Guerra e pace debutta all’Argentina: Luca De Fusco traduce sulla scena un classico senza tempo

Guerra e pace - Pamela Villoresi e Paolo Serra (foto Rosellina Garbo)
Guerra e pace - Pamela Villoresi e Paolo Serra (foto Rosellina Garbo)

Guerra e pace debutta al Teatro Argentina: con la regia del direttore artistico Luca De Fusco, in scena un classico senza tempo con Pamela Villoresi, Federico Vanni, Paolo Serra e Giacinto Palmarini

Dal 4 al 23 febbraio sul palco del Teatro Argentina (qui il cartellone completo della stagione 2024/2025) debutta Guerra e pace, adattamento teatrale dal romanzo monumentale di Lev Tolstoj, nella visione registica del direttore artistico del Teatro di Roma (qui il sito ufficiale), Luca De Fusco, che traduce sulla scena un grande classico senza tempo.

Una nuova produzione dello Stabile capitolino, in sinergia con gli Stabili di Palermo e Catania, che si ricongiunge idealmente alla già apprezzata messinscena nella passata stagione di Anna Karenina, per completare il dittico ispirato alla letteratura dell’autore russo.

La forza della storicità coniugata assieme alla precisione drammaturgica della regia di De Fusco, restituiscono sul palco la potenza dell’opera per indagare gli aspetti più profondi dell’animo umano, attraverso le vicende private di due famiglie dell’alta nobiltà russa, i Bolkonskij e i Rostov, lasciando sullo sfondo le vicissitudini storiche della Russia zarista e offrendo un ampio affresco dellasocietà nobile, per abbracciare anche quella contadina.

La vita, l’amore, la morte, il desiderio di vendetta, il perdono, la volontà di fare il bene e la caduta nel male: è questo un affondo nelle pagine di una grandiosa epopea letteraria che, di generazione in generazione, continua a cogliere l’essenza della condizione umana, facendone esplodere con immutata immediatezza i lati oscuri e luminosi dell’umanità. Soprattutto oggi, nel cuore di questo nostro secolo cruento, in cui molti conflitti stanno devastando la vita di tante persone e la coscienza di tutti noi.

Guerra e pace - Pamela Villoresi e Federico Vanni (foto Rosellina Garbo)
Guerra e pace – Pamela Villoresi e Federico Vanni (foto Rosellina Garbo)

«I classici sono eterni, se poi lo spettatore farà la riflessione che lo porterà a pensare che anche noi siamo nella stessa condizione di ciò che viene rappresentato, il teatro avrà svolto una delle sue funzioni fondamentali». Così, senza forzare l’attualizzazione del classico, il capolavoro di Tolstoj rimanda naturalmente alla complessa convivenza di vita e morte, gioia e dolore, guerra e pace, fattori che determinano il ritmo della messinscena e la narrazione della storia del mondo.

«Detesto la parola “attuale” collegata al teatro. Il teatro non è una trasmissione televisiva o un sito. Il grande teatro e la grande letteratura non sono attuali, sono eterni – afferma De FuscoIn questa messa in scena teatrale di Guerra e pace non si troveranno quindi immagini della guerra in Ucraina o in Medio Oriente. In questo dittico che fa il paio con Anna Karenina del 2023 l’unica scelta di politica culturale è quella di soffermarsi sulla cultura russa per non creare assurdi ostracismi alla straordinaria cultura di un popolo che nulla a che fare con la politica, a mio avviso esecrabile, di un governo.

Ovviamente però non è un caso se mettiamo in scena uno dei maggiori titoli sulla guerra di tutti i tempi nel momento in cui ben due guerre devastano la nostra vita. Il problema è che non c’è bisogno di attualizzare il classico di Tolstoj. La convivenza tra guerra e pace, amore e morte, tiranni e popolo, parla già alla nostra coscienza contemporanea».

«Altro tema che ci parla è quello dei giovani. Il romanzo intreccia la vita della giovane impulsiva, contraddittoria Nataša con quella del grande eroe romantico Andrei, del problematico Pierre, un giovane che sembra uscito da pagine a noi molto più vicine, con quelle della straordinaria Marja che si sdoppia in due antitetiche persone, del fragile, tenero, appassionato Nikolai, della bellissima e perversa Helene – continua De Fusco Su queste figure giovanili piene di contraddizioni regna la ironica saggezza di Annette e quella disincantata e acuta del generale che sconfigge Napoleone, Kutuzov.

Kutuzov e Annette sembrano impersonare le due parole del titolo Guerra e pace e della loro ironica saggezza sentiamo più che mai il bisogno. Questa storia straordinaria proveremo a raccontarla con ritmo e continui capovolgimenti di fronte. Il libro è uno di quei classici che ti impediscono di andare a dormire perché non riesci a staccarti dalle sue pagine. Se riusciremo a trasmettere almeno un poco della sua travolgente passione non lasceremo indifferente il nostro pubblico».

Il gioco di passaggi e continui cambi di fronte, l’alternarsi di proiezioni e apparizioni dal vivo, il contributo epico delle musiche restituiscono la forza di un grande classico, affidato all’interpretazione di Pamela Villoresi, e con lei a un nutrito cast di attrici e attori, personaggi simboli dell’armonia del mondo – (in ordine di apparizione) Federico Vanni, Paolo Serra, Giacinto Palmarini, Alessandra Pacifico Griffini, Raffaele Esposito, Francesco Biscione, Eleonora De Luca, Mersila Sokoli, Lucia Cammalleri – per dare voce alle più intime emozioni umane attraverso una successione di balli, battaglie, matrimoni e morti.

Così, miscelando personaggi storici e di fantasia, Tolstoj racconta l’epopea di due famiglie aristocratiche russe – i Rostov e i Bolkonskij, depositari dei valori autentici e genuini, avviluppate a quelle dei corrotti e dissoluti Kuragin – sullo sfondo delle guerre napoleoniche, dal 1805 alla travolgente insurrezione di tutto il popolo russo nel 1812.

Su tutti, nella moltitudine di personaggi che affollano le pagine del romanzo, affiorano le figure di Nataša, fanciulla e poi donna di straordinaria purezza e d’indole forte e impetuosa, del principe Andrei, che porta il suo orgoglio nella guerra, nella prigionia e nell’infelice amore per Nataša, dell’enigmatico e complesso Pierre Bezuchov, capace di autentica adesione al “dolore del mondo”.

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