Ai premi César 2018 ha trionfato 120 battiti al minuto di Robin Campillo con ben 7 riconoscimenti. Lacrime per Penelope Cruz, premiata con il César d’Onore.
120 battiti al minuto di Robin Campillo, film che racconta gli anni ’90 e la battaglia del gruppo Act Up per rompere il silenzio sull’epidemia di AIDS, è il trionfatore dei Premi César 2018, gli Oscar del cinema francese. Clamorosamente esclusa dalla corsa all’Oscar per il film in lingua straniera, non entrando nella cinquina finale, dopo aver vinto il Gran Prix all’ultimo Festival di Cannes la pellicola di Campillo è stata premiata con ben 7 César: Miglior film, Miglior attore protagonista Swann Arlaud, Miglior attore non protagonista Antoine Reinartz, Miglior speranza maschile Nahuel Perez Biscayart, Miglior colonna sonora a Arnaud Rebotini, Miglior sceneggiatura originale e Miglior montaggio, entrambi a Robin Campillo.
Importante e “politico” il discorso di Robin Campillo, premiato ben due volte: «Tutti i temi di cui abbiamo parlato all’epoca, vale a dire i tossicodipendenti, le prostitute, gli stranieri – diciamo piuttosto migranti oggi – sono ancora rilevanti 25 anni dopo. Per i tossicodipendenti negli anni ’80 ci sono stati piani sanitari contro lo scambio di siringhe tra i drogati che hanno drasticamente abbassato il numero di contagi tra utilizzatori di droghe, mentre nei lontani anni ’70 non c’era alcun controllo neanche sul traffico. In seconda istanza, vi parlo delle persone che si prostituiscono, i cosiddetti “lavoratori del sesso”… A mio avviso, la legge che era passata per penalizzare i clienti non era affatto cosa buona: ha fatto vivere donne ed uomini che si prostituivano in una situazione di grande precarietà. Infine parliamo dei migranti, perché sono ormai 15 anni che il problema persiste e diventa sempre più brutale il modo in cui viene affrontato. Volevo dirvi che la legge che è stata proposta è ancor peggio di quella che vige attualmente, perché ci permette di arrestare più facilmente, più a lungo termine e di esporre i migranti più facilmente, dunque è una notizia davvero brutta. Bisogna dire che ci sono associazioni benefiche, come le associazioni delle categorie a rischio che si occupano del problema. La cosa a cui esse tengono è la conoscenza del problema perché, com’era 25 anni fa lo è oggi, il silenzio è uguale alla morte».
Premiati quindi tutti i protagonisti di 120 battiti al minuto, mentre il premio per la miglior attrice è andato a Jeanne Balibar per Barbara, biopic sulla cantante francese. Miglior regista è invece Albert Dupontel per Au revoir là-haut, storia di truffe post Grande Guerra, che vince anche per la sceneggiatura non originale e il montaggio. Altre due le attrici premiate: Sara Giraudeau come non protagonista di Petit paysan (che è anche la miglior opera prima) e Camelia Jordana per Le Brio, miglior speranza femminile.
Momento toccante della cerimonia, il premio alla carriera a Penélope Cruz. Accompagnata da suo marito Javier Bardem e da Pedro Almodovar, l’attrice non ha trattenuto le lacrime quando ha ricevuto sul palco il César d’onore. A premiarla proprio il regista Almodovar, di cui è stata la musa in numerosi film, insieme a Marion Cotillard. Premio del pubblico, invece, all’attore comico Danny Boon. Sulla scia degli altri riconoscimenti (dai Golden Globe ai Bafta) questa edizione dei César sarà ricordata per la scelta delle star di indossare sugli abiti un fiocco bianco come gesto di solidarietà alle vittime di abusi e violenze.

Di seguito tutti i vincitori dei Premi César 2018:
Miglior film: 120 battiti al minuto
Miglior attore: Swann Arlaud per 120 batti al minuto
Miglior attrice: Jeanne Balibar per Barbara
Miglior regista: Albert Dupontel per Au revoir là-haut
Miglior attore non protagonista: Antoine Reinartz per 120 battiti al minuto
Miglior attrice non protagonista: Sara Giraudeau per Petit paysan
Miglior speranza maschile: Nahuel Perez Biscayart per 120 battiti al minuto
Miglior speranza femminile: Camelia Jordana per Le Brio
Miglior montaggio: Robin Campillo per 120 battiti al minuto
Miglior fotografia: Vincent Mathias per Au revoir là-haut
Miglior colonna sonora: Arnaud Rebotini per 120 battiti al minuto
Miglior film d’animazione: Le Grand méchant Renard et autres contes di Benjamin Renner e Patrick Imbert
Miglior sceneggiatura non originale: Albert Dupontel e Pierre Lemaitre per Au revoir là-haut
Miglior sceneggiatura originale: Robin Campillo per 120 battiti al minuto
Miglior film straniero: Loveless di Andrey Zvyagintsev
Miglior documentario: I am not your negro di Raoul Peck
Miglior opera prima: Petit paysan di Hubert Charuel.