La nostra recensione di Nina e il segreto del riccio, film d’animazione a tinte gialle che mostra tematiche “da grandi” come lavoro, attualità e addirittura una rapina attraverso la preziosa lente dei bambini
Presentato in anteprima Fuori Concorso al Festival di Annecy e diretto da Alain Gagnol e Jean-Loup Felicioli, Nina e il segreto del riccio è un film d’animazione a tinte gialle che si fa notare nella sua semplicità. Davvero ammirevole il modo in cui Nina, Mehdi e il riccio parlino del mondo dei grandi senza mai compromettere la purezza del loro sguardo da bambini: famiglia, lavoro, disoccupazione, amicizia e addirittura una rapina trovano così un’inedita chiave di lettura, arricchita dall’immenso potere dell’immaginazione.
Papà è triste
Nina ama ascoltare le storie che le racconta suo padre prima di addormentarsi, quelle di un riccio alla scoperta del mondo. Una sera però, il genitore, preoccupato per aver perso il lavoro, non va a raccontarle una nuova avventura. Fortunatamente il suo migliore amico Mehdi è pronto ad aiutarla a trovare una soluzione: e se un tesoro nascosto nella vecchia fabbrica in cui lavorava suo padre potesse risolvere tutti i loro problemi? Inizia allora una grande avventura in cui bisogna sfuggire alla vecchia vicina e al suo gatto Fluffy, sventare le trappole del guardiano e ingannare il suo grosso cane… Senza contare il piccolo riccio (immaginario) che conduce l’indagine al loro fianco.

Il punto di vista dei bambini
“I bambini sono delle spugne. Vivono nello stesso mondo degli adulti, anche se troppo spesso lo dimentichiamo. Si può cercare di nascondere loro delle cose, ma non si fanno ingannare. I nuovi media e i mezzi di comunicazione hanno reso la loro percezione del mondo ancora più diretta e brutale Questa storia parla di come i bambini sono colpiti dalle difficoltà che vivono i loro genitori”, hanno spiegato Gagnol (anche sceneggiatore) e Felicioni (responsabile dei disegni). Partendo da questo punto di vista, è facile capire come i due registi siano riusciti a mostrare tematiche “da grandi” quali lavoro, attualità e famiglia senza mai tradire il punto di vista dei bambini.
Animazione a tinte gialle
Il loro intento di realizzare un film d’animazione a tinte gialle continua un percorso già cominciato con lavori precedenti. I due protagonisti hanno solamente 10 anni ma devono fare i conti addirittura con una rapina. Nella sceneggiatura non mancano disoccupazione, carcere e echi di scioperi passati. I problemi dei genitori ricadono anche sui figli, che reagiscono nel migliore dei modi: cercando una soluzione. Parte così un piano che dal loro punto di vista non può che avere successo.
Non meno importante, Nina e il segreto del riccio possiede la rara capacità di esprimere concetti concreti senza dirli: amicizia, aiuto reciproco, rapporto tra fratelli, primo amore. Rispetto ad altri film di animazione, le immagini esprimono perfettamente i valori in gioco senza doverli spiegare a parole e senza ricorrere ad artifici narrativi.

Puro come i suoi protagonisti
Sono questi gli elementi a renderlo un film d’animazione grazioso, puro come i suoi personaggi, perfetto per i più piccoli. Le illustrazioni e i colori ricordano molto i libri per bambini e i fumetti di genere, apparendo così rassicuranti per il suo giovane pubblico. Impossibile infine non apprezzare il riccio, figura perlopiù immaginaria, che accompagna questi giovani eroi passo passo nella loro avventura e fa da fil rouge all’intera storia con tenerezza. Tra i doppiatori originali si fanno apprezzare Audrey Tautou e Guillaume Canet.
TITOLO | Nina e il segreto del riccio |
REGIA | Alain Gagnol e Jean-Loup Felicioli |
ATTORI | Doppiatori originali: Audrey Tautou e Guillaume Canet |
USCITA | 6 febbraio 2025 |
DISTRIBUZIONE | Movies Inspired |
3 stelle e mezza