Il Cardellino racconta con eleganza la vita del giovane Theo, orfano messo a dura prova dalla vita: tratto dal romanzo di Donna Tartt, il film è una lunga analisi della discesa e risalita del protagonista. Con la regia di John Crowley, nel cast figurano Nicole Kidman, Ansel Egort, Sarah Paulson e Jeffrey Wright.
Un trauma e l’oggetto che racchiude il dolore
Theo (Oakes Fegley e Ansel Egort) era in un museo con la madre quando un’esplosione causò la morte di quest’ultima. Il bambino subisce il trauma e cresce afflitto dal senso di colpa. Affidato prima alle cure dei genitori del suo migliore amico (tra cui quelle della signora Barbour, interpretata da Nicole Kidman), viene strappato da questo nuovo nucleo familiare per trasferirsi da un padre alcolizzato e opportunista (Luke Wilson) che vive insieme alla nuova compagna (Sarah Paulson). Il dolore lo porta a soffrire di diverse dipendenze da alcol e farmaci sin dall’adolescenza, complice anche l’amicizia con lo scapestrato Boris (Finn Wolfhard e Aneurin Barnard). A legarlo indissolubilmente al ricordo della madre e ai tragici avvenimenti che ne causarono la morte, c’è un quadro che vale milioni: Il Cartellino. Theo lo rubò dal museo subito dopo l’esplosione ma quando si accorge che l’opera d’arte è stata rubata, la sua fragile stabilità non può che vacillare. È in quell’oggetto, infatti, che si convoglia la sofferenza del ragazzo ed è proprio lì che si trova l’unica via d’uscita capace di liberarlo da tutta la sua sofferenza.
Cast multigenerazionale
Una storia complessa e ampiamente sviluppata viene supportata da un cast eterogeneo che alterna giovani promesse a star consolidate. Se al primo gruppo appartiene prima di tutto il protagonista Ansel Egort – affascinante e credibile nei panni del tormentato Theo, che ricorda Taron Egerton per aspetto e intensità – del secondo fanno parte di sicuro Nicole Kidman, Sarah Paulson, Luke Wilson e Jeffrey Wright. La Kidman si dimostra ancora una volta una lady d’altri tempi, dotata di grazia e fascino tanto nella versione ‘giovane’ che in quella ‘invecchiata’. Interessante anche l’interpretazione di Wright nei panni di Hobie, mentore di Theo, capace di esprimere frustrazione e dolore in un accorato confronto-scontro con il giovane. “Immagino, per certi versi, ci sia un parallelo tra il
modo in cui Hobie porta a nuova vita i pezzi di antiquariato e gli scarti, e la sua
relazione con Theo: Hobie prova con tutte le sue forze a dare una nuova vita a Theo”, ha affermato lo stesso Wright parlando del suo personaggio.

Tratto da un’imponente romanzo contemporaneo
Il Cardellino è tratto dallo dall’omonimo libro del premio Pulitzer Donna Tartt (rimasto per 30 settimane consecutive nella lista dei libri più venduti del The New York Times). Coerentemente con l’opera letteraria (lunga oltre 700 pagine), il film viene scandito da ritmi lenti ed entra nei personaggi in modo profondo e descrittivo. I 140 minuti di immagini messe insieme dal regista John Crowley e dallo sceneggiatore Peter Straughan potrebbero scoraggiare lo spettatore, eppure la loro proposta risulta piacevole e raffinata. D’altronde i temi da trattare sono molteplici, uniti l’uno all’altro da uno strettissimo legame di causa-effetto. Tutto ciò che fa Theo deriva dal trauma che ho subìto da bambino: l’attaccamento al quadro e alla figura genitoriale della signora Barbour e di Hobie (Jeffrey Wright), le dipendenze da alcol e psicofarmaci, la vicinanza con Pippa e Boris. La trama è un vastissimo incastro di pezzi degno del più complesso domino: togliere un tassello farebbe crollare anche gli altri. È questo che giustifica un andamento di fatto lento e cadenzato, necessario e gestito con compostezza da Crowley. “L’unico modo per
raccontare questa storia era fratturarla e poi ricomporla in maniera non
lineare. Nel rinunciare alla struttura lineare e muovendosi avanti e indietro tra i due periodi della vita di Theo, Peter ci ha regalato un copione per il cinema. Muovendoci tra il passato e il presente, speriamo che il pubblico si accorga che il passato di questo giovanotto è ancora lì sulle sue spalle. Non l’ha mai lasciato”, ha dichiarato il cineasta.

Il ruolo della musica
La musica rappresenta un elemento fondamentale de Il Cartellino. Prima di tutto è qualcosa che unisce Theo alla sua amica Pippa sin dal loro primo incontro. Lei è ferita a causa dell’esplosione nel museo e i danni subiti le rendono faticoso anche un semplice ascolto. Theo condivide la medesima passione e si lascia cullare con piacere dalle note di Beethoven. Ma non finisce qui. Esulando dalla narrazione, la musica scelta per la pellicola risulta elegante e sofisticata. Il lavoro di Trevor Gureckis è rigoroso e rispecchia in pieno le atmosfere del film, riprodotte e amplificate proprio dalla musica. Notevole anche il minuzioso lavoro di montaggio e fotografia, entrambi rigorosi e ben curati (opera rispettivamente di Kelley Dixon e Roger Deakis).
Il Cardellino è una presentazione Warner Bros. Pictures in associazione con Amazon Studios. Il film sarà distribuito in esclusiva digitale a partire dal 6 dicembre sulle piattaforme Apple TV App, Itunes, Google Play, Youtube, Infinity, Sky Primafila, Chili, Rakuten TV, TIMvision, Playstation Store e Microsoft Film&TV.