La nostra recensione di Piece by Piece, il nuovo docufilm del regista premio Oscar Morgan Neville su vita e carriera di Pharrell Williams: il racconto in forma di Lego movie di uno degli artisti più influenti degli ultimi 20 anni diventa un’opera solida, ma senza grosse sorprese
Prima Amy, Freddie, Whitney, Ray e innumerevoli altri biopic, ora Piece by Piece ci conduce nel mondo di Pharrell Williams, uno degli artisti più influenti della musica pop contemporanea, una vera e propria fabbrica di successi culminata con quella Happy che 11 anni fa fece impazzire il mondo procurandogli pure una nomination agli Oscar. E a proposito di Oscar il regista Morgan Neville lo vinse proprio nell’anno di Happy, a segnalare un percorso del destino che prima o poi avrebbe dovuto chiudersi. La vita e la carriera di Pharrell diventano così un Lego movie dalla costruzione solida ma con poche sorprese, che però conta su comprimari come Jay-Z, Gwen Stefani, Snoop Dogg, Justin Timberlake e tanti altri. Mica male.
Vita di P.
La vita e la carriera del cantante, compositore, produttore e stilista Pharrell Williams, che è anche protagonista e narratore, viene raccontata attraverso l’animazione Lego e per l’occasione sono stati creati nuovi pezzi per meglio rappresentare alcuni personaggi e strumenti musicali. Oltre alla voce di Pharrell Williams ci sono anche quelle di altri artisti famosi che interpretano se stessi, tra cui Gwen Stefani, Kendrick Lamar, Timbaland, Justin Timberlake, Busta Rhymes, Jay-Z, Snoop Dogg, N.O.R.E. e Daft Punk, e che ci svelano tanti retroscena del Pharrell uomo e artista, tra successi e qualche caduta.
Un docufilm tutto sommato standard…
Che un esperto documentarista come Morgan Neville fosse dietro all’operazione di Piece by Piece avrebbe dovuto rassicurarci, ma forse col senno di poi anche un po’ allarmarci, sulla natura di un film tale. Perché, quantomeno a livello di costruzione e di scrittura, questo documentario (auto)biografico non brilla certo per coraggio e inventiva accontentandosi di accostarsi a tutte le tappe indispensabili di un racconto di ascesa e caduta made in The Usa. L’aspetto più interessante è quello dell’autoproclamato egocentrismo dell’artista al centro della narrazione, che in questo caso si manifesta con una pellicola in cui Williams è fulcro di ogni cosa, è quasi sempre nell’inquadratura ed è il suo l’unico punto di vista possibile.
Neville così ne alimenta il fuoco diegetico, ne fa una star in un film stracolmo di stelle dove Pharrell Williams è la stella cometa nata dal nulla, con un’infanzia e un’adolescenza tutto sommato felici ma apparentemente prive di grande possibilità. E così il racconto dell’ascesa è travolgente e scolastico assieme, a partire dalle difficoltà al liceo, passando per i canti gospel, per la madre e la nonna che in lui credevano vedendolo già come un predestinato, fino alla creazione dei Neptunes assieme all’amico e socio Chad Hugo. E poi le prime grandi collaborazioni, prima con Gwen Stefani e poi Justin Timberlake, fino ai singoli di successo e a quella Happy che lo ha catapultato nell’Olimpo del pop.
Fino ad arrivare al momento della caduta, professionale e umana, con una crisi che lo ha portato a rinnegare la propria arte (in parte) anche per via di alcuni manager musicali non proprio etici, ma ecco che la famiglia salvifica ritorna per riportarlo sulla retta via. Certo, in poco più di 90 minuti l’unica strada percorribile è quella della sintesi, e qui Piece by Piece si gioca tutte le proprie carte emotive con un finale che ritorna al passato, alla passione per lo spazio e per l’ignoto del piccolo Pharrell ma soprattutto alle vecchie amicizie (con persone tipo Missy Elliott), a quella vita semplice ma tutto sommato carica di possibilità inesplorate. Alla fine ci si ricollega sempre lì, alla musica dei vinili e ai grandi senza i quali Pharrell Williams sarebbe stato solo Pharrell.
… tranne che per i Lego!
Piece by Piece però riesce a sorprendere e a stupire con la propria impalcatura visiva e sonora, sottoforma di un Lego movie senza il quale certe idee sbalorditive non avrebbero mai avuto lo stesso impatto. Ci riferiamo in particolare al momento in cui la musica diventa un’esperienza visiva prima ancora che uditiva, in una sorta di Sinestesia (che infatti è anche il titolo dell’opera) in cui le note e le armonie prendono forma sullo schermo, creando un vero e proprio cortocircuito emotivo all’interno della storia e dando quindi maggior spessore al desire di Pharrell stesso (e forse anche a quello dello spettatore).
Inoltre la rappresentazione coi Lego sembra quasi diventare essa stessa una dichiarazione d’intenti artistica e identitaria, a partire dal titolo che letteralmente vuol dire poco a poco ma che richiama i pezzi stessi usati per comporre una struttura Lego, e in senso metaforico un’intera vita. Tutti i personaggi del docufilm di Neville si muovono quindi in virtù di pezzi che vengono assemblati e smontati, un po’ come l’industria musicale fa con i propri artisti o come la pressione esterna di pubblico e addetti ai lavori riesca il più delle volte a convergere contro i bisogni dell’arte smontandola e rimontandola a piacimento.
Quella di Piece by Piece rimane quindi un’idea non pienamente sfruttata, una sorta di sollecitazione sensoriale che avrebbe potuto spingere molto oltre e indagare sulle dinamiche che regolano (spesso in maniera tossica) l’ambiente musicale, o il peso che quelle stesse dinamiche hanno avuto sulla vita e la carriera di Williams stesso. Invece si accontenta di fare il minimo indispensabile, con almeno l’intelligenza di declinare l’aspetto visivo sul Lego movie ma anche la pigrizia di non andare oltre i paletti standard di un certo tipo di narrazione.
TITOLO | Piece by Piece |
REGIA | Morgan Neville |
ATTORI | Pharrell Williams, Morgan Neville, Kendrick Lamar, Gwen Stefani, Timbaland, Snoop Dogg, Justin Timberlake, Busta Rhymes, Jay-Z, Aaron Wickenden, Daft Punk, Missy Elliott |
USCITA | 5 dicembre 2024 |
DISTRIBUZIONE | Universal Pictures Italia |
Tre stelle