Noemi in gara tra i big del Festival di Sanremo 2021 con Glicine e nell’incontro con la stampa al quale abbiamo partecipato ha raccontato l’emozione della prima esibizione di ieri sera, l’evoluzione sonora presente nel nuovo disco Metamorfosi e di molto altro
Noemi in gara tra i big del Festival di Sanremo 2021 con Glicine e nell’incontro con la stampa al quale abbiamo partecipato ha parlato in apertura del suo nuovo album Metamorfosi che esce il 5 marzo e che segna un nuovo percorso musicale con autori dell’underground italiano come Neffa e Federica Abbate: «Questo disco è frutto degli ultimi due anni, parte dalla volontà mia di centrarmi dal punto di vista umano e musicale, ho avuto la forza di uscire fuori dal mio guscio e di confrontarmi con l’underground italiano con autori come Ginevra, Arashi e Mooth come gruppo di produzione, sono partita dalla mia esperienza di vita in quel momento, ho parlato con gli autori di questa voglia di cambiamento per raccontarmi sotto una luce diversa senza perdere la mia essenza. La tracklist è molto diversificata, la title-track rende bene il vibe e la nuova sfida che mi accingo a farvi ascoltare. Tramite nuove melodie e testi ho scoperto suoni inediti anche nella mia voce, volevo aggiungere nuovi colori e mi sento come se fossi riuscita ad aprire una porta segreta in cui ho trovato un giardino che non avevo mai visto prima. Franco126 ha scritto S’illumina, troviamo anche la penna di Neffa, Daniele Magro, Federica Abbate che sono stati delle bellissime scoperte per me, mi hanno aiutato a scommettere sul mio modo di esprimermi».

Glicine riesce a unire nuove sonorità alla tradizionale ballata sanremese: «Glicine è una canzone che amo, sento nel pezzo una doppia anima, è come se avesse una grande forza di classicità trasfigurata in una modernità incredibile, è un anello di congiunzione perfetto tra il gusto per la melodia intensa e questa mia metamorfosi». Doveva esibirsi stasera e invece ha sostituito Irama: «Una bella emozione capire al volo di dover salire sul palco, pensavo scherzassero. Mi dispiace per Irama. So cosa vuol dire avere un progetto e non presentarlo per impedimenti che non dipendono da lui, so quanto lavoro c’è dietro e sono a favorevole al fatto che lui continui la gara».
Il lockdown l’ha aiutata a guardarsi allo specchio: «Volevo trovare una formula nuova per appassionarmi, l’obbligo di stare a casa mi ha spinto a riflettere, il momento storico mi ha imposto di fermarmi e trovare una soluzione, dovevo guardarmi allo specchio per rimettermi in gioco e mettere a fuoco la mia identità. Parte tutto dalla testa, da una felicità interiore che ci rende forti in un corpo più esile o viceversa. Essere come si vuole è la libertà più grande, il complimento che mi piace di più ricevere è il fatto che ho la luce negli occhi. Il corpo è uno specchio ma dipende tutto da noi stessi, dobbiamo amarci».
Domani sera nella serata delle cover duetterà con Neffa in Prima di andare via: «Neffa è un cantautore che amo, ha un ritmo soul e scrive testi apparentemente leggeri ma molto profondi. Lui è di origine napoletana e mi sento affine al suo lavoro nel nuovo disco di cercare le proprie radice. Abbiamo aggiunto il riff di fiati di Superstition di Stevie Wonder, non vogliamo rinunciare al sogno e spero che il pubblico si diverta con noi e stacchi un attimo da questa realtà pesante».

Un’esibizione insolita a causa della mancanza di pubblico ma per Noemi è giusto che sia così e che il Festival sia stato ugualmente svolto: «La platea è giusto che sia vuota, il Festival deve essere l’emblema per far capire il metodo di comportamento da tenere per limitare il contagio ma Sanremo deve arrivare a casa delle persone, sono contenta di farne parte e spero di essere un tassello di questo disegno».
