È morto il regista tedesco Wolfgang Petersen, autore di tanti blockbuster, da La storia infinita a Nel centro del mirino, da Virus letale a Air Force One, da La tempesta perfetta a Troy e produttore de L’uomo bicentenario
Il talentuoso regista tedesco Wolfgang Petersen, autore di successi come La storia infinita, Nel centro del mirino, Air Force One, La tempesta perfetta e Troy, è morto venerdì 12 agosto (ma la notizia è stata diffusa solo poche ore fa) all’età di 81 anni.
Il regista si è spento a causa di un cancro al pancreas nella sua casa di Brentwood (Los Angeles) tra le braccia della moglie Maria-Antoinette, sposata nel 1978, secondo quanto detto al Post da una portavoce della famiglia Petersen, Michelle Bega.
Nato nel 1941 a Emden, cittadina marittima al confine con l’Olanda, Petersen frequenta la Gelehrtenschule des Johanneums di Amburgo tra il 1953 e il 1960. Dopo la laurea dirige opere teatrali all’Ernst Deutsch Theater del capoluogo tedesco. Nel 1966 frequenta l’Accademia di cinema e televisione di Berlino, che lo porta ad iniziare la sua carriera cinematografica come regista di film per la TV. Il suo primo lungometraggio è il thriller psicologico One or the Other of Us (1974), seguito da The Consequence, adattamento del romanzo autobiografico di Alexander Ziegler sull’amore omosessuale, tanto controverso che la tv tedesca Bayerischer Rundfunk si rifiutò di mandarlo in onda.
Lavorando negli anni ’70 alla serie tedesca Tatort incontra e dirige l’attore Jurgen Prochnow, col quale gira ben 7 titoli (tra cui i tre già citati) e al quale affida il ruolo del comandante dell’U-Boot in quello che è uno dei suoi migliori lavori, U-Boot 96 del 1981. Ambientato in un sottomarino tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale, il film ottiene ben 6 nomination all’Oscar, tra cui quella per il miglior regista e sceneggiatore, e diventerà nel 1985 anche una miniserie, sempre con il duo Petersen-Prochnow al timone.
Nel 1984 realizza la celebre fantasy-avventura La storia infinita, in cui un timido ragazzino finisce nel fantastico mondo del libro che sta leggendo, vivendo mille avventure. Si tratta del più costoso film tedesco del dopoguerra e, anche grazie al celebre brano omonimo, The NeverEnding Story, cantato da Limahl su musica di Giorgio Moroder, il film è un successo, diventando un cult per il pubblico più giovane e spalancando definitivamente le porte di Hollywood a Petersen.
In America dirige nel 1985 Il mio nemico, fanta-action con Dennis Quaid e Louis Gossett Jr., in cui durante una guerra spaziale due nemici (un umano e un alieno) feriti sono costretti a collaborare dopo essersi schiantati su un pianeta ostile. Nonostante la corposa campagna di marketing della 20th Century Fox, il film è un flop. Passeranno quindi ben sei anni prima del suo successivo film.
Nel 1991 Petersen torna al thriller con l’hitchcockiano Prova schiacciante, in cui Tom Berenger interpreta un uomo che perde la memoria in un incidente stradale, ricordando poi il tradimento della moglie e cercando di ricostruire i frammenti della sua mente. Si tratta dell’ultimo film di cui il regista è anche sceneggiatore ed il primo di cui è produttore.
Due anni dopo arriva il primo dei suoi tanti successi al botteghino degli anni ’90, Nel centro del mirino con Clint Eastwood agente dei servizi segreti intento a proteggere il Presidente degli Stati Uniti dal killer John Malkovich che vuole ucciderlo. Il film incassa 187 milioni di dollari nel mondo.
Virus letale con Dustin Hoffman e un super cast è il profetico film che nel 1995 anticipa alcune scene poi tristemente vissute nella realtà durante la pandemia da Covid-19. Niente pipistrelli cinesi, ma è una scimmietta africana a diffondere in una città californiana un virus simil Ebola contro cui lottano i medici dell’esercito. Stavolta l’incasso è di 190 milioni.
Ancora il Presidente USA, interpretato da Harrison Ford, stavolta dovrà difendersi da solo in Air Force One (1997), in cui il super aereo presidenziale, di ritorno da Mosca, viene dirottato da terroristi kazaki capeggiati da Gary Oldman. Ben 315 milioni di dollari vengono incassati nel mondo.
Nel 2000 Petersen dirige George Clooney e Mark Wahlberg nell’avventuroso dramma La tempesta perfetta, tratto dalla storia vera della lotta dell’equipaggio di un peschereccio, colto di sorpresa in mare dall’Uragano Grace nel 1991. Quasi 330 milioni al botteghino mondiale.
Arriva poi l’epico blockbuster Troy (2004) che racconta la guerra di Troia e il mito di Achille, interpretato da Brad Pitt, che raccoglie ben 500 milioni, confermando Petersen come Re Mida degli incassi.
Nel 2006 a 65 anni dirige il suo ultimo film americano, Poseidon, ambizioso remake della celebre pellicola del 1972, in cui dopo che un’onda anomala ha ribaltato un lussuoso transatlantico, passeggeri ed equipaggio cercano la salvezza risalendo la nave al contrario. Con soli 180 milioni incassati, il film genera una sanguinosa perdita di 77 milioni per la Warner Bros., concludendo di fatto la carriera di Petersen.
Dopo aver cercato inutilmente di portare sul grande schermo la versione live-action dell’anime giapponese Paprika – Sognando un sogno, a 75 anni il regista tedesco torna in patria per dirigere un ultimo film, il primo in lingua tedesca dai tempi di U-Boot 96: si tratta della crime-comedy Vier gegen die Bank, remake di un suo film tv del 1976 in cui quattro uomini traditi da una banca decidono di vendicarsi.
A proposito di progetti non realizzati, Petersen avrebbe dovuto dirigere nel 2001 un Batman vs Superman con Colin Farrell nei panni di Batman e Jude Law in quelli di Superman, ma il film non è andato in porto. Avrebbe anche dovuto dirigere il fantascientifico Ender’s Game ed era tra i registi papabili per il primo film di Harry Potter. In compenso in America Petersen è stato anche produttore esecutivo di alcuni film che non ha diretto, come L’angolo rosso (1997) con Richard Gere, Instinct – Istinto primordiale (1999) con Anthony Hopkins e Cuba Gooding Jr., la serie The Agency (2001), il tv movie Avenger (2006), ed ha prodotto L’uomo bicentenario (1999) di Chris Columbus con Robin Williams.