La nostra recensione de L’amica geniale – Storia di chi fugge e di chi resta, terza stagione dell’acclamata serie tratta dai romanzi di Elena Ferrante, con Margherita Mazzucco e Gaia Girace, diretta da Daniele Luchetti, in prima serata su Rai1 dal 6 febbraio
Autentica, dolorosa, potente. L’acclamatissima serie tv L’amica geniale, tratta dai romanzi di Elena Ferrante, è certamente una delle punte di diamante della serialità italiana degli ultimi anni. Dopo aver raccontato con una lucidità spiazzante l’infanzia e l’adolescenza di Elena e Lila nelle sue prime due stagioni, la serie è pronta a tornare su Rai 1 dal 6 febbraio per quattro imperdibili serate. Daniele Luchetti subentra in cabina di regia a Saverio Costanzo, ideatore della serie, per la nuova tranche di episodi che si riconfermano di ottima fattura.

Storia di chi fugge e di chi resta
Elena (Margherita Mazzucco), ormai lontana dalle logiche del Rione, ha appena pubblicato il suo primo romanzo, che riscuote un ottimo successo, e sta per sposare il colto e gentile Dario, mentre si appresta ad intraprendere la carriera accademica. Lila (Gaia Girace), invece, ha rinunciato all’agiatezza separandosi dal marito che aveva sposato appena sedicenne e, con un figlio a carico, lavora come operaia in condizioni riprovevoli. In questa terza stagione le vicende delle due donne, legate da un ambivalente e viscerale legame, si intrecciano alla turbolenta storia degli anni ‘70 italiani.

I turbolenti anni ‘70
Rivolte studentesche, scontri armati per le strade, occupazioni delle fabbriche: la terza stagione de L’amica geniale fotografa con la solita perspicacia un’Italia in subbuglio. L’intelligenza dell’ottima sceneggiatura sta nella coerenza attraverso cui intorno ai violenti cambiamenti in atto nella società intesse l’altrettanto intenso turbinio di dubbi, speranze e ambizioni che attraversano le sue protagoniste. Centrale torna ad essere l’emancipazione femminile e, in generale, il ruolo che la donna ricopre all’interno propria famiglia e nella società. Così Elena deve fare i conti con chi considera il suo libro troppo pruriginoso e si arroga il diritto, partendo da questo, di additarla come una donna dai facili costumi. Allo stesso modo Lila si barcamena tra le angherie del suo datore di lavoro e i fantasmi che tornano a tormentarla dal Rione.

La statura di due protagoniste indiscusse
Il pregio di una serie come L’amica geniale si conferma essere lo splendido ritratto che realizza delle sue protagoniste. Complementari, tenaci, consapevoli, Elena e Lila sono due donne che brillano nelle loro contraddizioni. Apparentemente remissiva e mesta ma fortemente determinata l’una; cinica, sprezzante ed esplosiva l’altra. A cucirsi addosso i due ruoli sono ancora una volta Margherita Mazzucco e Gaia Girace che, nonostante la giovane età, si calano nei panni delle due donne con una disinvoltura e una convinzione che conquista. L’ottimo cast di comprimari, le suggestive ambientazioni riprese da una regia aerea, l’attenzione certosina al dettaglio storico, i meravigliosi costumi e l’evocativa colonna sonora fanno il resto in una terza stagione vibrante e coinvolgente.

L’amica geniale 3 – Storia di chi fugge e di chi resta. Regia di Daniele Luchetti. Con Margherita Mazzucco, Gaia Girace, Anna Rita Vitolo, Luca Gallone, Imma Villa, Antonio Milo, Alessio Gallo, Valentina Acca, Antonio Buonanno, Nunzia Schiano, Matteo Cecchi, Daria Deflorian, Bruno Orlando, Francesco Russo, Giovanni Cannata, Giovanni Buselli, Eduardo Scarpetta e Christian Giroso. In onda in prima visione da domenica 6 febbraio alle 21.25 su Rai1.
4 stelle
Una piccola domanda: la serie risente o soffre molto del passaggio di regia da Costanzo a Luchetti? Penso che Luchetti sia un bravissimo regista, però sinceramente sono stato, e continuo ad esserlo, parecchio in ansia dall’annuncio dell’abbandono di Costanzo per questa stagione. Le prime due stagioni le considero a mani basse fra i migliori prodotti offerti dalla serialità mondiale negli ultimi anni e spero che sui 4 anni si potrà parlare di una di quelle serie memorabili dall’inizio alla fine.
Perfettamente d’accordo a me Lucchetti è piaciuto le scene di violenza perfette anche mi è piaciuto abbia rappresentato con la giusta sensualità e sessualità la maturazione di Elena da ragazza insicura e timida a donna consapevole delle proprie armi seduttive. Lucchetti ha rappresentato Pietro molto più positivamente di quanto non lo fosse nel libro tuttavia ogni puntata è stata un turbinio di emozioni le canzoni degli anni 70 perfettamente inserite, poi L ultima puntata tutta incentrata sul triangolo Elena Pietro e Nino mi ha tenuta incollata così come le dolorose puntate di Ischia della seconda serie, tuttavia stavolta ho trovato la coppia Mazzucco Serpico meno impacciata e anzi molto in sintonia rispetto alla coppia Serpico Girace dove non trovavo vero coinvolgimento tra i due giovani attori anche se probabilmente questo era voluto perché ciò che noi vedevamo era ciò che Elena aveva voluto vedere e ricordare. Un finale inaspettato e al tempo stesso facilmente intuibile e palesemente inevitabile.
Pur non mostrando attitudine nelle scene amorose Gaia Girace si conferma fuoriclasse nelle scene drammatiche la scena finale del secondo episodio un capolavoro vero e proprio peccato non rivedere più ne lei ne ‘ la Mazzucco nella 4 serie