Megalopolis, recensione: l’ipnotico casino di Francis Ford Coppola

Megalopolis - Adam Driver e Nathalie Emmanuel
Megalopolis - Adam Driver e Nathalie Emmanuel

La nostra recensione di Megalopolis, attesissima opera magna di Francis Ford Coppola con Adam Driver protagonista, già passato per Cannes e ora alla Festa del Cinema di Roma: un delirio ipnotico denso e stratificato, complesso e ambizioso, labirintico ed estenuante

Megalopolis era il film che Francis Ford Coppola sognava, bramava da una vita. La sua opera magna, passata a Cannes con una spaccatura nettissima, il suo lavoro più autarchico, visionari, ambizioso, ipnotico e delirante. Una pellicola la cui complessità necessita più visioni, poiché al di là dei limiti di scrittura, delle incongruenze e degli eccessi di formalismo e di citazionismo è innegabile come il grande cineasta italoamericano abbia partorito una riflessione potente sul tempo, sul rapporto tra uomo e mortalità e sulla redenzione attraverso l’amore. Adam Driver si fa burattino di un racconto labirintico, a tratti estenuante e iper-radicale, ma sempre in grado di regalare una battuta, un lampo, un’inquadratura.

Megalopolis - Laurence Fishburne
Megalopolis – Laurence Fishburne

Una nuova Roma

in un’America moderna e immaginaria la città di New Rome sta cambiando, causando aspri conflitti tra Cesar Catilina (Adam Driver), geniale artista inventore di un materiale rivoluzionario chiamato Megalon, per il quale ha vinto persino il Nobel, che cerca di proiettarsi in un futuro utopico e idealistico, e la sua nemesi, il sindaco Franklyn Cicerone (Giancarlo Esposito), reazionario e legato a uno status quo regressivo, avido e corrotto. Tra i due si inserisce Julia (Nathalie Emmanuel), la figlia del sindaco che, essendo innamorata di Cesar Catilina, si trova a dover scegliere in chi riporre la propria lealtà e a chiedersi cosa merita, davvero, l’umanità.

Megalopolis - Dustin Hoffman e Giancarlo Esposito
Megalopolis – Dustin Hoffman e Giancarlo Esposito

Tra genio e sregolatezza

Diciamolo subito, senza troppi indugi né reticenze: Megalopolis non è un film. Assomiglia più semmai ad un delirio, con una sua lucidità e una sua poetica e che cerca di avvertirci rispetto ad un futuro immediato dalle prospettive funeree, ma rimane pur sempre un  delirio. un vero e proprio trip incasinato, allucinogeno, lisergico in funzione del quale il Cinema si esprime a dei livelli tanto elevati in quanto a liricismo, visionarietà e ambizione quanto bassi in quanto a regolarità della scrittura, sviluppo di un arco narrativo e tematico, coerenza interna e altre amenità. partendo da questi presupposti si potrebbe bollarlo subito, e in maniera superficiale, come un disastro. Invece no.

Perché è vero che Coppola spesso fa il passo più lungo della gamba, flirta costantemente con il cafonal, con il kitsch, con il trash e alle volte fa più che flirtarci, però è altrettanto vero che dentro al suo ultimo film ci sono tante idee di cinema, di messa in scena, tanti lampi di genio e sregolatezza che solo un regista con più di 50 anni di carriera, un intero decennio di capolavori (gli anni ’70) e almeno tre pietre miliari poteva permettersi di girare. Ora, forse l’unico modo sensato di godersi il viaggio fluviale e delirante di Megalopolis è azzerare lo spirito critico per immergersi nei vapori della New Rome immaginata da Coppola, nei suoi meandri paludosi e infimi.

E nella città che richiama i fasti dell’impero romano il maestro americano fa vorticare tante sottotrame, tanti personaggi, il tema del tempo come costante universale sia salvifica che venefica, tanti argomenti diversi che spaziano dalla lotta di classe al ruolo del destino, dall’amore al rapporto tra uomo e natura, dalla rivoluzione sociale ed economica alla manipolazione (delle leggi fisiche, della coscienza, dell’identità individuale e collettiva). Sono talmente tanti gli spunti, tante le intenzioni e le suggestioni da costringere la pellicola ad asciugare e a condensare tutto, alle volte anche saltando di palo in frasca, fregandosene di tutte le regole drammaturgiche o infrangendole più o meno consapevolmente. 

Megalopolis - Adam Driver
Megalopolis – Adam Driver

Il tempo come misura di tutto

In questo frullatore è però il tempo ad essere misura di tutte le cose, sin dalla scena iniziale in cui Caesar è costretto a fermarlo pur di non precipitare dall’Empire State building ( o dalla sua controparte cinematografica). Ma il tempo filmico e quello extra-filmico, che qui ovviamente non coincidono, si fanno qui espediente di una ricerca quasi ossessiva di un’immortalità cinematografica e forse esistenziale da parte di Coppola, perché è evidente come questa sia la sua opera testamento, l’ultimo coup de theatre di una carriera per certi versi irrepetibile anche nelle sue scivolate (che ci sono state). Francis ne è consapevole e allora la sua bulimia visiva qui esplode completamente, senza freni, divorando qualsiasi cosa.

Ed è un po’ il problema di Megalopolis tutto, un film che vuole dire, fare e mostrare così tanto da rischiare di sembrare superficiale e vanesio, pieno di hubris e più interessato ad agghindarsi che a raccontare una storia, a mostrare un punto di vista sul tema, a creare drammaturgia nel senso più prosaico del termine. Un rischio che, va detto, non sempre viene evitato e anzi alle volte travalicato, altre cavalcato, altre ancora accarezzato. Poi possiamo parlare di come Adam Driver governi il film, della grande capacità di Aubrey Plaza di mangiarsi le proprie inquadrature o del mestiere infinito di Giancarlo Esposito, Jon Voight e Dustin Hoffman.

Delle scenografie avvolgenti, del montaggio al limite del folle che scivola tra narrativo, parallelo e alternato di continuo, dei riferimenti ossessivi all’antichità, del citazionismo alle volte pure estenuante, dei riferimenti filosofici, letterari, musicali, dell’ambizione che trasuda ogni fotogramma. In molti si schiereranno dalla parte del disastro, della schifezza senza appello, alcuni invece dalla parte del capolavoro. E se invece la verità, ora più che mai, stesse proprio nel mezzo?

TITOLO Megalopolis
REGIA Francis Ford Coppola
ATTORI Adam Driver, Giancarlo Esposito, Nathalie Emmanuel, Aubrey Plaza, Grace VanderWaal, Shia LaBeouf, Jon Voight, Dustin Hoffman, Chloe Fineman, Laurence Fishburne, Jason Schwartzman, Sonia Ammar
USCITA 16 ottobre 2024
DISTRIBUZIONE Eagle Pictures

 

VOTO:

Tre stelle

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci qui il tuo nome