Gli infedeli, recensione: che brutto modo di raccontare l’amore

Gli infedeli - Massimiliano Gallo, Valerio Mastandrea e Riccardo Scamarcio
Gli infedeli - Massimiliano Gallo, Valerio Mastandrea e Riccardo Scamarcio

Gli infedeli, con Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea, vorrebbe raccontare i rapporti di coppia con una vena critica ed ironica: gli obiettivi non sembrano centrati, per una commedia che annoia e non colpisce mai nel segno. La nostra recensione.

Cinque racconti, cinque rapporti

Stefano Mordini dirige Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea in cinque episodi (più una piccola conclusione) in cui i protagonisti sono uomini alle prese con mogli, fidanzate, amanti, pulsioni e desideri. Un uomo nega di aver tradito la moglie ma viene contraddetto dallo smartphone, un altro affronta il tema delle infedeltà passate sperando di essere perdonato dalla partner, un altro ancora cerca disperatamente un’avventura durante una trasferta di lavoro. Le storie cercano di gettare un sguardo critico, irriverente e sarcastico sui rapporti di coppia, affrontando il tema partendo sempre dallo stesso punto: l’infedeltà.

Satira che non graffia, commedia che non diverte

Gli infedeli, probabilmente, vorrebbe mostrare i vizi sessuali degli uomini raccontandoli e deridendoli con ironia. Il condizionale è d’obbligo, in una pellicola che lascia piuttosto perplessi. Gli episodi che lo compongono non puntano efficacemente né versi la satira né verso la commedia, anche perché c’è da augurarsi che gli uomini raccontati finiscano nel dimenticatoio anziché diventare i protagonisti di un film. L’intento della pellicola è forse quello di metterli a nudo, smascherarli, deriderli, criticarli? Nessuna di queste missioni appare portata a termine, anche perché la noia prende il sopravvento su qualsiasi tipo di riflessione o biasimo.

Gli infedeli - Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti
Gli infedeli – Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti

Cast nazional popolare

Riccardo Scamarcio, che ha contribuito anche alla sceneggiatura insieme a Filippo Bologna e allo stesso Mordini, interpreta la maggior parte di questi uomini. Accanto a lui Valerio Mastandrea ma anche Massimiliano GalloLaura Chiatti, Euridice Axen, Marina Foïs Valentina Cervi (ciascuna in un diverso episodio). I due protagonisti interpretano dei personaggi carichi di pulsioni sessuali che li allontanano dall’amore della coppia e li avvicinano piuttosto alle pulsioni incontrollata degli animali. Sguardi, ammiccamenti e scenate (soprattutto delle mogli) appaiono assai poco efficaci e ancor meno convincenti. Non va meglio con le donne, che nella maggior parte dei casi si lasciano andare ad isterie innaturali che non fanno di certo fare bella figura al genere femminile.

Il precedente di Gassman

L’idea di fondo ricorda vagamente quella del celebre film Se permettete parliamo di donne, nel quale un camaleontico Vittorio Gassman interpretava cinque uomini diversi in altrettante episodi. Anche in quel caso si riconosceva la centralità del tradimento e delle bugie nei rapporti di coppia, a volte in modo più efficace e a volte meno. In quell’occasione le capacità attoriali di Gassman riuscirono a sopperire ad alcune lacune narrative, ma stavolta l’impresa era davvero troppo ardua. Un punto a favore della pellicola viene però dal pubblico, che ovviamente non può essere ignorato. Considerando che Gli infedeli, nella sua prima settimana di diffusione su Netflix, è risultato il film più più visto, evidentemente esiste una vasta fetta di pubblico in grado di apprezzare questo tipo di commedia (o i nomi presenti in cartellone).

Gli infedeli è disponibile su Netflix dal 15 luglio 2020, distribuito da 01 Distribution.

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