Il gioco delle coppie (Doubles vies) di Olivier Assayas in concorso a Venezia 75 è una commedia francese molto ironica e raffinata che unisce il mondo dell’editoria in continua evoluzione con le vicende sentimentali dei protagonisti.
La trama e il cast
Alain (Guillaume Canet) è un editore parigino di successo che fatica ad adattarsi alla rivoluzione digitale, e ha una resistenza ancora maggiore a pubblicare l’ultimo manoscritto di Léonard (Vincent Macaigne), uno dei suoi autori di lungo corso, specializzato in libri di “auto-fiction” in cui ricicla le sue storie sentimentali. Selena (Juliette Binoche) è una nota attrice teatrale convertita alle serie televisive, è la moglie di Alain e contemporaneamente ha una storia con Léonard, che a sua volta è fidanzato con Valérie (Nora Hamzawi), segretaria di un politico di sinistra. Laura (Christa Theret) è una giovane manager rampante che deve aiutare l’editore Alain nel passaggio al digitale, e che finisce per transitare anche nel suo letto.
L’editoria in continua evoluzione
Alain e Léonard (rispettivamente da editore e scrittore) sono alle prese con le nuove tecnologie e la loro influenza sulla lettura e la scrittura, ai tempi degli e-book, degli audiolibri e della stampa gratis sul web, delle fake news, della differenza tra ciò che è reale e virtuale e della post verità. Alain soffre tutto questo, è legato ancora ai contenuti e alla linea editoriale, che per alcuni sono diventati dei vezzi da intellettuale e vecchio curatore editore. A un certo punto irrompe sulla scena la nuova addetta allo sviluppo digitale della casa editrice e le nuove parole d’ordine diventano “algoritmo”, “pubblicità autogenerata” e “programmatic”. Assayas non dà risposte o soluzioni, non giudica il futuro e non rimpiange il passato, si limita a indicare il presente, con una certa preoccupazione ma anche con tanto umorismo disincantato.
Lo scrittore autobiografico erotomane
Léonard per fortuna non legge i social e non sa di avere molti haters per il suo narcisismo letterario che lo porta a parlare sempre delle sue storie, facilmente riconoscibili da chi lo frequenta. C’è un particolare molto piccante per il quale nel libro si limita a sostituire il titolo del film durante il quale si è svolto: Il nastro bianco di Haneke (Palma d’oro a Cannes nel 2009) invece de Il risveglio della forza (il sequel di “Guerre Stellari”), suscitando l’ilarità degli spettatori. Léonard è uno scrittore depresso (specializzato in “worst-seller” e “libri che ti fanno star male”) e allo stesso tempo un amante focoso, nonostante la sua stazza, o forse proprio per quello: non potendo contare sul proprio fisico deve far colpo sulle donne con il suo intelletto e il suo fine umorismo da eterno ragazzo. Alla fine gli proporranno addirittura di realizzare un audiolibro con la voce della stessa Juliette Binoche, quella vera.
Il film racconta allo stesso tempo un cambiamento epocale di costume e culturale, incrociando le vite dei suoi personaggi, le loro relazioni e i sentimenti ai tempi di internet e dei social media, e quindi delle opinioni che abbiamo degli altri che cambiano continuamente anche grazie all’immagine che diamo attraverso i social network (Facebook, Instagram, Twitter, ecc.) e i moderni mezzi di comunicazione (sms, Skype, Whatsapp). Il titolo originale francese “doubles vies” (in italiano “doppie vite”) diventa “non fiction” nel senso che ognuno ha una doppia vita e diventa difficile distinguere la fiction dalla realtà. Dopo vari film più o meno autobiografici (Piccole bugie tra amici, Rock’n’Roll, Qualcosa nell’aria, Irma Vep, Sils Maria, Personal Shopper), Assayas è per la prima volta alle prese con una commedia, girata quasi tutta in interni (bistrot, brasserie, café, salotti, cucine, camere da letto, ecc.) dove i dialoghi la fanno da padrone, sulla scia del miglior Woody Allen.
Il gioco delle coppie di Olivier Assayas, con Guillaume Canet, Juliette Binoche e Vincent Macaigne è in uscita al cinema il 29 novembre 2018 distribuito da I Wonder Pictures.