La recensione de La folle vita, film belga che affronta il tema della malattia da un punto di vista differente, con profonda delicatezza e la capacità di far sorridere
Genitore, non più figlio
Alex (Jean Le Peltier) e Noémie (Lucie Debay), entrambi sulla trentina, vorrebbero un figlio. I loro piani vengono però sconvolti quando la madre di Alex, Suzanne (Jo Deseure), inizia a comportarsi in modo bizzarro. Il suo comportamento è infatti influenzato da una patologia neurodegenerativa. La donna inizia a spendere cifre sconsiderate, entra in casa dei vicini nel bel mezzo della notte, o ancora utilizza colla e forbici per realizzare una finta patente di guida. A poco a poco Suzanne diventa una bambina incontrollabile: ciò metterà inaspettatamente in crisi la relazione e i propositi genitoriali del figlio e della sua fidanzata, nonostante l’aiuto di un badante eccentrico ma rispettoso come Kevin (Gilles Remiche).
Equilibrio tra dramma e commedia
La folle vita è scritto e diretto a quattro mani da Ann Sirot e Raphaël Balboni. Il loro esordio in un lungometraggio è sancito da questo piccolo film pieno di sentimento, capace di dosare benissimo il dramma e la commedia. Laddove la tematica tenda ad essere emotivamente pesante, i comportamenti a volte grotteschi della tenera Suzanne riescono a strappare un sorriso involontario e ad alleggerire l’atmosfera. Il merito va condiviso sicuramente con il cast, in primis appunto con Jo Deseure che riesce a dare una bella anima al suo personaggio. “Abbiamo lavorato con grandi attori. Jo, Jean, Lucie e Gilles sono stati davvero preziosi per questo progetto. Gli abbiamo chiesto di unirsi al cast fin dalle prime fasi di realizzazione: facevamo piccole sessioni di prova durante la stesura della sceneggiatura che ha acquisito quindi tratti spontanei propri degli attori. Tra di loro si è creata anche un’atmosfera di affetto reciproco, e sono diventati ottimi ascoltatori l’uno per l’altro”, hanno dichiarato i due registi.
Un punto di vista differente
Non a caso la pellicola si è aggiudicata 7 Premi Maigritte du Cinèma, tra cui Miglior Film, Migliore Attrice e Miglior Attore. Il tema della malattia e, nello specifico, della demenza semantica – simile all’Alzheimer, ma che fa perdere prima di tutto proprietà di linguaggio e inibizione – è stato affrontato numerose volte dalla cinematografia (basti citare il pluri-osannato e pluri-premiato Still Alice, valso l’Oscar a Julianne Moore), eppure stavolta viene fatto da un punto di vista differente. Al centro della storia non c’è il malato, che piano piano prende coscienza dei contorni sempre più sfumati che sta assumendo la sua esistenza. Al centro c’è la famiglia, con un figlio devoto che abbraccia il fardello con amore. Nel farlo, tuttavia, smette di vivere la sua vita. Alex annaspa, incapace di gestire al tempo stesso la madre e la compagna, desiderosa di allargare la famiglia con un bebè. È proprio lei, che ha il volto dell’affascinante Lucie Debay, a fargli capire per prima che la malattia sarà ormai una costante della loro quotidianità e che l’emergenza non rientrerà.
Malattia come opportunità
Come comportarsi allora? Si deve smettere di vivere la propria vita, accantonare i propri desideri, nel momento in cui si è costretti a diventare genitori della propria mamma? È giusto vergognarsi di lei? O forse i suoi comportamenti, epurati da qualsiasi vincolo razionale o convenzione sociale, possono diventare un’opportunità? In queste domande, e nelle loro risposte, c’è tutto un universo che Ann Sirot e Raphaël Balboni affrontano con realismo, attimi di grottesco e una particolare cromia. Alcuni jump cut mostrano i personaggi alle prese con colloqui con medici o consulenti bancario, vestiti con lo stesso colore come a volersi schierare dalla stessa parte della barricata. Un pattern floreale investe poi Alex e Noémie al manifestarsi dei primi sintomi della malattia di Suzanne, partendo dal piumone del letto per poi propagarsi ai pigiami, alla tappezzeria, alla lampada e così via. Per il resto, la camera segue i personaggi ad altezza uomo senza particolari virtuosismi tecnici. Nulla che mini la buone riuscita di un film semplice ma decisamente interessante, con un grande cuore.
La folle vita, distribuito da Wanted, arriva in sala il 28 luglio 2023. Diretto da Ann Sirot e Raphaël Balboni, il cast è formato da Jean Le Peltier, Lucie Debay, Jo Deseure e Gilles Remiche.