Myss Keta, conferenza album Il cielo non è un limite: «Sperimentale e futurista nei suoni ed estremo nelle vocalità»

Myss Keta presenta in conferenza stampa Il cielo non è un limite, il nuovo EP contenente 7 inediti dal sound molto sperimentale con una vocalità molto recitata e con un omaggio alle atmosfere dei videogiochi della Playstation 1

Myss Keta pubblica questo venerdì Il cielo non è un limite, il nuovo EP contenente 7 inediti tutti da scoprire. Nella conferenza stampa di presentazione l’iconica artista milanese ha parlato delle linee generali di questo nuovo progetto discografico: «Ci siamo focalizzati sull’elemento naturale dell’aria e sul cielo. Lavorando sull’ EP le nostre reference sono state i suoni futuribili dei giochi della Playstation 1 immaginandoci aerei che passavano da un palazzo di vetro acciaio o suoni provenienti da un aereo che vola velocissimo ad alta quota.  In posti chiusi riuscivamo a vedere dalle finestre il cielo su cui si spalancava la sua infinità ma allo stesso tempo la nostra interiorità. Super sperimentale e istintivo nelle sonorità, il disco ci ricorda che le nostre stanze possono diventare dei club. Si va dalla jungle alla dip house fino all’house mentre la vocalità è molto recitata ed estremizzata. In Giovanna Hardcore abbiamo battezzato questo tipo di vocalità e abbiamo creato dei personaggi sia dal punto di vista testuale e recitativo senza porci limiti anche dal punto di vista linguistico con accenni di tedesco, inglese e greco antico».

Ci sono anche ispirazioni letterarie in questo disco: «Oltre a ispirazioni visive di mondi immaginifici, sono stata molto attratta dalla coppia Ballard e Cronenberg che sia in letteratura che in cinema esprimono il contemporaneo con eroi ed eroine che ,per liberarsi, spingono all’estremo le loro passioni, non hanno paura di sbagliare ed è un universo che mi è piaciuto approfondire in questi mesi insieme a quello di James Bridlel che ha scritto Nuova era oscura descrivendo i nostri giorni come un nuovo medioevo digital. Le collaborazioni esterne sono con Populus e Priestess in Diana che sono comunque amici».

Myss Keta - Il cielo non è un limite cover
Myss Keta – Il cielo non è un limite cover

Myss ha parlato della tracklist individuando i punti focali di ogni brano: «Dopo la canzone di intro troviamo una piccola poesia recitata e poi si passa a Giovanna Hardcore che arriva nel secondo medioevo passando dai roghi ai fuochi che si accendono durante i rave per rimanere caldi, è una danza tribale e liberatoria, un mantra che si ripete per arrivare all’estesi e alla liberazione. In GMBH troviamo una Myss felina, affilata, tagliente che osserva in un gioco della seduzione in cui diventa più signora con il bicchiere di champagne in mano».

Continua così la cantautrice nella descrizione dei brani dell’EP: «Rider Bitch affronta il tema importante dei rider che sono stati angeli di un momento tremendo in cui sono schiacciati e sottopagati, lei prende ordini per la città e si muove secondo le sue scelte con una vocalità arrabbiata e con un atteggiamento da ragazzina ribelle, mentre in Photoschock diventa una modella anni ’90 che si rapporta a un fotografo e agli occhi di chi la guarda con un rapporto con la fotocamera e con i social. In Diana parla questa dea della caccia in una Magna Grecia futurista, con alberi alieni, boschi blu, fate. Un mondo compromesso dalla saturazione post-capitalista che esplode definitivamente nella traccia finale, Due, delirio electropop disegnato sul beat della hit anni ’90 Two Times di Ann Lee. Riassume il pensiero sul mondo contemporaneo con stimoli continui che ci portano a confusione, all’entropia totale».

A febbraio Myss Keta ha assaporato l’aria di Sanremo, conducendo L’altroFestival con Nicola Savino, ma per ora nessuna intenzione di andare in gara: «Non ho presentato il pezzo. Tornare a condurre? Non so ancora cosa mi riserverà il 2021. Sono mesi in cui è complicato programmare, dal palco e dal dietro le quinte mi sono divertita e rimango aperta a varie possibilità».

La maschera come tratto distintivo e come elemento di liberazione anche per le giovani fan: «Una maschera fa sentire più liberi da tanti punti di vista, aiuta a dire sempre la verità, fa uscire ancora di più il personaggio, è un pò una maschera da teatro greco, vedo che le sfaccettature vogliono sempre uscire fuori. Non so se sia paradossale fare questo mestiere grazie a questa ma mi ha colpito che molte ragazzine nelle prime file dei concerti si sentivano più liberi di essere se stessi con la mia maschera, come se fosse un esercizio spirituale».

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