Renato Zero presenta Atto di fede e i concerti al Circo Massimo: «Aspettatevi di tutto!»

Renato Zero - conferenza Atto di fede

Renato Zero presenta nell’incontro stampa al Campidoglio il suo nuovo progetto discografico/letterario Atto di fede e i quattro concerti evento al Circo Massimo: ecco cosa ha raccontato

Renato Zero ha presentato nella sala Marco Aurelio del Campidoglio a Roma il nuovo progetto Atto di fede, composto da un libro e da un doppio album di musica sacra (con ospiti illustri), e i quattro concerti evento previsti per settembre al Circo Massimo, dove canterà per la prima volta.

Presentando il nuovo lavoro il cantautore racconta di sentirsi rigenerato e poi il suo modo di vedere la fede: «Sono più determinato che mai, a spingermi è l’entusiasmo, la creatività e la volontà di rompere tutti gli indugi. Voglio ribellarmi contro un presente silenzioso e assopito, voglio dialogare con il nostro mondo, ricongiungermi al futuro e dare a lui una nuova possibilità. Quando mi faccio il segno della croce non è per esibizionismo. L’uso della fede deve scaturire da un bisogno individuale, il contatto con il Signore va desiderato personalmente prima di cercare di condividerlo. Ho grande rispetto per i sacerdoti e la Chiesa, ma ritengo che il rapporto con Dio debba essere soprattutto personale».

Nel nuovo progetto c’è la presa di coscienza che il nostro pianeta stia soffrendo per la presenza dell’uomo: «L’uomo è sempre più dominatore e non coinquilino, ha dimenticato la parola equilibrio ed è sempre più distaccato da Dio, che tendiamo a non frequentare più. La stanchezza intellettuale ci impedisce di raggiungerlo, la nostra esistenza deve tornare ad avere un valore e a ritrovare un armonia con il nostro mondo interiore e quello esterno. Cerco di immortalare in un momento artistico il caos dei nostri giorni, sentirci inadeguati e difettosi è uno stimolo per migliorarci. Questo lavoro mi inorgoglisce per aver creato i presupposti per parlare della fede che non è solo nei confronti di Dio ma anche del nostro operato, per contagiare con la speranza la risoluzione di certi problemi, per ritrovare la vicinanza e non disattendere il bisogno di contatto».

Sui giovani: «L’atto di fede deve essere verso loro stessi, comprendo che l’assetto geografico della famiglia sia cambiato, il giovane deve prendere consapevolezza che crescere è un diritto ma anche un dovere, farlo anche all’insaputa di un genitore distratto che non lo tutela va messo in conto».

Renato Zero - Atto di fede - cover



A fine settembre Renato Zero tornerà dal vivo per quattro concerti evento al Circo Massimo di Roma: «Lo ritengo un premio alla mia romanità, quello che manca a Roma è la voce dei romani, mi faccio gladiatore per conquistarmi ancora una volta l’applauso. Celebro i 70 anni con ostinazione, non rinuncio alla mia indipendenza, gli scopi di un virus sono quelli di modificare l’assetto della nostra società e umanità, come la guerra che ci rende tutti vittime o carnefice, non accetta la libertà. Mi aspetto che questa possibilità di riprendere il dialogo con il palcoscenico sia soprattutto un dialogo con il pubblico».

Parlando del contenuto dei live Renato anticipa: «I miei fan dovranno aspettarsi di tutto, l’albero di Natale ha sempre le stesse guarnizioni ma cambia sempre, Zerolandia non è stato un battito di ciglia ma resiste ancora nella memoria di un pubblico non incline a dimenticare. Voglio portare sul palco personaggi che hanno condiviso la mia storia e il mio percorso artistico, farò in modo di variare la line up per fare in modo che quelli ostinati che si sono presi i biglietti per tutte le sere non possano assistere allo stesso identico spettacolo. Ogni concerto ha un marchio di fabbrica, un copyright, cerco di non imitare nessuno. Sarò ancora originale nei miei costumi. In più mi avvalgo di un’orchestra molto nutrita, perché mi piace che ai professori non venga la ruggine ai polpastrelli, perché ritengo che i musicisti italiani – soprattutto nelle orchestre – siano eccellenti, ed il fatto di non potersi adoperare quotidianamente nell’esercizio delle loro funzioni è deleterio. Quindi avrò un’orchestra di tutto rispetto fatta di archi, fiati, percussioni, e avrò la band, che garantisce una sonorità moderna.».

Renato Zero - Zerosettanta live - banner

 



Riguardo gli abiti racconta: «Nella scelta del travestimento mi avvalgo dell’insegnamento del teatro greco, quando l’attore indossa la maschera per riconoscersi anche senza la maschera. Mi rifaccio ad Aznavour e ai grandi chansonnier francesi, che si presentavano spesso con una camicia senza neanche una giacca, oppure si toglievano la giacca nel mezzo del recital ed interpretavano la vita e le esperienze. Quando io mi presento tutto vestito, per ragioni sentimentali e anche di stupore – perché a me piace ancora stupirmi – delle volte mi guardo allo specchio e dico “Ma come te sei vestito?”, come dicevo anche in un video tanti anni fa. Questo senso di autocritica a me funziona tanto… l’esagerazione sì, però quando poi sono nudo di tutto, godo anche molto perché l’applauso non m’arriva perché il costume è bello o variopinto, ma perché sotto scoprono che là sotto c’è l’anima, che è la chiave che spiega il talento. Senza anima il talento sparisce e senza di esso siamo marionette».

E poi una sorta di critica ai giovani artisti di oggi: «Io non mi sono replicato, i miei pezzi sono tutti diversi: “Fiori d’arancio” è diverso da “Spalle al muro”. Quella è la cosa bella e dovrebbe essere la regola, ci vorrebbe più fermento nella musica. Noi vediamo oggi questi giovani che sono assolutamente degni di ogni considerazione ed attenzione.. però questo fatto di copiarsi il compitino non va bene. Mi piacerebbe lasciare lo scettro a dei ragazzi che portano innovazione e che fanno sfoggio non della sola creatività, ma che vanno a bussare al batterista, al bassista, al chitarrista, al tastierista, perché la musica da soli non si fa. È un soliloquio inutile e infruttuoso, perché far parlare un plugin non è la stessa cosa che far suonare un professionista».

Un’ultima battuta sulla condizione generale della nostra società: «Noi siamo tutti attori, oggi manca la regia, non solo nel mondo dello spettacolo ma nella conclusione di un rapporto. Ci vorrebbe per il lavoro, per la scuola, per il tempo libero, per il governo. Manca una bussola, un navigatore. Nascondersi al dovere è gravissimo. Manca la necessità di denunciare, non possiamo nemmeno accettare che siano gli altri a decidere il nostro futuro. C’è sempre il desiderio di un conflitto, ancora prima di questa guerra in Ucraina in qualche parte del mondo c’era un focolaio».

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Renato Zero – Atto di fede (foto Roberto Rocco)


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