Giovedì 26 settembre arriva nelle sale italiane Lou Von Salomé, biopic sulla scrittrice e psicanalista russa, mente brillante e donna rivoluzionaria che rifiutò il ruolo convenzionale di moglie e madre portando avanti la sua battaglia per l’indipendenza femminile.
La brillante e ribelle Lou
Nella sua continua ricerca di figure femminili forti e determinate, la regista tedesca Cordula Kablitz-Post si è imbattuta nella biografia della scrittrice e psicanalista russa Louise Von Salomé, detta Lou, di cui ha cercato di portare alla luce la turbolenta e brillante vita, dapprima in un documentario non riuscito per poi raggiungere il suo obiettivo nel lungometraggio proprio intitolato Lou Von Salomé. Il film apre il sipario su una Lou ormai settantaduenne che ripercorre i momenti salienti del suo vissuto di donna e di intellettuale, per un giovane biografo intenzionato a scriverne le memorie. Attraverso una scatola dei ricordi piena di cartoline raffiguranti tutti i posti conosciuti in giovane età, la scrittrice racconta il difficile rapporto con la madre e con la società che volevano ingabbiarla nello status convenzionale di moglie e madre.
Un ritratto a tutto tondo
Da questo carismatico affresco viene fuori una donna risoluta e volitiva, pronta a ribellarsi alle regole morali del tempo per abbracciare l’indipendenza e la libertà allora negate all’universo femminile, una donna che ispirò menti brillanti come il filosofo tedesco Nietzsche o il poeta austriaco Rilke, con cui intrecciò un’intensa e passionale relazione amorosa. La Kablitz-Post non descrive però Lou Von Salomé come una figura feticcio, mera musa dei grandi pensatori a cavallo tra il diciannovesimo e le prime decadi del ventesimo secolo, ma la esplora, la indaga a 360 gradi, ne narra la storia fin da bambina, fin da quando si arrampicava sugli alberi di nascosto chiedendosi perché a lei era proibito e al fratello no. Analizza ogni episodio importante che ha forgiato la sua personalità ribelle e femminista, non essendo mai banale o ridondante.

Quattro attrici per raccontare una vita
Forse si avverte un po’ di confusione nella messa in scena strutturata in numerosi salti temporali, con ben quattro attrici che interpretano la donna nelle differenti età: Helena Piescke (bambina), Liv Lisa Fries (adolescente), una bravissima Katharina Lorenz (adulta) e un’ottima Nicole Heesters (anziana), trovata che tende a ingarbugliare – anche se non in modo particolarmente eccessivo – il filone narrativo, che scorre comunque gradevolmente e in maniera pulita e lineare. Non molto rilevanti sono invece le figure maschili, che rimangono ancorate sullo sfondo, a fare quasi da contraltare alla protagonista.
Fotografia luminosa e vivida
Eccellenti poi le scenografie realizzate da Nikolai Ritter, che insieme alla regista ha sviluppato l’idea di realizzare uno scenario bidimensionale utilizzando delle cartoline attraverso il quale Lou si muove con disinvoltura tra un flashback e l’altro, prediligendo così tinte forti e vivaci ai nostalgici toni seppia delle classiche rappresentazioni storiche. Da menzionare anche l’ottimo lavoro sviluppato dal direttore della fotografia Matthias Schellenberg, che ha puntato su una luminosità ricca di colore, donando al film un’insolita leggerezza. Solo le scene nella casa di Gottinga, in cui la protagonista trascorre i suoi ultimi anni, sono più statiche e prive di saturazione del colore, simbolo di una grandiosa esistenza che sta per spegnersi sotto l’ingombrante ombra dello spauracchio del Nazismo tedesco.
Lou Von Salomé è un film scritto e diretto da Cordula Kablitz-Post, con Katharina Lorenz, Nicole Heesters, Liv Lisa Fries, Helena Pieske e Katharina Schüttle, al cinema da giovedì 26 settembre, distribuito da Wanted.