Lando Buzzanca, attore cult della commedia italiana ed interprete amatissimo di ben 100 film, è morto a 87 anni dopo anni di malattia: da James Tont a L’arbitro, da Il merlo maschio a Il restauratore, tanti i suoi personaggi
Lando Buzzanca, celebre attore tra i simboli della commedia all’italiana, si è spento all’età di 87 anni. Era ricoverato a Villa Speranza a Roma dopo essere stato dimesso dal Policlinico Gemelli, dove era entrato a causa di una caduta dalla sedia a rotelle. I funerali saranno celebrati mercoledì 21 dicembre alle ore 12.00 presso la Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo a Roma.
Malato da alcuni anni, nelle ultime settimane il figlio Massimiliano aveva parlato al Corriere di «una demenza senile grave, uno stato che è partito dall’afasia». E proprio lui lo ha salutato sui social con queste parole: «Le avventure iniziano e finiscono… quella di mio padre è stata una magnifica avventura… finita con un meritato riposo… ciao Papà».
Gerlando Buzzanca, meglio conosciuto come Lando Buzzanca, era nato a Palermo, figlio di un proiezionista cinematografico. A 16 anni Buzzanca lascia il liceo e si trasferisce a Roma per inseguire il sogno di diventare attore. Per sopravvivere accetta molti lavori tra cui cameriere, traslocatore di mobili e fa una fugace apparizione come schiavo nel film Ben-Hur.
Debutta ufficialmente in Divorzio all’italiana di Pietro Germi, specializzandosi presto nel ruolo dell’immigrato medio del sud Italia. Viene poi diretto da Elio Petri ne I giorni contati (1962), da Antonio Pietrangeli ne La parmigiana (1963) e ne Il magnifico cornuto (1965), da Dino Risi ne I mostri (1964), ancora da Germi in Sedotta e abbandonata (1964), da Nanni Loy in Made in Italy (1965), da Vittorio De Sica in Caccia alla volpe (1966), da Alberto Lattuada in Don Giovanni in Sicilia (1967), da Luigi Magni in Secondo Ponzio Pilato (1987).
Dalla fine degli anni ’60, dopo due film di successo su James Tont in cui interpretava una parodia di James Bond, Buzzanca ottiene grandi successi con una serie di commedie all’italiana che satirizzavano grandi istituzioni come la politica, la religione, i sindacati e il mondo finanziario.
Film come Puro siccome un Angelo papà mi fece monaco… di Monza (1969), Il debito coniugale (1970), Il vichingo venuto dal sud (1971), Homo Eroticus (1971), Il merlo maschio (1971), All’onorevole piacciono le donne (1972), L’uccello migratore (1972), La schiava io ce l’ho e tu no (1973), L’arbitro (1974), Il domestico (1974). Tanti i titoli snobbati dalla critica ma amatissimi dal pubblico, con Buzzanca simbolo del “maschio latino”, diretti soprattutto da Pasquale Festa Campanile o Giovanni Grimaldi, ma anche da Steno e da Lucio Fulci.
Con il declino del genere, dirada le sue attività cinematografiche, concentrandosi sul teatro e sulla televisione, dove gode di una nuova popolarità negli anni 2000 grazie a una serie di fiction come Il restauratore.
Nel 2013, a seguito della morte della moglie Lucia e di una forte depressione, Buzzanca tenta il suicidio tagliandosi le vene. Nel 2015 è completamente guarito dal periodo depressivo intraprendendo una relazione con una donna più giovane, Antonella. Nel 2016 partecipa come ballerino al programma televisivo Ballando con le stelle e trova una nuova compagna l’attrice e giornalista Francesca della Valle. Negli ultimi mesi le sue vicende personali e di salute sono finite alla ribalta per le diatribe tra i figli (tra cui l’attore Massimiliano Buzzanca) e la della Valle, in merito all’imminente matrimonio.