Roma è de tutti, recensione: Luca Barbarossa tra dialetto romano e pop

Roma è de tutti

Roma è de tutti è il nuovo album di Luca Barbarossa che contiene brani inediti scritti in dialetto romano. Il disco contiene il singolo Passame er sale premiato a Sanremo con il Premio Lunezia per il miglior testo.

La filosofia 

Roma è de tuttiIl nuovo album di Luca Barbarossa, è uscito il 9 febbraio scorso. Si tratta di un lavoro all’interno del quale il cantautore esprime il proprio omaggio al dialetto romano. Già con il singolo Passame er sale al Festival di Sanremo 2018 Barbarossa ha manifestato la chiara intenzione di voler proporre una riscoperta di un linguaggio verbale particolare per un testo che gareggia in una competizione canora così stilizzata come il Festival. Non è un caso se la giuria, nell’esprimere il proprio giudizio, ha assegnato alla canzone del ragazzo con la chitarra il Premio Lunezia per il miglior testo. Nella motivazione espressa la giuria ha, infatti, sottolineato l’importanza della canzone romana presente per la prima volta sul palco del Teatro Ariston. A Barbarossa, dunque, l’onore e l’onere di un lavoro che sintetizza quella che potrebbe essere una nuova soluzione di rilancio della canzone italiana nel panorama musicale attraverso la fusione del popolare con il cantautorato.

Racconto di una città

Quello che si può evincere dall’ascolto generale dell’album è sintetizzato nel titolo Roma è de tutti, quarta traccia del disco. Il brano, in duetto con Fiorella Mannoia, è un’immedesimazione del cantante in quelli che potrebbero essere diversi punti di vista da parte di chi è “romano de roma” o da parte di chi ha trovato o vorrebbe trovare nella capitale il significato della parola “casa”. È delicato da spiegare un concetto come quello dell’accoglienza specialmente in relazione ad una realtà giunta ad essere un delirio che a stacce dentro ce vo’ pazienza”. Ma proprio perché Roma è de tutti allora se nell’album è celato un messaggio di accoglienza è giusto pronunciarlo vocalmente con quelle inflessioni dialettali che non generano una semplice pigrizia verbale bensì disegnano dei modelli grazie ai quali Barbarossa dà voce a quel senso di appartenenza e di affetto nei confronti di una determinata storia.

Ariston
Luca Barbarossa sul palco dell’Ariston

La giornata ideale

Dal primo fino al sesto brano la lettura dei testi propone un racconto di una giornata come tante di un cittadino romano. Come stai è un blues accerchiato da un ensemble formato da chitarra, batteria e basso. La struttura è quella di domanda e risposta sia testuale sia musicale; alle domande proposte nel testo verbale, con relative risposte, si affiancano incisi musicali in cui la chitarra chiama, mentre batteria e basso rispondono rispettivamente in contrattempo e in battere. Un colore più country viene impiegato in La dieta, canzone in cui l’ironia presente nella spiegazione della ricetta per la cacio e pepe nasconde l’effetto “stomaco chiuso” dovuto alla fine di una storia d’amore. Abbandona il carattere ironico Barbarossa quando scrive Se penso a te immaginando una lettera d’amore di un carcerato di Regina Coeli indirizzata alla propria moglie; la condizione di non poter esprimere il proprio amore in modo libero porta il protagonista al suicidio inteso come unica soluzione per riacquistare, sotto una diversa forma logicamente, quella libertà che può dargli finalmente la possibilità di riabbracciare un’ultima volta l’amata. La pennica è per molte persone quasi un atto dovuto dopo un succulento pranzo domenicale. Viene evidenziato l’aspetto conferito dalla tradizione romana ma se di tradizione si vuol parlare è ammissibile estendere il rito della pennica all’intero Paese. Per certi aspetti ricorda La Gatta di Gino Paoli caratterizzata, quindi, da un’accentazione ritmica stabile ma sottile associata ad un piacevole groove ridondante che concilia, come si suol dire, l’effetto pennica.

La (triste?) realtà

Dalla traccia numero 7 fino alla numero 11 il carattere dell’album diviene reale affrontando temi attuali in testi accompagnati da differenti scritture musicali. Madur (morte di un cittadino romano) è un duetto con il cantante Mannarino in cui l’ironia ritmica di uno slide eseguito dalla chitarra acustica viene contrapposta ad un testo che narra il pestaggio subito da un cittadino romano di colore da parte di un gruppo di ragazzi in una stazione metropolitana. Tutti fenomeni è una vera e propria denuncia contro l’atteggiamento dei politici italiani proiettata in una realtà più piccola, di quartiere, dove chi è stato finora nullafacente e perditempo vuole fare il fenomeno davanti agli altri. Questo produce un senso di schernimento proiettato a livello musicale dal ritornello eseguito da un coro di voci bianche. Via da Roma ha un carattere puramente nostalgico ma nasconde nelle parole una dichiarazione d’amore da parte di un cittadino che è rimasto nella città per quanto ha potuto ma che, purtroppo, riconosce di non essere fatto per una realtà così “stretta” come Roma. La città non resta a guardare, anzi accompagna le decisioni dei propri “figli” tanto che, idealmente, Barbarossa, quasi parlando per Roma, scrive “si proprio devi annà vattene pure, però nun te scordà che qui t’aspetto”. Di sonorità balcaniche percussive è piena La mota un brano che all’ascolto scatena un senso di danza condotta dal dialogo degli ottoni con l’immancabile chitarra che alimentano la struttura in levare delle sezioni strofiche della canzone. Se La pennica può far rimandare gli amanti della canzone d’autore ad un omaggio a La Gatta di Gino Paoli, Lallabai è dichiaratamente una dolce trasposizione in romano del termine Lullaby e altrettanto esplicito è l’impiego della melodia presente in Wiegenlied op. 49 n° 4 Guten Abend, gute Nacht, composizione liederistica di Johannes Brahms (1833 – 1897), meglio conosciuta come la Ninna Nanna di Brahms.

Date
Le date del tour teatrale di Luca Barbarossa

Per non dimenticare

Nell’album sono immediati i rimandi ad interpreti canori che hanno registrato le loro migliori performance cantando in dialetto romano. Pur non essendo conosciuti come cantanti possiamo ricordare l’interpretazione sulla sottile linea che separa la recitazione dal canto di Tanto pe’ cantà di Nino Manfredi così come, anni addietro, la figura di Ettore Petrolini nel teatro di varietà. Non si può, però, tralasciare una figura importante del cantare in romano alla quale può essere associata questa nuova versione di Luca Barbarossa. Il cantante non ha fatto trapelare nulla di simile dalle dichiarazioni nelle numerose interviste ma fa certamente piacere ipotizzare l’intenzione di scrivere un intero album in dialetto romano omaggiando, tra i tanti, Lando Fiorini, rinomato interprete che esportò il cantare in romano grazie alla prima versione del musical di Garinei e Giovannini Rugantino interpretando il cantastorie. L’interpretazione sanremese di Passame er sale ricorda un pò quella di un cantastorie contemporaneo capace di produrre un testo poetico come quello della canzone partendo da un gesto certamente banale ma presente nella quotidianità del vissuto.

Passame er sale di Luca Barbarossa è il singolo sanremese contenuto nella raccolta Roma è de tutti. Il disco è uscito il 9 febbraio 2018 distribuito dall’etichetta Margutta 86 Srl. 

VOTO:

Tracklist

1. Passame er sale
2. Come stai
3. La dieta
4. Roma è de tutti (feat. Fiorella Mannoia)
5. Se penso a te
6. La pennica
7. Madur (morte accidentale di un romano) (feat. Mannarino)
8. Tutti fenomeni
9. Via da Roma
10. La mota
11. Lallabai

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