Il caso Jekill: Sergio Rubini al Quirino per un viaggio nell’inconscio tratto dal romanzo di Stevenson

Il caso Jekill - Sergio-Rubini (foto Flavia Tartaglia)
Il caso Jekill - Sergio-Rubini (foto Flavia Tartaglia)

Sergio Rubini e Daniele Russo protagonisti al Teatro Quirino con Il caso Jekill: un viaggio nell’inconscio, tratto dal celebre romanzo di Stevenson

Dal 21 gennaio al 2 febbrario 2025 va in scena al Teatro Quirino (qui il sito internet ufficialeIl caso Jekill con Sergio Rubini e Daniele Russo: un viaggio nell’inconscio, tratto dal celebre romanzo di Stevenson. Adattamento di Carla Cavalluzzi e dello stesso Rubini, che ne cura anche la regia. Nel cast anche Geno Diana, Roberto Salemi, Angelo Zampieri e Alessia Santalucia.

Il caso Jekill – Le parole di Sergio Rubini

Partendo dalla considerazione che il celebre romanzo di Stevenson Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde sia un’apologia sulla condizione umana avendo come tema centrale il doppio, che poi è il doppio che alberga in ognuno di noi, abbiamo sviluppato una drammaturgia che avesse una chiave più chiaramente psicanalitica, più vicina a quelle teorie che si svilupparono quasi mezzo secolo dopo la pubblicazione del racconto stevensoniano, e che ebbero il massimo dell’espressione negli approdi scientifici prima di Freud, poi di Jung.

Il caso Jekill - Sergio-Rubini e Daniele Russo (foto Flavia Tartaglia)
Il caso Jekill – Sergio Rubini e Daniele Russo (foto Flavia Tartaglia)

Il nostro testo, infatti, spogliato da qualsiasi soluzione allegorica usata da Stevenson e che dà il carattere fantastico a tutta la storia, in testa a tutti la metamorfosi di Jekyll in Hyde attraverso un esperimento chimico, la cosiddetta “pozione”, è piuttosto un viaggio nell’inconscio, nella fattispecie di un famoso luminare della medicina, Henry Jekyll, che ambendo all’individuazione di quelle che sono le cause della malattia mentale, si fa cavia e diventa poi vittima delle sue stesse teorie, tirando fuori dalla caverna del conscio ciò che è a lui stesso nascosto, la sua ombra, il suo Hyde.

Da ciò si evince chiaramente come il racconto da cui siamo partiti, sia in effetti solo d’ispirazione a una storia più vicina ai temi della nostra contemporaneità che offra allo spettatore la possibilità non solo di rispecchiarsi in quelli che sono i pericoli ma anche i piaceri che scaturiscono dalla propria ombra, ma anche di essere uno spunto di riflessione sulla necessità di dialogare col proprio inconscio, portarlo fuori e condividerlo con la collettività nonostante la tendenza della società di reprimere tutto ciò che esca dal canone e che spesso coincide invece con l’autentico, per evitare che la nostra ombra scavi in solitudine un tunnel nel nostro io di sofferenze e violenza.

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