I protagonisti Claudio Gioè, Ester Pantano, Domenico Centamore, la new entry Andrea Bosca, il regista Michele Soavi e l’autore dei romanzi da cui è tratta la serie Gaetano Savatteri hanno raccontato la nuova stagione di Màkari, in onda su Rai1 dal 7 febbraio
Alla fine della prima stagione avevamo lasciato Saverio Lamanna, il giornalista reinventatosi scrittore e investigatore interpretato da Claudio Gioè (guarda qui la nostra video intervista), deciso a cullarsi nei sogni di gloria letteraria sotto il sole di Màkari, accanto al fido Piccionello, interpretato da Domenico Centamore, e speranzoso di ricongiungersi all’amata Suleima, interpretata da Ester Pantano, volata a Milano per realizzare i propri sogni. A meno di un anno di distanza dalla messa in onda della prima puntata della serie, che ha registrato un boom di ascolti, arriva la seconda stagione di Màkari, il serial investigativo tratto dalle opere di Gaetano Savatteri, edite da Sellerio, in onda su Rai1 in tre prime serate a partire da lunedì 7 febbraio 2022.
È trascorso un anno dagli eventi della prima stagione (leggi qui la nostra recensione) e per Saverio arriva una buona notizia: Suleima tornerà a Màkari per potersi dedicare ad un progetto molto ambizioso denominato “La Città del Sole”. Saverio, però, realizzerà presto che rallegrarsi è prematuro. Suleima, infatti, non è più la studentessa che ha incontrato l’estate precedente, ha una carriera avviata e giungerà in Sicilia accompagnata dal fascinoso, carismatico e ricchissimo capo Teodoro Bettini, interpretato dalla new entry Andrea Bosca, il quale attirerà immediatamente su di sé le gelosie di Saverio. «Questo è stato il mio primo progetto dopo una serie girata all’estero e sono contento fosse ambientato proprio in Sicilia» ha dichiarato la nuova aggiunta al cast Andrea Bosca. «Appena sono arrivato mi sono sentito subito accolto da tutti, in special modo dai miei colleghi», ha aggiunto l’attore piemontese. Anche Gioè, di origine palermitana, si è detto felice di essere tornato a girare nella sua Sicilia e ha elogiato «l’accoglienza e l’ospitalità sempre straordinarie» dei suoi conterranei.
All’incontro con i giornalisti era presente anche l’autore dei romanzi da cui la serie è tratta, Gaetano Savatteri. Quest’ultimo ha sottolineato la capacità degli autori e del regista Michele Soavi di riportare il tono leggero e autoironico della versione letteraria nella serie. «Non si tratta di riportare le singole parole o battute, ma di mantenere lo spirito di intelligenza, ironia e umanità dei personaggi» ha spiegato Savatteri. A queste parole fa eco Soavi, che ha poi aggiunto: «La forza di questa serie è la leggerezza, attraverso la quale esploriamo la natura umana, in tutti i suoi aspetti, anche i più infimi».
«Gaetano Savatteri, da grande scrittore qual è, ha saputo raccontare un carattere tipico di noi palermitani, una sorta di maschera che a volte serve a nascondere dei drammi e delle ferite, una tragedia greca che abbiamo nel dna che invece cela debolezze e insicurezze. Saverio è un flusso di cinismo e ironia, che non sono altro che una forma di corazza, e questo aspetto lo ritrovo anche in me stesso. Qualcuno mi ha detto ‘non capisco dove finisce Claudio e inizia Saverio’», ha raccontato Claudio Gioè. Il suo personaggio, infatti, dovrà fare i conti con la gelosia senza però sfociare nella possessività. «Suleima era già una donna decisa e caparbia nella prima stagione, ora ha terminato gli studi ed è pronta a portare avanti la sua professione senza tuttavia rinunciare ai suoi sentimenti. Il ritorno in Sicilia sarà fortuito e ciò permetterà a Suleima e Saverio di rincontrarsi, ma entrambi dovranno crescere, anche grazie all’aiuto di Piccionello, che sarà fondamentale come mediatore tra i due», ha spiegato Ester Pantano (guarda qui la nostra video intervista). «Sono felice di interpretare Piccionello perché è gioia, è la nostra Sicilia, sono i nostri colori, la nostra vivacità», ha poi aggiunto Domenico Centamore, il cui personaggio avrà anch’esso una sua evoluzione. «Piccionello è maturato. Sta cominciando a mettere in pratica ciò che ha appreso da Saverio. Ci saranno non poche novità che lo riguarderanno».
Infine, Savatteri ha parlato dell’influenza che Camilleri e i suoi romanzi hanno avuto. «Ha aperto una porta al racconto della Sicilia, che usciva da un racconto in bianco e nero, spesso molto drammatico, che rispecchiava ovviamente la sua storia, ma lui ci ha portato in una Sicilia più luminosa, anche se le ombre erano sempre presenti, con l’umorismo, la capacità di ridere e di far ridere. Senza questa porta aperta io probabilmente non avrei mai pensato di creare personaggi che scardinano ancora di più quell’archetipo come Saverio. Diviso tra lo stereotipo del siciliano geloso e la volontà di essere un uomo del suo tempo».