Contatto è il nuovo album dei Negramaro; la band durante la conferenza stampa di presentazione ha parlato dei social come armi del secolo, delle nuove generazioni difendendole dal disfattismo generale, del disco che mira ad avvicinare alla conoscenza dell’altro
I Negramaro tornano domani con Contatto, il loro decimo album. Intanto il singolo che dà il titolo al disco è per la terza settimana al numero uno delle radio, a testimonianza del peso che la band continua ad avere a livello mediatico e nel mercato discografico italiano. Durante la conferenza stampa di presentazione il gruppo, presente al completo, ha avuto modo di parlare delle tracce, dell’atmosfera generale di questo concept album e di dare una propria visione dei nostri giorni e del periodo difficile nel quale stiamo vivendo.
Un disco nato prima dell’emergenza sanitaria e poi concluso durante la quarantena: «Abbiamo iniziato a gennaio, non c’era modo di trovare la parola chiave di questo album, la cercavamo nei testi. A un certo punto è venuta l’illuminazione, abbiamo riattivato il sogno che si era arenato e riacceso gli occhi. Questa parola ha acceso in sei amici questo sogno automaticamente».
La produzione dell’album è firmata da Andro, tastierista della band, che ha cercato di osare e di creare arrangiamenti che risentissero anche della musica attuale: «Si tratta di un album coraggioso ma non perché abbiamo forzato le dinamiche del processo produttivo ma perché abbiamo cercato di guardarci intorno, di osservare i nuovi linguaggi con cui si fa musica senza provare a ripeterci. Abbiamo sempre bisogno di soluzioni nuove, anche nei live. Non è scontato che dei colleghi mi abbiano lasciato le chiavi del furgone. Sono stati la mia palestra, i miei insegnanti, ho cercato di portare un punto di vista esterno perché, trovandomi nel ruolo di tastierista ma anche di produttore, ho dovuto prendermi delle responsabilità. Loro mi hanno sostenuto fin dall’inizio e mi hanno spinto ad osare. Quando lavori con dei compagni che ti conoscono da una vita, è facile trovare una coerenza globale. Abbiamo cercato di far entrare in ogni canzone un ascolto diverso, senza essere monotoni nell’arrangiamento e con la novità dei fiati che abbiamo usato poco fin qua».
Lele, chitarrista dei Negramaro, ha parlato del live in streaming di questa sera in cui il gruppo presenterà ai fan il disco: «Sarà emozionante perché virtuale ma anche reale, con immagini in 3D, una dimensione che accorcia le distanze in quanto il live è proiettato nel futuro. Ben venga che sia un esperimento per sopperire alla mancanza momentanea del concerto dal vivo. Siamo tra i primi in Europa ad approcciarsi a questa forma di live. Diamo anche la possibilità ai lavoratori del mondo dello spettacolo di fare il loro mestiere, seppur in maniera diversa»
Dalle mie parti parla di un contatto che qualcuno non vuole assolutamente avere ed è occasione per far esprimere a Giuliano l’indignazione nei confronti dell’uso sbagliato dei social a livello comunicativo: «Questo momento è importante a livello planetario, tutte le tematiche sono trattabili, dal porno alle condizioni climatiche. Ci sono tutti argomenti che, tramite questo imbuto della pandemia che ingoia tutto e ne dà una sensibilità più profonda, che fanno sì che questo sia quasi il nostro album dell’immaturità. I post non sono luoghi adatti per rispondere a temi disarmanti proposti con leggerezza, i commenti sono l’arma del secolo e in quanto armi le odio. Il razzismo, i problemi climatici, le persone che migrano passano tramite il Covid 19 che ti fa riflettere di più o crea maggiore indifferenza. I Pooh cantavano “Il mio posto è là e io dico “Il mio post è qua”. Contatto è il modo per rispondere a coloro che mi dicono “Sei un cantante, canta”. Ho detto la mia su questioni umani, un cantante deve dire quello che pensa e lo deve fare in una canzone. La politica è sempre presente quando ci si riferisce a qualcun altro».
Il messaggio principale del disco è quello di avvicinare alla conoscenza dell’altro: «Il brano Contatto arriva nella tracklist prima di tre brani che riprendono le sonorità degli anni ’90, decennio che è tornato attuale con un revival assoluto tra le nuove generazioni ma trasposto in una nuova scrittura. Il feat con Madame è appunto l’unione tra il mondo dei quarantenni e dei diciassettenni. Lei non fa un unico genere e l’abbiamo scelta sia per la quota rosa che soprattutto per il fatto che è una personalità fortissima. Parliamo il contemporaneo pur portando in auge la musica del passato. Era una parentesi necessaria per alleggerire l’ingresso nel mare de La terra di nessuno, unico brano scritto durante la quarantena. Nel disco ci sono singole storie forti che raccontano stretta connessione tra mondi diversi, è una culla di pace per dirci in faccia che dobbiamo aspettare e sopravvivere fino a che non sarà possibile recuperare il contatto fisico. La diffidenza verso i confronti dell’altro mi spaventa, mia figlia non deve avere paura di rapportarsi con chiunque. Spero che i bambini si dimenticheranno della mascherina, l’arte e la cultura si salvano solo tramite la condivisione».
Noi resteremo in piedi è il manifesto del disco, racchiuso nel verso Quando si è nell’ombra si ha molto tempo davanti: «La canzone è un manifesto e il germoglio di crisi dalla quale parte l’album. Non devo solo fare intrattenimento ma voglio dire quello che penso e senza una maniera edulcorata che oggi non esiste. Non siamo interpreti e siamo davanti all’Italia degli interpreti. Abbiamo il tempo di restare nell’ombra per analizzarci e crescere, di capire se sei diventato più stronzo, vivere sulle rovine degli altri non ha senso. Dobbiamo dare visibilità all’umanità ai margini perché è troppo facile dire: “Ho fatto i soldi, ho comprato la Maserati e fanculo a tutti”. Domani toccherà a te stare all’ombra e lì caccerai le parole importanti. Le canzoni le vivi, fai una psicanalisi e parlando delle tue questioni arrivi a toccare le anime degli altri, il mondo ti passa attraverso la pelle, quando scrivi sei un’antenna. Le canzoni sono le nostre tane e il motivo per cui andare avanti. Abbiamo le ali ma sporche di terra, non cerchiamo la rivalsa culturale in una macchina di lusso».
Un’ultima analisi da parte di Sangiorgi è andata a toccare il mondo delle nuove generazioni con la quale il gruppo si è confrontata, come testimonia il featuring con Madame: «La trap napoletana sta cacciando una parte molto bella del neomelodico che fa parte dell’italianità e lo stesso l’indie. Le generazioni nuove sono molto forti, Fasma ed Ensi ad esempio stanno iniziando a dare una nuova letteratura musicale. Anche Madame ne è la prova perché rimarrà qui anche tra 30 anni. Il disfattismo nei loro confronti è ingiusto perché proprio loro ci salveranno, a fare i danni siamo noi nostalgici che vogliamo sempre stare sul pezzo. Quando la televisione vuole fare sensazionalismo su delle dichiarazione di un singolo individuo sta creando un’opinione pubblica eccessiva, i mezzi mediatici devono raccontare con delicatezza».