La ragazza che salvò la mia vita, recensione: lo specchio reale di una guerra

La ragazza che salvò la mia vita

Proiettato al Nordic Film Fest 2018 La ragazza che salvò la mia vita è un lavoro di ricerca e di impegno morale del regista Hogir Hirori, in un viaggio che scava a fondo nel dolore e le conseguenze della guerra.

Viaggio e incontri 

C’è una guerra nel mio paese, di nuovo“, è così che il regista Hogir Hirori inizia il film La ragazza che salvò la mia vita, proiettato in esclusiva alla Casa del Cinema durante il Nordic Film Fest 2018. Nell’agosto 2014 lascia la moglie incinta in Svezia per recarsi nella sua terra natale, il Kurdistan iracheno, e raccontare le sorti che hanno colpito gli oltre 1,4 milioni di persone in fuga dall’ISIS. Attraverso le persone che incontra lungo il suo percorso Hogir racconta anche alcune delle sue esperienze di guerra e di rifugio, creando una solida legittimità per il suo film e una credibile identificazione con coloro che registra. È profondamente colpito da Souad nel caos della guerra che diviene la matrice del suo viaggio e dell’esperienza che ne risulta.

Questo è un documentario sulla mia gente, la mia patria e la mia vita. Sulla storia che si ripete, con guerre e disagi, dove donne e bambini sono le più grandi vittime. Ma riguarda anche la speranza e l’amore che splendono nell’oscurità

Hogir Hirori

Una messa in scena della realtà

Il regista con questo lavoro ha voluto approfondire e lui stesso scoprire gli aspetti della realtà che i mass media tendono a nasconderci e non mostrare per quello che sono. La guerra è matrice distruttiva e di dolore per delle popolazioni che per vittima del potere, dei soldi e del petrolio sono costrette ad emigrare in cerca di una vita dignitosa. Le famiglie che il nuovo stato islamico, l’ISIS, ha strappato dalle loro case sono innumerevoli, donne e bambine vendute come schiave, padri di famiglia massacrati davanti agli occhi dei figli, non c’è fine a questo orrore. In questo film vediamo le conseguenze di tutto questo, riprendendo le vite di persone costrette a vivere in queste condizioni, desiderose di un futuro ma impossibilitate ad averlo.

Hogir Hirori - La ragazza che salvò la mia vita
Il regista Hogir Hirori

L’obiettivo è un occhio che indaga

La ragazza che salvò la mia vita è un esempio di docu-film in cui l’obiettivo diventa il mezzo indagatore, un agente che guarda con analiticità tutto quello che passa sotto la sua lente, riprendendo situazioni di dolore ma anche amore, in cui tra le persone emerge un senso di fratellanza e sostegno reciproco, come per dirci “la realtà, nonostante sia brutale è questa”. Sul piano narrativo l’intreccio tra i soggetti scelti per raccontare la storia è bilanciato, considerando che è tratto tutto dalla sua esperienza personale il regista è diventato soggetto stesso dell’indagine, trasformando l’opera in un prodotto che soddisfa il pubblico e che risponde alla sua esigenza di “voler fare qualcosa”.

La ragazza che salvò la mia vita è un film diretto, scritto e prodotto da Hogir Hirori.

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