Renato Zero, interpellato sul possibile erede Achille Lauro, sottolinea con una leggera vena polemica le notevoli differenze tra i due, mentre Lauro lo omaggia
Renato Zero, durante l’incontro stampa con i giornalisti per presentare il suo nuovo album, ha risposto anche alla domanda su cosa pensasse di Achille Lauro, da molti indicati come suo possibile erede, ed è subito stata montata una polemica ad arte da parte dei media. Questo è quello che in realtà ha detto esattamente Renato rispondendo su Lauro, parlando soprattutto si sé, più che di lui.
Le parole di Renato Zero
«Io ho iniziato che sgombravano le piste del Baccarà di Lugo di Romagna, o dell’Altro Mondo di Rimini, oppure del Picchio Rosso o del Picchio Verde e di tanti altri locali, non c’erano palcoscenici: sfollavano la pista da ballo e io nella mia nudità, che era poi ricoperta di piume, nudo di tutto, con un revox che è un registratore a nastro, dovevo cantare e rappresentarmi senza altro. Questo era il mio bigliettino da visita. Ora non è che con le piume io ci giocassi a fare il clown della situazione, perché quando vestito così cantavo “Qualcuno mi renda l’anima”, io parlavo di pedofilia, cantavo delle problematiche della periferia, della borgata, della gente che viene emarginata, in tutti gli ambiti. E quindi credo che questa differenziazione sia già utile e indispensabile per capire anche le modalità, i tempi e anche i rischi. Perché oggi forse Achille, con poca spesa riesce ad affermare le proprie ragioni, ma io mi dovevo fare un mazzo così, per affermare le mie».
Al giornalista che lo incalzava chiedendogli se gli fossero piaciute le esibizioni sanremesi di Lauro, Renato ha risposto: «Guarda, io i giudizi… Figurati, sono uno che è stato giudicato fino a stamattina, mi posso permettere di giudicare qualcun altro? Sarebbe un autogol clamoroso. Io amo tutti quelli che vogliono fare questo lavoro, a condizione che sappiano che la gente non va presa per il culo. Bisogna darsi, bisogna essere consapevoli di quello che si ottiene da questo lavoro. Che non è solo un riconoscimento economico, ma è la statura, è che ti senti appagato, è che ti senti ricco, voli… Che la gente, il tassista ecc “a Renati’, come stai?”, “Aoh c’è Renato”: questo abbraccio totale, costante che riesco ad ottenere dal marciapiede, forse è addirittura superiore all’applauso del Palaeur».
L’omaggio di Achille Lauro
Achille Lauro non si è accodato alla presunta polemica, ma il suo ufficio stampa (che è lo stesso di Renato Zero) ha diffuso una nota con la dedica che lo stesso Achille, interpellato da La Stampa, aveva fatto per omaggiare Renato in vista del suo 70° compleanno, smorzando immediatamente qualsiasi polemica: «L’incredibile voce di Renato ha unito e segnato generazioni. Ancora oggi provocatore, icona. Avanguardista, stendardo di ciò che oggi è la musica. Una musica che si guarda, che si veste di abiti e maschere che riflettono un concetto, un’idea, anche solo il semplice incarnare il puro concetto di “spettacolo”».
Prosegue Lauro: «Penso che anche grazie a Renato Zero quello che faccio oggi è così apprezzato dalle generazioni più grandi, con la differenza che negli ’70 la sua eccentricità simboleggiava, coraggiosa, una rivoluzione anticonformista. Sono cresciuto con il manifesto di libertà “Il triangolo no” come tutti i miei coetanei, ma ancora di più sono rimasto folgorato nel rivedere l’esibizione quasi metafisica di “Spalle al muro” al Festival di Sanremo del ’91. Un brano profondo, struggente, uno dei pochi brani italiani che riesce a metterti davanti al vero significato di fare i conti con il tempo che passa. Auguri Renato».
Renato Zero festeggerà i suoi 70 anni il prossimo 30 settembre, giorno in cui uscirà Zerosettanta – Volume Tre (clicca qui per acquistarlo su Amazon a soli 14 euro), primo dei tre cd che compongono il nuovo album, anticipato dal singolo L’angelo ferito.
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