Memory Box, recensione: un mosaico di ricordi per raccontare la guerra in Libano a Berlino 71

Memory Box - Hassan Akil e Manal Issa
Memory Box - Hassan Akil e Manal Issa

La nostra recensione di Memory Box di Hadjithomas e Joreige, un mosaico di ricordi che prendono vita nel vivido racconto di un’adolescenza dolorosa e della violenta guerra civile libanese, in concorso a Berlino 71

Negli anni della guerra civile in Libano una giovane Joana Hadjithomas spediva e riceveva a Beirut pacchi colmi di foto e cassette per comunicare con una sua amica che si era trasferita in Francia. Nasce dai frammenti di un’adolescenza sfumata Memory Box, un film girato dalla regista libanese al fianco di suo marito Khalil Joreige che prende spunto dalla sua esperienza per costruire una storia finzionale capace di raccontare in maniera originale e visivamente efficace i traumi di un intero Paese. In concorso alla Berlinale 71 Memory Box è anche il contenitore ideale per mettere in scena uno scontro generazionale tutto al femminile, che mette allo specchio la realtà analogica e l’universo digitale. 

Memory Box - Manal Issa
Memory Box – Manal Issa

Io, mia madre, il passato 

Maia (Rim Turki) è una madre single libanese trasferitasi a Montreal, in Canada, dove vive con sua figlia quindicenne Alex (Paloma Vauthier). Durante le festività natalizie, un corriere consegna un grande scatolone proveniente da Beirut. Maia è sconvolta nello scoprire che il pacco è stato inviato dalla sua amica Liza prima di morire e impone alla figlia di non aprirlo per nessuna ragione. La curiosità, però, vince Alex che trova nel pacco quaderni, diari, foto e cassette che sua madre aveva mandato a Liza, trasferitasi a Parigi, mentre la guerra infuriava per le strade di Beirut. Attraverso queste testimonianze e un pizzico di immaginazione, Alex ricostruisce la difficile adolescenza di Maia (Manal Issa).

Memory Box - Clémence Sabbagh, Paloma Vauthier e Rim Turki
Memory Box – Clémence Sabbagh, Paloma Vauthier e Rim Turki

Rimembranze cinematografiche

Alex non sa quasi nulla del passato di sua madre. Aprire lo scatolone dei ricordi che dà il nome al film è per la ragazza la via ideale per comprendere finalmente chi sia Maia e, in questo mondo, scoprendo le sue radici, scendere a patti con la sua stessa identità. Così una quindicenne la cui Memory Box è diventata uno smartphone che racchiude le istantanee di una vita agiata e ormai quasi totalmente digitale si immerge in una memoria fatta di audiocassette, registratori ingombranti, macchine fotografiche retrò, rullini, quaderni brulicanti parole, colori e immagini. Tra le testimonianze analogiche di una memoria dolorosa Alex scopre una Maia ribelle, sulle cui spalle di ragazza gravava la mestizia di una famiglia che non aveva mai superato la morte del suo fratellino, l’ardore di un amore vissuto di nascosto, il rombo assordante delle bombe che cadevano su Beirut. La sofferenza lancinante, la voglia di evasione, il desiderio di libertà.

Memory Box - Manal Issa e Hassan Akil
Memory Box – Manal Issa e Hassan Akil

One way or Another 

Sono brillanti soluzioni visive quelle adottate da Hadjithomas e Joreige per mettere in scena il materializzarsi dei ricordi e, di conseguenza, le vicende con protagonista la giovane Maia. Lo schermo esplode in una miriade di fotogrammi, la voce della ragazza emanata dal registratore si accavalla a fotografie che prendono vita, sprazzi di animazione zampillano da inquadrature perfettamente curate a livello estetico. La colonna sonora rattoppa le tessere di questo mosaico emotivo e sensoriale e trova il suo brano cruciale in One way or Another dei Blondie che diventa il leit motiv dell’adolescenza di Maia e il veicolo di un’incontenibile speranza. Una speranza non solo di realizzazione personale, ma anche nei confronti di un Paese intero qui chiamato a confrontarsi con i suoi traumi e i suoi fantasmi. Perché nel loro Memory Box i registi disseminano frammenti di una memoria storica nazionale oltre che intima e personale e creano una dialettica tra passato e presente che vibra di un’asserzione sempreverde: guardare al passato per avere cognizione del presente.

Memory Box. Regia di Joana Hadjithomas e Khalil Joreige. Con Rim Turki, Manal Issa, Paloma Vauthier, Clémence Sabbagh, Hassan Akil, Rabih Mroueh. Al cinema dal 14 aprile, distribuito da Movies Inspired.
VOTO:
3 stelle e mezza

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