, già rivelazione della 72° edizione del Festival di Cannes, il festival presenta, in anteprima italiana, Papicha – Non conosci Papicha di Mounia Meddour, distribuito da Teodora Film, nelle sale in autunno. Scoperto a Cannes nella sezione Un Certain Regard, insignito di un doppio César per la regista e l’interprete principale, la giovanissima Lyna Khoudri (che sarà anche nell’attesissimo film di Wes Anderson, The French Dispatch), acclamato in Francia, con oltre 2 milioni di euro di incasso, il film è tuttora bandito in patria, per motivi mai chiariti dal governo algerino.
Inno alla emancipazione femminile, dramma dei contrasti, solare, teso, vitale e commovente insieme, racconta la vita della giovane e brillante Nedjma (soprannominata “Papicha”), una studentessa universitaria algerina che sogna di diventare stilista, ma la sua vita è sconvolta da un’ondata di fondamentalismo religioso che fa precipitare il Paese nel caos. Determinata a non arrendersi al nuovo regime, Nedjma decide di organizzare con le compagne una sfilata dei suoi abiti, che diventerà il simbolo di un’indomita e drammatica battaglia per la libertà.
Dalla regista del film-rivelazione La Bataille de Solférino e della sorprendente commedia Victoria, arriva a Roma, in anteprima, SIBYL, prossimamente in sala con Valmyn Distribution.
Justine Triet firma, ancora una volta, una tragicommedia raffinata e provocante dedicata alle donne, un gioco di specchi sull’identità e sulle radici che la conferma come una delle figure più interessanti del nuovo cinema francese. Ad interpretare questa storia intrigante la strepitosa coppia: Virginie Efira e Adèle Exarchopoulos. La prima è Sibyl, una psicologa che ha abbandonato la scrittura per abbracciare la professione medica. La seconda è Margot, una giovane attrice disperata che contatta la psicoterapeuta invocando il suo aiuto. Ma si dà il caso che a Sibyl sia da poco tornata la voglia di scrivere: tra le due nasce così una sorta di transfert alla rovescia.
Se la critica, in quest’opera catartica dedicata alle donne, ha visto echi di Cassavetes e Tennesse Williams, Triet ha rivendicato la sua «ossessione» per Un’altra donna di Woody Allen.
Ancora nel solco degli autori più affermati del nuovo cinema francese, si posiziona Alice Winocour che, regista e sceneggiatrice già nota per Augustine e Maryland (presentati al festival Rendez-vous), si cimenta con PROXIMA in un genere tradizionale come la space story, ma in un modo originale e innovativo per offrirne la sua versione unica e raffinata, lontana dallo spettacolare.
Sarah (Eva Green) è un’astronauta francese che sta per lasciare la terra per una missione spaziale di un anno, Proxima. Mentre segue il rigoroso allenamento che le è imposto all’agenzia europea di Colonia, unica donna in un ambiente prettamente maschile (tra i colleghi spicca Matt Dillon), Sarah si prepara alla dolorosa separazione da Stella, la figlia di 8 anni.
La regista, capace da sempre di indagare con finezza e profondità le inquietudini dell’animo umano, dedica il film « alla storia di queste donne di cui non conosciamo la vita intima ». Attraverso il quotidiano dell’astronauta, raccontato con una attenzione quasi documentaristica e con una semplicità disarmante, Winocour tratteggia il magnifico ritratto di una donna, divisa tra l’attaccamento materno, i sensi di colpa e l’impegno professionale e firma un film femminista, nel senso più puro e libero del termine.
Ottimo esordio quello di Laure de Clermont-Tonnerre che con NEVADA – distribuito da Universal Pictures – orchestra un emozionante incontro tra i due generi americani per eccellenza: il western e il film carcerario.
Roman (Matthias Schoenaerts), detenuto in un carcere del Nevada, non ha più contatti con l’esterno né con sua figlia. Per tentare di farlo uscire dal suo isolamento, la struttura decide di inserirlo in un programma di riabilitazione in cui si addestrano mustang selvatici. Grazie all’aiuto dell’anziano allenatore (Bruce Dern) e al fianco di un cavallo imprevedibile come lui, Roman riesce, a poco a poco, a gestire la sua rabbia e a confrontarsi con il suo passato.
La cineasta, al suo primo lungometraggio, confeziona una storia romantica e commuovente, innovando, con grazia e realismo, il prison movie, esplorando il desiderio di libertà, il perdono e le seconde possibilità della vita, temi cari al co-produttore Robert Redford.
Chiude il festival, il 6 luglio: NOTRE DAME di Valérie Donzelli, commedia buffa e romantica su una donna che decide di ri-divenire architetto della propria vita.
Veterana della manifestazione – il suo film rivelazione La guerra è dichiarata ha aperto la II edizione del festival – la regista, in questo ultimo lungometraggio, presentato a Locarno, sorprende ancora una volta nel suo percorso di riscrittura della commedia romantica, con trovate folli e divertenti in un chiaro omaggio al cinema di Jacques Demy. « Amo la commedia – spiega Donzelli – e amo il burlesque: questo film è il mio modo di raccontare il mondo di oggi, con un mélange di pudore e poesia ».
Maud (la stessa Donzelli) è architetto e madre single di due bambini. Con l’ex ancora parte integrante del suo quotidiano, non riesce a trovare il giusto equilibrio tra carriera e vita sentimentale. Quando un malinteso le fa vincere il concorso per ristrutturare il sagrato di Notre-Dame, cominciano i guai.
Dichiarazione d’amore a Parigi, commedia gioiosa e clownesca, piena di fantasia e dolcezza, Notre Dame è impreziosito dalle performance di una banda di formidabili attori che affiancano la protagonista: Pierre Deladonchamps, Thomas Scimeca, Bouli Lanners e Virginie Ledoyen.
OSPITE SPECIALE – Arnaud Desplechin
Nato a Roubaix nel 1960, Arnaud Desplechin reinventa il cinema francese negli anni Novanta con film quali La Vie des morts (1991), La Sentinelle (1992) e Comment je me suis disputé… (ma vie sexuelle) (1996). Desplechin entra negli anni Zero con altri lavori minimalisti, poetici e sprezzanti come Esther Kahn (2000, dal romanzo di Arthur Symons), Léo en jouant “Dans la compagnie des hommes” (2003, dalla pièce di Edward Bond), I re e la regina (2004) e il grande successo di critica e pubblico Racconto di Natale (2008). Nel 2013 dirige il suo primo film statunitense, Jimmy P., interpretato da Benicio Del Toro e dal suo attore feticcio Mathieu Amalric. Torna in Francia per realizzare I miei giorni più belli (2015) e I fantasmi di Ismaël, film d’apertura di Cannes 2017.
Tappe italiane dello speciale Rendez-Vous 2020
Il festival Rendez-vous parte in viaggio. Una selezione di titoli saranno mostrati nelle tradizionali tappe del festival : Torino (Cinema Massimo e Arena), Cineteca di Bologna, Rouge et Noir di Palermo.
PREMIO France 24 | Rendez-vous, X edizione
Il tradizionale premio France 24, va quest’anno a PAPICHA | NON CONOSCI PAPICHA di Mounia Meddour, distribuito da Teodora Film, nelle sale in autunno.
Mounia Meddour
Nata e cresciuta in Algeria, all’età di 18 anni si trasferisce in Francia con la famiglia a causa delle minacce di morte ricevute dal padre, il regista Azzedine Meddour, durante la guerra civile. Dopo la laurea in giornalismo, studia regia al Centre Européen de Formation à la Production de Films (CEFPF) e alla prestigiosa Fémis di Parigi. Lavora inizialmente come documentarista, firmando tra gli altri Cinéma algérien, un nouveau souffle, e nel 2011 gira il suo primo cortometraggio di finzione, Edwige, che vince l’UniFrance Short Film Award e viene presentato con successo in numerosi festival internazionali. Non conosci Papicha è il suo esordio nel lungometraggio ed è stato accolto con entusiasmo all’ultimo Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard.
La motivazione : « un film coraggioso e indispensabile, un inno all’emancipazione delle donne che travolge per energia ed emozione».
- Biglietteria on line dal 27 giugno: sacherfilm.eu
- Le proiezioni sono in versione originale con sottotitoli in italiano.
- In caso di pioggia le proiezioni si svolgeranno al chiuso.
- La manifestazione si svolge nel rispetto delle norme vigenti.