Jovanotti si racconta a Grazia, parlando del Jova Beach Party, del pubblico e degli ospiti e di molto altro
La malattia di sua figlia Teresa. La famiglia che lui chiama «noi tre». La paura che lo accompagna sul palco. La riservatezza in pandemia e il ritorno dei Jova Beach Party, i concerti evento con cui porta sulle spiagge canzoni, ospiti famosi e tanta energia. Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, posa per Grazia, in edicola questa settimana, con gli abiti disegnati dalla direttrice creativa di Dior, Maria Grazia Chiuri, e parla delle sue battaglie di questi anni e del perché questa estate invita tutti alla sua festa che celebra la vita.
Il suo Jova Beach Party partito il 2 luglio da Lignano Sabbiadoro, avrà 21 date e terminerà il 10 settembre all’aeroporto di Milano Bresso. Com’è il suo pubblico? «Veramente bello. Li vedo, li sento. Sono ganzi. C’è dentro di noi uno spazio per la gioia che va valorizzato». Jova racconta poi a Grazia il suo legame con gli artisti che salgono sul palco del Jova Beach Party: Gianni Morandi, Max Pezzali, Sangiovanni, Fedez. «Io invito al Jova Beach Party quelli dei quali ho il numero di telefono e a cui posso mandare un messaggino. Nel backstage c’è un clima veramente bello. Per Sangiovanni abbiamo provato e deciso il pomeriggio stesso: i miei musicisti sono dei mostri. Gianni, invece, mi fa sentire così tranquillo. Lo sento come un fratello. Quello al quale dici “dai, vai tu”, quando si guida in due in macchina, e quella cosa lì mi piace da pazzi». Sono appena uscite cinque sue nuove canzoni. «Come nella moda, sto uscendo con delle stagioni. Prima con l’autunno/inverno, poi con la primavera/estate e adesso usciamo con l’estate: cinque pezzi da mani in aria ballando nudi. Con l’autunno usciremo con le ballate e chiuderemo così il progetto del Disco del Sole».
Lorenzo Cherubini racconta poi a Grazia il momento di maggior sconforto (la malattia della figlia Teresa, un tumore del sistema linfatico) che ha attraversato con la famiglia qualche tempo fa: «È stata la malattia di Teresa il momento down. Su di me la pandemia ha impattato meno: avevo già intenzione di rimanere fermo un paio di anni, poi ripartire. La malattia di Teresa si è risolta, siamo contenti, lei fa i controlli, siamo fortunati a essere nelle mani di un team medico eccezionale».