Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice, recensione: Snyder, non ci siamo ancora

Rebel Moon - Parte 2: La sfregiatrice - Sofia Boutella (foto @Netflix)
Rebel Moon - Parte 2: La sfregiatrice - Sofia Boutella (foto @Netflix)

La nostra recensione di Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice, secondo capitolo della nuova ambiziosa saga sci-fi di Netflix sempre diretto da Zack Snyder con Sofia Boutella e Djimon Hounsou: c’è un miglioramento rispetto alla Parte 1, ma non è ancora sufficiente

Se la Parte 1 non ci aveva affatto convinti, Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice rappresenta un piccolo passo in avanti per Zack Snyder e il suo nuovo giocattolone sci-fi. Soltanto piccolo però, perché molti dei problemi che affliggevano il film precedente ritornano a partire da una scrittura un po’ troppo sciatta e superficiale, da una messa in scena piva di un pacing equilibrato ed adeguato e dalla recitazione legnosa di molti degli interpreti, tra cui la protagonista Sofia Boutella. Se non altro però, al secondo giro, Snyder si è dimostrato un po’ più deciso e centrato nelle intenzioni, poiché il potpourri precedente è stato sostituito da un war movie in piena regola che dà il meglio nel finale.

Rebel Moon - Parte 2: La sfregiatrice - Michiel Huisman (foto @Netflix)
Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice – Michiel Huisman (foto @Netflix)

Il seme della rivolta

Continua l’epica saga di Kora (Sofia Boutella) e dei guerrieri sopravvissuti che si preparano a sacrificare tutto, combattendo a fianco del coraggioso popolo di Veldt, per difendere un villaggio un tempo pacifico, una patria ritrovata per coloro che hanno perso la propria nella lotta contro il Mondo Madre. Alla vigilia della battaglia i guerrieri devono affrontare le verità del proprio passato, rivelando ciascuno il motivo per cui combatte. Mentre tutta la forza del Regno si abbatte sulla nascente ribellione, si formano legami indissolubili, emergono eroi e nascono leggende.

Rebel Moon - Parte 2: La sfregiatrice - Djimon Hounsou (foto @Netflix)
Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice – Djimon Hounsou (foto @Netflix)

Mantenere il fuoco

Lo avevamo già capito con il primo atto di questa saga a metà tra sci-fi e steampunk che Zack Snyder volesse portare in scena la propria idea di Star Wars, di quei personaggi e degli archetipi che rappresentano. Se Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice ha un merito è perciò quello di continuare con una certa coerenza stilistica e formale nel solco già tracciato dalla parte 1, ma questa volta il regista del Wisconsin confeziona un film dall’identità più precisa e meno camaleontica ricalcandone il tono e il passo sui grandi war movie degli anni ’40 e ’50 (almeno nelle intenzioni). Ça va sans dire ,Snyder non è certo David Lean o Fred Zinnemann e perciò la sua lettura extra-diegetica del conflitto bellico e dei conflitti politici e sociali che da esso maturano si limita a lambire la superficie.

Però a questo Rebel Moon – Parte 2: La sfregiata manca la chiarezza espositiva, il fuoco narrativo e tematico che nasce non dall’intenzione fine a sé stessa ma da una visione nitida e precisa, dalla capacità di non perdersi in scene troppo dilatate (tutto il primo atto è una sequela di inquadrature in slowmotion di campi di grano alternati a campi e controcampi tra persone che dialogano, neanche fossimo in un film di Malick) e soprattutto dal sapere esattamente ove portare il racconto. Tutti elementi che, al momento, non sembrano essere presenti con chiarezza nell’opera di Snyder, la cui grande spettacolarità si manifesta puramente a livello visivo e viscerale.

Rebel Moon - Parte 2: La sfregiatrice - Sofia Boutella (foto @Netflix)
Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice – Sofia Boutella (foto @Netflix)

Un ponte per il futuro

Come se non bastasse l’impressione che si ha è quella di un capitolo fortemente transitorio e quindi, per sua stessa natura, incapace di respirare e di vivere da solo. Per questo tutta l’operazione ha una parvenza di moncatura, con diverse sequenze di raccordo che sembrano inserite lì giusto per allungare il brodo mentre altre vengono interrotte senza il necessario sviluppo (vedere i vari flashback su Kora). Senza parlare poi della rappresentazione manichea di tutte le figure di riferimento principali, dalla protagonista ai deuteragonisti fino all’antagonista interpretato senza particolare convinzione da Ed Skrein, un cattivo che dev’esserlo perché è la storia che lo necessita e non per una vera esigenza drammaturgica.

Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice è dunque un ponte verso il futuro della saga ideata da Snyder, e in quanto tale serve come proiezione della visione del regista e nulla più. Forse è anche per questo che si respira l’aria di una “lore” più grande ed ambiziosa ma, nonostante la confezione visiva più rifinita (coi lens flare e una fotografia un po’ meno patinata), la costruzione dal basso di un mondo narrativo coerente, tridimensionale e vivido rimane troppo debole e dettata dalle circostanze più che da una visione d’insieme. Il fatto è che dopo due capitoli Snyder non ha più scuse né agganci, e semmai un terzo episodio dovesse venire alla luce dovrebbe fare un salto di qualità che, ad oggi, sembra decisamente improbabile. Per farla breve, alla luna ribelle servirebbe un miracolo.

TITOLO Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice
REGIA Zack Snyder
ATTORI Sofia Boutella, Fra Fee, Ed Skrein, Michiel Huisman, Charlie Hunnam, Djimon Hounsou, Doona Bae, Staz Nair, E. Duffy, Anthony Hopkins
USCITA 19 aprile 2024
DISTRIBUZIONE Netflix

VOTO:

Due stelle e mezza

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