Consegnati i premi del Festival inDivenire

Cala il sipario sulla seconda fortunata edizione del Festival inDivenireIndra di Ilenia D’Avenia e Francesco Governa vince il Festival.

Anna Bonaiuto, Giuseppe Manfridi, Peppino Mazzotta e Lorenzo Gioielli insieme ad Alessandro Longobardi e Giampiero Cicciò hanno consegnato allo Spazio Diamante i Premi per la Sezione Prosa della seconda edizione del Festival inDivenire.

A vincere il Festival inDivenire Sezione Prosa sono stati Ilenia D’Avenia e Francesco Governa con Indra, spettacolo che si è imposto all’attenzione unanime dei giurati della seconda edizione del Festival inDivenire come un folgorante e felicissimo esordio autoriale e registico caratterizzato da una sorprendente nettezza e pulizia di segno e da una visione già matura della scrittura drammaturgica e della scrittura scenica. Grazie a un efficace e mai compiaciuto uso del dialetto siciliano, Ilenia D’Avenia e Francesco Governa, attraverso una mano ferma anche nella direzione del magnifico cast (all’interno del quale la D’Avenia stessa gioca un ruolo fondamentale) ci conducono con una grazia speciale verso territori dell’anima dove il delicato, qualità rarissima a vedersi sui nostri palcoscenici, va a pungere coi suoi aghi di sofferenza là dove più ci fa male, ma anche là dove siamo ancora disposti a gioire. Ha consegnato il premio Anna Bonaiuto. Lo spettacolo sarà in cartellone allo Spazio Diamante dal 7 al 9 dicembre 2018.

Il premio Migliore Attrice, consegnato da Peppino Mazzotta, è andato ex aequo a Lucia Bianchi Serena Borelli per Crave, di Sarah Kane, per essersi compromesse fino in fondo, con toccante verità, in una drammaturgia come quella di Sarah Kane che mette di fronte all’estremo: Lucia Bianchi forsennando mirabilmente il corpo, sfinendolo, cercando quell’oltranza, quella pura presenza al di là della parola. Serena Borrelli per la capacità di far bruciare la parola sulla scena, con una disperazione e un’innocenza che raggiungono, senza filtri e senza cedimenti consolatori. Miglior Attore ex aequo a Davide Logrieco e Paolo Camilli per Crave di Sarah Kane. In Davide Logrieco sorprende il connubio tra giovinezza e sapienza scenica. I suoi occhi afferrano subito lo spettatore, sono messaggeri di dolore e di tenerezza, e non si distraggono mai da un obbiettivo che tutti, insieme a lui, siamo costretti a raggiungere: siamo trascinati dalla sua commozione di interprete che diventa la nostra. Paolo Camilli, è abile nel portare in scena l’inquietudine e la spudoratezza dell’universo tormentato di Sarah Kane. Ma ciò che più colpisce è il suo saper trasformare, man mano che il gioco scenico si dipana, la sregolatezza del personaggio in tenerezza e la parola violenta in un sussurro vellutato che lo stesso ha la forza di un grido disperato di aiuto e di solitudine. Lorenzo Gioielli ha premiato per la miglior regia Ilenia D’Avenia e Francesco Governa per Indra. Per la straordinaria maturità della messinscena mostrata in questa ottima prova di regia e per la cognizione con le quali si è saputo far interagire il testo verbale, quello spaziale, quello ritmico/musicale e quello degli attori, realizzando uno spettacolo complesso e brulicante di vita, di poesia e di verità; una verità affidata ad un ensemble di bravissimi attori diretti in modo impeccabile, preciso ed emozionante.

Giuseppe Manfridi infine ha consegnato il premio alla Migliore Drammaturgia a Attesa da un’idea di Elena Oliva, di Dino Lopardo. Per un approccio attuale, non convenzionale e intelligente, a un testo che apre a domande senza risposta, o a mille risposte cui mancano, ormai troppo spesso, le domande. Un linguaggio travolgente e insieme semplice e di immediato impatto, che lascia poi decantare infinite declinazioni di pensiero, passando dal gioco infantile, apparentemente innocuo, alla fredda e prematura lucidità di chi ha da sempre a che fare con la morte.  In attesa di emozionarci e creare la ‘nostra’ famiglia, rischiamo di buttarci via, nella direzione opposta… che non sempre riporta sulla giusta strada, come invece direbbe Bernhard.  Oggi più che mai, in attesa, converrebbe restare immobili e in silenzio. Fino a trovare le parole più segrete, quelle che si nascondono sul fondo, per via del loro peso.  E questa drammaturgia ‘in divenire’, che parte da un’idea molto valida, dovrà fare lo stesso, con l’obbligo morale e artistico di proseguire quel viaggio interiore che può regalarci una vita ‘in attesa’. Partendo proprio dalla disarmante urgenza di quei bambini, perfettamente imperfetti e inquietanti, che aprono questa danza macabra, stridente ed esilarante per contrasto. Menzione Speciale della Giuria a Giulio Guarino, autore di Waffandisney. Guizzi sparpagliati, graffi intermittenti, frecce canzonatorie costellano il suo Waffandisney. Quello di Guarino è un testo ancora in evoluzione ma le sue punte acuminate rivelano l’estro germogliante di un autore che ha il suo punto di forza in quell’irriverenza beffarda propria di chi sa ridere, e far ridere, delle nostre illusioni, delle favole che ci raccontiamo e delle bugie in cui abbiamo bisogno di credere, usando una penna che è una lama.

Altra Menzione Speciale della Giuria ad Alessandro Ienzi, autore e regista di Apocalisse. Per l’urgenza potente e vitale che traspare dalla messinscena di Apocalisse, segno di una ricerca rischiosa e genuina indirizzata alla ridefinizione delle linee di base della scrittura scenica. Attraverso l’ininterrotta tensione che percorre la performance, le atmosfere dense, i corpi inquieti e palpitanti, Ienzi apre uno squarcio ispirato e ispirante, seme di una felice intuizione, di un gesto artistico importante, la cui messinscena ancora in divenire non ne intacca la luminosità, e che la giuria saluta con piena fiducia in un completo sviluppo futuro.

Francesco Governa in Indra. Festival inDivenire
Francesco Governa in Indra, lo spettacolo vincitore del Festival inDivenire.

 

 

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