Il poliedrico artista umbro NedNack torna con Vita, un inno di note e barre alla libertà: il video
Dopo il successo ottenuto lo scorso anno con i brani Temporale e Piccola Star, l’eccentrico e poliedrico artista umbro NedNack torna su YouTube con Vita, il suo nuovo singolo. Il brano, prodotto da DogsLife (già per Achille Lauro, OG Eastbull e molti altri) e Lorenzo Borseti – con mix e master a cura del NoFace Studio di Roma – è un vero e proprio manifesto in musica alla vita, un inno di note e barre alla libertà, volto a dare forma ed espressione al desiderio di rinascita e rivalsa, scaturito in gran parte come conseguenza al lungo periodo di restrizioni causato dalla pandemia di COVID-19, ma anche dalla frustrazione, dalla desolazione, che sfiora e tocca da vicino i giovani ambiziosi e sognatori, i quali, molto spesso, si ritrovano disorientati, privi di figure di riferimento importanti e di solidi appigli su cui contare per realizzare se stessi.
Vita, grazie all’abilità autorale e comunicativa di NedNack, intreccia perfettamente rime taglienti, punchlines e concetti dall’accezione intima e profonda, nei quali, ciascuno di noi, indipendentemente dall’età, dalle aspirazioni e dal background familiare e sociale, può ritrovarsi, per ricominciare da se stesso, facendo leva sui propri punti di forza e realizzando gli obiettivi prefissati.
In una contemporaneità che predica inclusione, ma propaga pregiudizi ed etichette, stigmatizzando e deplorando ciò che non comprende a prima osservazione e bolla come diverso, NedNack rompe gli schemi, incoraggiando l’ascoltatore a seguire le proprie inclinazioni personali, indipendentemente dal giudizio altrui, impegnandosi, con sacrificio e costanza, a rendere reali e tangibili i sogni rimasti per troppo tempo rinchiusi nello scrigno del cuore.
Scandito dal pianoforte suonato da DogsLife – che iconicamente rappresenta le tumultuose esperienze adolescenziali di NedNack («ti ricordi, mi davi spacciato? Come il fumo che dici giravo») – e dalle chitarre rock curate dal tocco impeccabile di Lorenzo Borseti – che riversano in musica il senso di liberazione dell’artista scaturito dall’aver ritrovato se stesso, grazie alle proprie passioni, dopo quel periodo cupo («sto andando dove le grida diventano musica»; «che siano la mia cura queste note qui») -, “Vita” coniuga trascorsi pregni di diffidenza e classificazioni ad una ritrovata fiducia nelle proprie potenzialità, sorta da un cambio di rotta, una preziosa svolta, capace di interrompere il meccanismo nocivo e deleterio per cui la definizione della propria personalità e del proprio futuro collima con un vestito cucito da chi ci circonda, per sfociare in un’autodeterminazione in cui ognuno è responsabile di ciò che è e di come agisce oggi, nell’ottica di ciò che vuole diventare ed essere domani.