La nostra recensione di Hai mai avuto paura?, esordio registico di Ambra Principato con protagonisti Lorenzo Ferrante e Justin Korovikn: un horror gotico che guarda ad Avati e allo spettro di Leopardi per generare paura
A solo quattro mesi dall’imperfetto ma affascinante Pantafa, racconto folk-horror che affondava le sue radici nella tradizione rurale abruzzese, l’horror gotico made in Italy torna con Hai mai avuto paura?. La regista Ambra Principato, qui al suo debutto nel lungometraggio dopo una lunga serie di lavori per la pubblicità e di corti, lavora sulle atmosfere e sulle suggestioni, fondendo un’anima squisitamente contemporanea nella messa in scena con uno spirito di racconto classico, quasi arcaico, in una commistione che a suo modo funziona.
La Recanati dei mostri
Italia, 1813. Il borgo di Recanati è scosso da inspiegabili episodi violenti che sembrano accadere ad ogni plenilunio: un animale selvatico sta uccidendo il bestiame e i contadini sono disperati. Nel borgo vive un’importante famiglia di conti, in cui l’ultimogenito Orazio (Lorenzo Ferrante) nota il comportamento misterioso del fratello maggiore Giacomo (Justin Korovkin) che ai suoi occhi appare molto strano. Giacomo è nel pieno dell’adolescenza e della ribellione, è innamorato di Silvia (Sveva Mariani) e cerca il calore che non riesce a trovare nel freddo ambiente familiare, e soprattutto in sua madre Adele (Marta Richeldi). Quando la sete di sangue della bestia, così soprannominata dalla gente del villaggio, si scaglia sulla prima vittima umana, un cacciatore venuto dalle montagne e avverso agli abitanti di nome Scajaccia (Mirko Frezza) si mette alla sua ricerca nei boschi e nel paese. Intanto, a ogni luna piena, una morte si aggiunge andando ad ingrossare il fiume di sangue: è ormai una lotta contro il tempo per un’indagine che culminerà in una rivelazione sulla propria famiglia che Orazio non riuscirà ad accettare.

Il fascino del gotico
Il nostro è un paese ricchissimo di leggende, di miti popolari e di racconti tramandati da focolare in focolare, storie che appartengono alla notte della civiltà e che hanno contribuito a formare un intero immaginario folkloristico, ripreso poi con toni, registri e intenzioni diverse dal cinema e dalla letteratura di genere. Hai mai avuto paura? si inserisce nel solco delle trasposizioni dato che è tratto da un famoso libro di Michele Mari, Io venìa pien d’angoscia a rimirarti, e ne distilla le atmosfere malsane e inquietanti e le relazioni tra i personaggi che sfiorano la tossicità, perché imprigionati tra vetuste convenzioni sociali e impossibilità di guardare alla propria felicità. Nel farlo la Principato si gioca tutte le carte a sua disposizione: lavora sul sempreverde timore del buio, in attesa che il mostro si palesi dando forma e nutrimento alla luce, grazie alla splendida fotografia di Davide Sondelli, e lavora sui rumori, sui respiri, sui silenzi.

Tra realtà e immaginazione
Nel costruire il proprio immaginario filmico Hai mai avuto paura? sfrutta sia l’elemento storico e iconografico della gioventù leopardiana, il suo rapporto matto e disperatissimo con lo studio, l’aspra severità della madre Adele e l’inconsistenza caratteriale del padre Monaldo succube della moglie, il desiderio ardente di passione e di amore verso Silvia che non verrà mai soddisfatto, le velleità artistiche e la voglia di fuggire via da quella prigione dorata, accorpandoli a degli elementi che si rifanno alla matrice dell’horror più puro. E così abbiamo il personaggio inquietante ed enigmatico di Scajaccia, i simboli apotropaici e i riti magici, le notti di luna piena nel fitto del bosco, le fughe da un male sconosciuto che però si fa sempre più vicino. La regista milanese gira quindi una pellicola affamata e per certi versi più furiosa di quanto non sembri a prima vista, perché in grado di risucchiare la vita e la speranza dai propri personaggi costringendoli sempre e comunque a nascondersi, a fare i conti con la possibilità del fallimento, del rifiuto, della morte (anche) dell’innocenza o dell’horror vacui.

Il male è nella famiglia
Dove però Hai mai avuto paura? sembra voler davvero ricercare l’origine del male o del più profondo dei terrori interni è nei legami famigliari marci, nella cupezza di un sentimento amoroso che i genitori non possono e non vogliono trasmettere ai propri figli, nella mancanza della casa e della famiglia come luogo di protezione dal male esterno. In fondo la bestia che sta falcidiando l’intera popolazione non è che la rappresentazione caotica e ferina di un sentimento di rivalsa e quasi di ribellione che Giacomo in qualche modo cova dentro di sé, portandolo a desiderare un nuovo inizio che riparta da una fine. Ambra Principato è quindi molto brava a far intravedere i conflitti, a farci assaggiare l’orrore senza svelarlo completamente e riesce in parte a sopperire ad una sceneggiatura che ha molta meno personalità e inventiva di quanto sarebbe stato necessario, grazie anche ad un buon lavoro degli interpreti tra cui spiccano la mefistofelica Marta Richeldi e il giovanissimo Lorenzo Ferrante. Un film di genere di discreta fattura, quindi, che assieme al già citato Pantafa rappresenta un ulteriore passo in avanti verso la riscoperta di un cinema che dialoga con il presente e con la realtà, anche attraverso il racconto di un passato glorioso e per certi versi oscuro.
Hai mai avuto paura?. Regia di Ambra Principato con Lorenzo Ferrante, Justin Korovkin, Sveva Mariani, Marta Richeldi e Mirko Frezza, in uscita giovedì 27 luglio nelle sale distribuito da Vision Distribution.
Tre stelle