Alla fine del secondo episodio de Il miracolo sono più le certezze che i dubbi. E la sensazione che il vero miracolo non riguardi affatto statuine di madonne che piangono sangue, quanto un ritrovato stato di salute della TV di casa nostra.
La trama
È senza dubbio intrigante l’idea da cui prende le mosse Il miracolo, serie TV fortemente voluta dal suo autore Niccolò Ammaniti e premiata al SÉRIES MANIA di Lille Hauts-de-France prima ancora del suo debutto ufficiale su Sky. Come cambia la vita di una serie di personaggi toccati in maniera più o meno diretta dal ritrovamento di una statua della Madonna che, inspiegabilmente, lacrima cospicue quantità di sangue umano? Una volta scartate tutte le possibilità più ovvie e razionali, come si fa a spiegarsi l’inspiegabile? Il primo ad essere informato del presunto miracolo è Fabrizio Pietromarchi (Guido Caprino), Primo Ministro alle prese coi preparativi di un referendum che di lì a poco potrebbe portare l’Italia fuori dall’Unione Europea. Sulle prime riluttante a credere possa trattarsi di un vero fenomeno miracoloso, l’uomo si rivolge a un amico sacerdote, Don Marcello (Tommaso Ragno), che, nel primo episodio, ci viene presentato come uomo di fede in profonda crisi spirituale e, soprattutto, morale.
I punti di forza de Il miracolo
Ecco, se dovessimo iniziare ad analizzare Il miracolo ponendo l’accento sui suoi punti più forti, forse il primo sarebbe proprio il personaggio interpretato da Ragno, giustamente premiato in Francia per la sua magistrale interpretazione. Uno spartiacque attraverso il quale la serialità italiana sembra poter affrancarsi in via definitiva dal peso di decenni di fiction consolatoria e familistica, del tutto incapace di raffigurare qualsiasi esponente del clero se non come quintessenza di gentilezza e carità cristiana, quando non addirittura risolutore di crimini che le forze dell’ordine si mostrano invece incapaci di gestire.
Bye Bye Don Matteo
Basta quindi, almeno per ora, con i Don Matteo e i Che Dio ci aiuti e benvenuto a questo prete puttaniere e ludopatico che, nell’economia della serie, incarna i segni di una crisi che Ammaniti dissemina lungo tutto l’arco della narrazione e che è la vera protagonista dei primi due episodi. Insieme al sangue, ovvio. Litri e litri di sangue scuro ad avvolgere il racconto di un autore così innamorato del genere da volerne abbracciare più di uno. C’è il mistery, certo, della miracolosa statuina sacra e della sua provenienza, ma Il miracolo lambisce in più di un’occasione anche l’horror, come nel subplot che ha per protagonista la giovane dottoressa Sandra Roversi (Alba Rohrwacher), chiamata a effettuare delle analisi sul sangue fuoriuscito dalla madonna di plastica. E soprattutto c’è – e troneggia su tutto – lo spaccato sociale ad alto tasso distopico di un’Italia sull’orlo del collasso, per certi versi simile a quella mostrata in Suburra. Solo che qui non sono le dimissioni di un Papa o la caduta di un Governo a far vacillare le sorti del Paese, ma addirittura la possibilità di una sua uscita dall’Europa.
Una via italiana alla serialità
Alla fine del secondo episodio sono più le certezze che i dubbi. Ad esempio la certezza che, dopo Gomorra e The Young Pope, Sky stia continuando ad investire bene sulla riscrittura di un codice linguistico come quello della serialità che, per troppi anni, ha visto la TV italiana annaspare inutilmente, mentre Gran Bretagna e Francia mostravano di capire chiaramente le indicazioni provenienti dagli Stati Uniti. Ma anche la certezza di un cast scelto benissimo con Guido Caprino (ecco la nostra videointervista esclusiva) che, dopo il dittico 1992/1993 si conferma uno degli attori più credibili della sua generazione e un Tommaso Ragno fenomenale nel tratteggiare un personaggio complesso come il suo. Completano il quadro la già citata Rohrwacher, Lorenza Indovina e la brava Elena Lietti, qui nel ruolo di una first lady con più ombre che luci.
In conclusione
I dubbi, come dicevamo, sono pochi e riguardano per lo più dove si andrà a parare da un punto di vista narrativo. Gli effetti del miracolo sui singoli personaggi avranno risvolti metafisici conducendo la serie in zona The Leftovers, oppure a prevalere sarà un’interpretazione più razionale e verosimile dei fatti? Immagino che avremo modo di capirlo nel corso dei prossimi episodi. Per ora resta la sensazione che il vero miracolo non riguardi affatto statuine di madonne che piangono sangue, quanto un ritrovato stato di salute della TV di casa nostra che potrebbe portarci a vergognarci un po’ meno di fronte alle migliori serie provenienti da oltreoceano.
Il miracolo è una serie ideata dallo scrittore Niccolò Ammaniti diretta dallo stesso Ammaniti insieme a Francesco Munzi e Lucio Pellegrini e interpretata da Guido Caprino, Tommaso Ragno, Alba Rohrwacher, Lorenza Indovina e Elena Lietti . È trasmessa dall’8 maggio 2018 sul canale satellitare Sky Atlantic.