Nuda della Compagnia Finzi Pasca approda all’Ambra Jovinelli

Nuda - Compagnia Finzi Pasca
Nuda - Compagnia Finzi Pasca

Nuda della Compagnia Finzi Pasca approda all’Ambra Jovinelli: uno spettacolo denso di mistero e stupore, ispirato all’omonimo romanzo di Daniele Finzi Pasca

Approda all’Ambra Jovinelli dal 16 al 27 novembre Nuda, la nuova creazione della celebre Compagnia Finzi Pasca: uno spettacolo denso di mistero e stupore, dove profondità e abissi sono in continuo dialogo con un mondo leggero e luminoso, fatto di piani che si sovrappongono e giocano tra loro. La sala dell’Esquilino (qui il cartellone completo della stagione 2022/2023) prosegue l’esplorazione nella molteplicità delle forme del teatro ospitando Nuda, firmato da Daniele Finzi Pasca, artista di fama mondiale noto per la sua peculiare capacità nello spaziare tra teatro, danza, acrobazia, circo e opera e per il suo incredibile talento nel mescolare linguaggi dando vita a creazioni uniche.

Ispirata all’omonimo romanzo di Daniele Finzi Pasca, Nuda, la nuova creazione della Compagnia è uno spettacolo denso di mistero e stupore, dove profondità e abissi sono in continuo dialogo con un mondo leggero e luminoso, fatto di piani che si sovrappongono e giocano tra loro. Cinque straordinari artisti interpretano uno spettacolo in cui la potenza teatrale si sposa con una narrazione poetica dal sapore onirico, in assoluta armonia con il teatro fisico e la danza aerea. Due gemelle, cresciute insieme in una famiglia “eccentrica”, eppure così simile a quella di tutti, si toccano, si sfiorano, a volte si calpestano, per poi riscoprirsi in un abbraccio pieno di gioia e libertà ritrovate. Un gioco acrobatico e teatrale reso possibile da un sistema di volo innovativo, insieme a un’installazione di luci interattiva intrecciati alla narrazione e un potente universo sonoro, compongono insieme questo spettacolo magico e surreale.

Nuda - Compagnia Finzi Pasca
Nuda – Compagnia Finzi Pasca

Ha detto il regista

“Da ragazzo la lettura di Über das Marionettentheater di Heinrich von Kleist mi aveva impressionato molto e ha condizionato negli anni tutto il mio modo di pensare il teatro. Gli attori con i quali ho deciso di lavorare sono sempre stati artisti abituati ad un controllo del corpo raffinato e delicato perché chiedo a loro distacco e leggerezza. Ho viaggiato e incontrato sciamani e gente che cura in paesi lontani provando a capire come espandere l’intuizione. Cerco la musica nelle parole, l’empatia nei gesti, la diafanità dei sogni nelle immagini. Anche in Nuda tutto danza e levita costruendo attimi di giocosità mentre con l’ingenuità dei bambini si parla di mostri che vivono accanto a noi, di sangue e di ammazzamenti. Viaggiando ho incontrato altri colleghi che hanno il mio stesso problema quando ci viene chiesto che teatro facciamo. Non sappiamo rispondere… Lavoro con gli stessi creatori da anni e insieme diamo vita a storie di casa nostra usando le arti dell’illusione e l’eleganza di interpreti carichi di carisma.

Daniele Finzi Pasca

 

Dal romanzo Nuda di Daniele Finzi Pasca (©2014)

“Sono la prima di due gemelle. Mia sorella nacque vestita, uscì dalla pancia di mia mamma con una tunichetta immacolata. Io sono nata nuda, sporca, con gli occhi appiccicati. Mi tenevano nelle braccia quando apparve mia sorella, che arrivò al mondo facendo tanta sorpresa, e a me mi lasciarono cadere sul pavimento. Forse è per questa ragione che appena ho potuto coprirmi mi sono appiccicata addosso tutta un’armatura, e nuda a me nessuno mi ha più vista.”

“Ho incendiato tante passioni. L’ho fatto con i miei occhi languidi. L’ho fatto recitando e danzando il corteggiamento come l’ho visto fare dalla zia Matta. Così, mi sono tolta le scarpe e, sotto i temporali, ho corso a piedi nudi e ho tenuto i capelli sciolti sulle spalle, così che il vento li rendesse ancora più neri. Ho anche gridato mille volte che ero libera e che non avevo paura di niente. Così, facendo impazzire cuori, ho fatto impazzire il mio. Mia sorella aveva le visioni. Il suo Cavallo Bianco era di quelli addomesticati e lei lo cavalcava con un orgoglio contenuto. Il mio non mi dava pace. Il mio mi trascinava in una folle corsa senza tregua, senza una direzione precisa, in perenne fuga. Non sono mai riuscita a domarlo”.

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