Lilli e il Vagabondo esordisce in streaming insieme al nuovo Disney+ e rende “in carne ed ossa” gli amici a quattro zampe del classico datato 1955: il risultato è buono ma non eccezionale, tenero ma con qualche difetto.
Quando arriva un bambino
Una coppia di giovani sposi decide di allargare la famiglia adottando un cucciolo di cocker. Lilli conquista sin dalla prima sera il cuore di “Gianni caro” e “tesoro” (è così che i due si chiamano a vicenda) e si gode la vita accanto alla coppia, nella loro bella casa alto borghese. Quando però arriva un bebè, le certezze di Lilli cominciano a vacillare: verrà ancora pettinata, coccolata e protetta? Grazie all’incontro casuale col randagio meticcio Biagio (il Vagabondo), la dolcissima cagnolina inizierà ad esplorare la bellezza della strada. Ma nulla potrà mai competere, per lei, con il calore della sua casa. A boicottare la pace ci sono infine un accalappiacani troppo zelante, un topo di fogna che vuole entrare in casa e due gatti siamesi a dir poco dispettosi.
L’amore per gli animali
Il live action di Lilli e il Vagabondo rappresenta un bell’inno alla famiglia e un elogio ai suoi valori. Ad arricchire il pacchetto, inoltre, sopraggiunge un aspetto su cui la pellicola riesce a soffermarsi ancor di più rispetto al cartone animato del 1955. Si tratta del legame degli umani con i loro amici a 4 zampe. “Gianni Caro” e “Tesoro” sono profondamente addolorati quando scoprono che Lilli ha passato la notte al canile. Allo stesso modo difendono a spada tratta il loro cucciolo davanti a zia Sara (rea di averla fatta scappare), infine dimostrano immensa gratitudine al Vagabondo che ha protetto la loro bimba dal topo entrato in casa. I temi affrontati e i tratti salienti della trama sono i medesimi, tuttavia la presenza di cani “in carne ed ossa” aumenta (gradevolmente) l’impatto emotivo delle scene. Da apprezzare anche i costumi e le scenografie, che ricostruiscono accuratamente l’inizio del ‘900.

Doppiaggio con qualche imperfezione
C’è tuttavia un rovescio della medaglia e questo si riflette nel doppiaggio, che resta un po’ più freddo e distaccato. Difficile rendere le emozioni che sentono e che trasmettono gli animali, così l’ottimo risultato raggiunto dal film d’animazione stavolta non viene pienamente eguagliato. Stesso discorso per la loro mimica, che ovviamente guadagna in verosimiglianza ma ne paga il prezzo in termini di emotività. Un peccato tutto sommato veniale, che resta praticamente l’unica pecca della pellicola. Immancabile e azzeccata la scena degli spaghetti, con l’imperdibile brano Dolce Sognar.
Tra ironia e libertà
Due le novità, per così dire, aggiunte al film rispetto al cartone animato. In primis l’ironia legata all’accalappiacani: questa figura, ormai superata, viene resa in modo decisamente caricaturale. Gianni Caro non lo prende sul serio fino in fondo e, semmai, lo guarda con fare derisorio. Dovendo scegliere tra lui e il Vagabondo, si schiera senza dubbio dalla parte di quest’ultimo. Divertente anche la figura del cagnolino che deve assecondare la sua umana, la quale lo costringe a posare per dei quadri in costume: questo nuovo personaggio sembra deridere bonariamente gli eccessi in cui incappano alcuni padroni di cani (e gatti). Interessante infine il concetto di libertà: Lilli e il Vagabondo passano una giornata insieme e arrivano alla conclusione che i cani randagi hanno a disposizione un mondo intero da esplorare e da scoprire. Eppure, per Lilli, c’è qualcosa di ancora più importante: tornare a casa e sapere che il proprio posto è proprio lì.
Lilli e il Vagabondo, diretto da Charlie Bean, è disponibile in streaming sulla piattaforma Disney+ a partire dal suo esordio, avvenuto il 26 marzo 2020.