Max Gazzè è in gara al Festival di Sanremo 2021 con Il farmacista e nell’incontro ci ha raccontato di cosa parla il brano, la scelta della cover dei CSI, il nuovo disco e molto altro
Max Gazzè è in gara al Festival di Sanremo 2021 con Il farmacista e nell’incontro ci ha raccontato del nuovo disco La matematica dei rami, in uscita il prossimo 9 aprile: «Parlo di argomenti molto interessanti che ho avuto modo di approfondire in questi anni, la matematica della natura ricorre nel disco. La simbologia legata ai rami sta nel convergere intorno al tronco che a sua volta ha delle radici, già Leonardo da Vinci ne ha parlato. In questo caso rappresenta l’attingere da più fonti, la cover è stata suonata e registrata tutta dal vivo». Per quanto riguarda la mancanza di pubblico dice: «Quando stiamo su un palco e cantiamo siamo consapevoli che ci sono milioni di persone che ci seguono da casa, la percezione che si ha del clima sanremese non è la stessa degli altri anni ma il fatto di fare il festival spero sia un auspicio affinché si possano riaprire le performance dal vivo, i teatri»
Del mondo e Il farmacista sono due diverse modi per rappresentare la volontà dell’uomo di interrogarsi sul senso della sua presenza in questo pianeta: «Del Mondo è un grido di speranza, la speculazione umana ci costringe a chiederci di più cos’è il mondo, in che modo siamo responsabili. Sono due umori diametralmente diversi, il tentativo di fare finta di niente fingendo che sia tutto normale non è giusto, la cover aiuta in questo e il farmacista racconta con il sorriso lo stregone di turno che ha sempre una soluzione da offrirti, il surrealismo di queste persone è connaturata nel mio travestimento sul palco. Mischiare verità insieme a delle menzogne crea un pericolosissimo inganno e queste persone non ci rassicurano ma ci fanno dubitare sempre».
Dopo il Festival si concederà un meritato riposo dopo il lavoro del disco e spera di tornare a suonare dal vivo molto presto: «C’è tanto lavoro dietro la partecipazione al Festival, abbiamo finito il mixaggio la sera prima di venire qua, da lunedì ci riposeremo andando a vedere i film di Netflix degli ultimi 15 anni. Sono attualmente concentrato sulle mie esibizioni e sul progetto discografico, spero di tornare a suonare molto presto. Magari subito da quest’estate». Daniele Silvestri aggiunge a riguardo: «La cosa brutta del periodo è riuscire a pianificarlo, occupare prima possibile tutti i luoghi dove si può suonare è il nostro desiderio».
Dopo le prime due serate di questo Festival si trova momentaneamente alla posizione numero 16 della classifica, frutto del voto della giuria demoscopica e Max dice: «Non me ne frega niente della classifica, manco sapevo di essere sedicesimo finora. Mi è capitato di incontrare questa fantastica band, volevo trovare uno stimolo e la motivazione di lavorare su un nuovo progetto. Mi sono sentito coccolato da loro. Sono convinto che sia una bella canzone, non l’ho cantata benissimo e magari salgo di qualche posizione dopo le prossime esibizioni. Se volevo vincere non portavo brani di questo tipo, cover compresa».
Un cast molto giovane e con esponenti della nuova scena indipendente e Daniele Silvestri ammette di avere un debole per due big che hanno debuttato a Sanremo quest’anno: «Fulminacci è un pò il mio nipotino, adoro la sua penna. Ho profonda stima anche di Willie Peyote». Max invece parla di un artista delle Nuove Proposte: «Io dico il nome di Folcast, un grande talento. Condivido la scelta di Amadeus di aprire a questi giovani artisti che hanno tante cose da dire».
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