MMW 2020, opening: «Un’edizione necessaria per proporre le idee per la ripartenza del settore»

Ad inaugurare la Milano Music Week 2020 è stato l’opening istituzionale che ha visto l’intervento delle principali cariche del settore, da Dario Franceschini fino a Vincenzo Spera di Assomusica: un’edizione dettata dall’esigenza di portare sul piatto proposte per la ripartenza del settore

Ad aprire l’opening istituzionale della Milano Music Week 2020 è stato Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali: «Quest’emergenza sanitaria ci ha fatto capire l’importanza di investire nella cultura sia per il grande passato che abbiamo alle spalle perché in ogni parte del mondo si pensa all’arte, alla bellezza, al cinema e alla musica italiana sia perché parte essenziale del nostro PIL. Le città adesso sono più tristi, l’emergenza ha spinto a sperimentare cose nuove, basta notare quanta offerta culturale si è trasferita spontaneamente e quasi sempre gratuitamente sulla rete. Abbiamo investito su una piattaforma nuova e pubblica gestita dal MIBACT ma che potrà usufruire del contributo dei privati e dove potremmo vedere a pagamento mostre virtuali, live in streaming, film. L’intento non è quello di sostituire gli eventi dal vivo ma di creare un’offerta integrativa per allargare la platea. Ritengo sia importante sperimentare e queste giornate di dibattito saranno utili per proporre idee da mettere sul tavolo».

L’assessore alla cultura di Milano Filippo Del Corno ha sottolineato l’importanza della manifestazione per cercare di creare una sinergia di settore: «Sin dalla prima edizione  la MMW è stata concepita come una piattaforma che ha voluto creare una massa critica che potesse far conoscere la molteplicità di generi e di mansioni per mostrare la presenza fondamentale della musica all’interno della nostra società. Molte comunità trovano nella musica appartenenza e senso di riconoscimento. Siamo in un mare in tempesta a causa della crisi dettata dalle misure di contenimento necessarie per contenere il propagarsi del virus. Sono sicuro che questo momento e quest’evento ci permetterà di mettere sul piatto idee. Credo che quest’edizione 2020 debba partire dal lavoro e dai lavori connessi alla musica e solo tramite quest’alleanza potremmo rialzarci»

Il presidente della Nuove Imaie Andrea Miccichè ha proposto due diverse modalità d’intervento: «Credo che l’intervento pubblico in questa fase sia determinante. Sono d’accordo sul fatto che  il momento difficile ha fatto emergere l’importanza del settore della comunicazione e dello spettacolo. Credo che l’intervento sul mercato debba essere urgente riguardo all’aiuto all’industria, agli autori e agli artisti e poi che debba estendersi in maniera strutturale. Sfruttare l’occasione di procedere a investimenti che consentano agli operatori di scommettere sul digitale e sull’internazionalizzazione del prodotto italiano. Poi serve un intervento di carattere normativo per allargare gli strumenti di tutela, anche degli enti intermediari a partire dalla SIAE».

MMW 2020 – Opening

Vincenzo Spera, presidente di Assomusica, ha parlato dell’esigenza di una prospettiva immediata per la ripartenza: «Bisogna puntare su un’unita nazionale che al momento non si è vista, circa 27.000 operatori del mondo dello spettacolo hanno perso il posto di lavoro e si tratta di una media che corrisponde a quell’europea. Lo Stato ci deve restaurare adeguatamente e con un’orizzonte almeno fino a maggio, deve interfacciarsi con noi per lavorare a una progettualità a breve, medio e lungo termine altrimenti anche la fruizione del bene dell’anima inalienabile che è la musica verrà meno».

Luca De Gennaro, curatore della MMW ha parlato della modalità in streaming: «Abbiamo dovuto riorganizzare tutto, in queste prime tre edizioni l’evento è stato un assembramento continuo mentre questa volta siamo dovuti andare noi dalla gente. Ringraziamo tutti i partner che si sono confermati rispetto agli altri anni e tutte le location che hanno comunque aderito».

Francesca Martinelli del Forum arte e spettacolo ha raccontato la nascita del progetto: «Siamo partiti dalla raccolta firme. Nella prima riunione abbiamo capito la necessità di affrontare il tema dell’emergenza e della ripartenza ma soprattutto di creare una riforma strutturale del settore. Abbiamo poi compreso che per ragionare a questi temi dovevamo essere molteplici personalità. Si è unito Diodato che è divenuto promotore e oggi il forum racchiude oltre 60 realtà diverse. Abbiamo offerto la nostra proposta alla politica il 28 settembre a Bologna ed è stato davvero bello aver prodotto un documento organico riuscendo a mettere in sinergia gruppi così differenti».

Silvia Comand, promoter dell’iniziativa Bauli in Piazza ha raccontato la nascita del movimento e l’evento di protesta in Piazza del Duomo: «Bauli in piazza nasce a fine agosto con la volontà di creare qualcosa che rendesse visibile questo mondo, si guardava sia alle iniziative realizzate dalla rete We make events in altri paesi che avevano preso tutti il baule come simbolo e poi si guardava alla situazione in Italia che era stagnante e mancavano interventi strutturali di sostegno per i soggetti della filiera. La prima iniziativa a fine settembre è stata l’adesione a Red Alert che ha illuminato di rosso le venue, le location, i luoghi d’arte e poi è stata organizzata la protesta a Milano. Siamo riusciti a portare in piazza tutti i rappresentanti del settore riunendoli sotto lo striscione “Un unico settore, un unico futuro” per rimarcare la necessità della collaborazione per immaginare una ripartenza. L’evento è divenuto virale subito per la carica emotiva dei partecipanti e perché è stato condiviso da tantissimi artisti, fatto che ha consentito di arrivare ai media. Chiediamo di essere coinvolti nella realizzazioni di protocolli che permettano la ripartenza».

Bauli in piazza
Bauli in piazza

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