Con il secondo episodio dell’ottava stagione, Il trono di spade indugia sui legami tra i vari personaggi, affidando a una narrazione appassionata la lunga attesa prima della battaglia.
Attesa e congedo, baci d’addio e ricongiungimenti, ultime occasioni e vane speranze, il secondo episodio della stagione finale de Il trono di spade punta tutto sul lirismo della lunga notte che separa l’inevitabile incontro tra il mondo dei vivi e quello dei morti. In Un cavaliere dei sette regni (titolo italiano dell’originale A Knight of Seven Kingdom), prosegue la grande reunion iniziata nell’episodio precedente, focalizzando l’attenzione su tutte le situazioni sospese e la resa dei conti tra i vari personaggi, chiudendo, più o meno definitivamente, le varie storyline. Spoiler Alert.
Sir Jaime e Sir Brienne
A farla da padrone in questa 8×2 è decisamente Jaime (Nicolaj Coster-Waldau), che assolto dai suoi crimini contro le casate Stark e Targaryen, grazie a una sentita e persuasiva arringa di Brienne (Gwendoline Christie), e informato da Bran (Isaac Hempstead Wright) di aver intrapreso l’estenuante cammino del Corvo a Tre Occhi proprio a causa sua, termina la sua evoluzione decidendo di morire da eroe e non da sterminatore di Re. Il leone d’oro – così appellato durante i gloriosi anni passati – arriva alla crescita conclusiva e alla definitiva redenzione attraverso il confronto con i vecchi nemici, ma soprattutto con Tyrion (Peter Dinklage) e Brienne, la donna per cui inconsciamente comincia il suo cambiamento e a cui offre la sua vita e i suoi servigi per la grande battaglia. Quello tra l’affascinante Lannister e la Lady guerriera è sempre stato un rapporto contorto e complesso tra le due facce di una stessa medaglia: un eroe sopravvalutato privo di onore e principi e una donna combattente, leale e dal cuore puro, a cui non viene riconosciuta la sua indole eroica. Un rapporto che volge al suo probabile epilogo con un cavaliere che acquisisce le qualità morali dettate dal titolo e una Lady dalla morale inattaccabile che acquisisce il titolo tanto desiderato e mai ottenuto.
La Regina avida e la Lady saggia
Un altro confronto importante è quello tra Daenerys (Emilia Clarke) e Sansa (Sophie Turner) che, dopo un primo freddo approccio, tentano una maldestra riconciliazione, che però non va in porto e che determina apertamente le ostilità tra le due. Anche in questa seconda puntata troviamo una Khaleesi sempre meno empatica verso i suoi nuovi alleati, e sempre più bramosa di raggiungere la sua meta. Il suo obiettivo è chiaro: salire al trono, non importa tutto ciò che la circonda, non importano tutti coloro che la sostengono verso la sua ascesa, nessuno dovrà ostacolarla e tutti dovranno inchinarsi senza mezzi termini. Sembra quasi di vedere un nuovo personaggio, uno lontano anni luce da quella giovane principessa dai capelli di platino che spezzava le catene degli oppressi, un personaggio stolto e avido sempre più vicino alla regina usurpatrice Cersei (Lena Headey), grande assente di questa 8×2. La giovane Stark dimostra al contrario grande lungimiranza e saggezza, pensando a un eventuale futuro, della sua casata e del suo amato popolo, e accogliendo con un riconoscente abbraccio il suo salvatore Theon Greyjoy (Alfie Allen) – pronto a espiare i suoi peccati immolandosi per la famiglia che l’ha cresciuto – davanti agli occhi di una spiazzata Daenerys, a cui impartisce una lezione di umiltà.
L’ultima notte
Ma come dicevamo Un cavaliere dei sette regni si snoda nell’attesa che il destino si compia, nell’unione di personaggi che passano la lunga notte tra ricordi, coppe di vino e canzoni struggenti che rammentano quanto sia effimera la vita, davanti a un fuoco scoppiettante. Una lunga notte dunque, che porta gli innamorati a congedarsi, amandosi per un’ultima, o prima, volta, i vecchi amici a far riaffiorare i ricordi dei tempi andati, i nemici e i parenti lontani a riconciliarsi. La lunga notte in cui la verità delle origini di Jon Snow (Kit Harington) viene svelata, dando il via a una possibile faida, che viene però rimandata dall’impietoso richiamo dei corni.
Una narrazione appassionata
L’ottava stagione de Il trono di spade prosegue il suo cammino verso la conclusione con una ponderata mancanza d’azione, necessaria a preparare lo spettatore al definitivo addio alla serie evento dell’ultimo decennio, e a chiudere quelle dinamiche lasciate in sospeso per troppo tempo. Un episodio colmo di gesti, sguardi, momenti di leggerezza e di laconici dialoghi, che sostengono la narrazione in modo efficace e appassionato, anche e soprattutto grazie all’indiscussa bravura dei suoi protagonisti.
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